CINEMA Critica cinefila separata dal mondo?

Film TV, il numero in edicola questa settimana

Nel numero di Film Tv in edicola questa settimana, Roy Menarini nella sua rubrica Il sassolino si chiede: La critica cinefila è ormai separata dal mondo?

La risposta che mi viene da dare, tanto per restare nei nove secondi di attenzione che gli esperti attribuiscono al lettore social, è SI. Molto spesso SI, la critica cinefila è separata dal mondo.
Aggiungendo però che allo stesso modo, troppo spesso, la presunta critica espressa dalla stampa e dalla tv, suo malgrado collegata al mondo del cinema da interessi economici, è separata dall’essenza del cinema di qualità. Due estremi che raramente trovano equilibrio. E forse proprio per questo accentuano il divario e i gradi di separazione.

Il sondaggio
Lo spunto è il sondaggio tra i collaboratori della rivista Film Tv, settimanale di cinema, tv e serie Tv e tra i lettori, che ha scelto Holy motors di Leos Carax come miglior film del decennio. Partendo dalle due misere stellette che il critico Paolo Mereghetti dà al film nel suo Dizionario, si ripropone l’interrogativo atavico del doppio binario sui cui scorre il cinema. Da un lato il cinema d’autore, dall’altro il cinema popolare e di cassetta. Su tutto il gusto personale e il frutto dell’interazione tra film e spettatore.
Il giudizio
Il giudizio cinematografico e il livello di gradimento, pur partendo in teoria da una base che dovrebbe essere incontestabile, in realtà oscillano e sono la sintesi di una serie di variabili, tecniche ed emotive, qualità filmiche talvolta evidentemente riconoscibili, talvolta sopravvalutate o sottostimate. E’ insomma normale che ci si divida nel giudicare i film anche perché l’approccio cinematografico è diverso nelle varie tipologie di spettatore.
Il livello di cultura cinematografica (chi per studi chi per passione, ha elementi di giudizio superiori), le aspettative e l’obiettivo (“Al cinema vado per rilassarmi e divertirmi, senza pensare troppo”...), la capacità di smascherare le furbate acchiappapubblico, spesso banali inverosimili e scontate, che induce poi alla bocciatura anche di film campioni d’incassi, specie in Italia.
La critica
Naturalmente non vale per tutti, ma spesso è vezzo della critica oltranzista ritagliarsi una nicchia controcorrente: esaltare un film e godere del fatto che si è nella ristretta cerchia, se non gli unici, ingrado di “aver capito” quanto bello sia. E di contro condannare un film esaltato da altri, per affermare un’idea diversa ma talvolta per il semplice gusto di andare controcorrente. Quanti critici hanno trovato attenzione grazie a stroncature eccellenti?
Del resto è assodato che specialmente negli ultimi decenni i film che hanno trionfato nelle Mostre e nei Festival, spesso non sono stati visti da nessuno o quasi. E in quelle giurie c’erano attori, attrici, registi e registe. La separazione dalla realtà è un elemento insito della critica cinematografica, in senso esteso.
Conclusioni
Il dilemma riguarda quasi ogni forma d’arte:  Cinema, Musica, Letteratura. Vale il “Basta che funzioni”, il rispettabile gusto di ognuno. E ognuno ha la sua lista dei migliori film e dei peggiori.
Ma se ci chiediamo: la critica ha una ragione di esistere e una funzione? Sì. Penso che sia ancora un elemento fondamentale, a patto di non essere presa (e non prendersi) come unica fonte di sentenze. Credo che la funzione della critica, cinematografica in questo caso, possa essere quella di indirizzare lo spettatore, di aprirgli la mente e mostrargli tanto le bellezze celate quanto i difetti e le manchevolezze dei film. Aiutandolo nella scelta, fornendo un supporto che tenga conto dei diversi livelli dello spettatore, dal più colto ed esigente al più semplice. Non un modo per far sapere quanto è bravo e colto chi scrive.
Non sempre un film è bello o brutto, attraente o repellente. Ci sono le sfumature, ci può essere del buono in un film mediocre, così come anche una buona opera può nascondere errori o incongruenze.
L’editoria del cinema
Anche a livello di editoria c’è sempre stata distanza tra i mezzi di comunicazione giornalistica. Chi è stato lettore di riviste come Duel e poi Duellanti. Segno Cinema, Film Critica, Bianco e nero, La rivista del cinematografo ha potuto avvicinarsi e crescere con una cultura profonda e analitica, agli antipodi della superficialità con cui viene trattato quasi sempre il cinema nei settimanali popolari, nei quotidiani (la maggior parte dei film è trattata in una manciatina di righe) e poi in tv, dove i  conduttori in cambio delle ospitate degli attori, elogiano anche delle emerite schifezze, definite divertenti anche quando non strappano risate, se non d’imbarazzo. Lo stesso mensile Ciak per molti anni non era altro che una vetrina di prodotti, con film non analizzati ma raccontati (sono un convinto sostenitore del fatto che la trama di un film non vada svelata al lettore-spettatore). E quando apparve Film Tv, mi sembrò un tentativo di approdare a quell’equilibrio che mancava. Un andare incontro allo spettatore proponendo l’estensione di un modello più elevato per far crescere il livello di base del fruitore, lettore prima e spettatore poi. O viceversa, che è anche meglio.
Insomma, la critica è ancora da maneggiare con cura, perché leggere di un film senza averlo visto comporta dei rischi nello spettatore più esigente. Ade esempio io cerco di non leggere le critiche prima di aver visto un film, per il timore di farmelo rovinare da un collega che non si cura di procurare sgarbo al suo lettore.
Come (non) si scrive una recensione
https://www.vistodalbasso.it/2013/07/11/cinema-come-non-si-scrive-una-recensione/

Leandro De Sanctis

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