CALCIO La controfigura Juve, una squadra normale (e per ora mediocre)

Tirare uno sospiro di falso sollievo per un pareggio conquistato a 7 minuti dalla fine (Juventus-Chievo 1-1, rigore realizzato da Dybala) dà la misura di come la Juventus del poker di scudetti consecutivi sia assolutamente sparita. Una Juve liofilizzata dalle scelte di mercato, alcune dei giocatori, altre societarie, probabilmente viziate da una buona dose di presunzione. E così al popolo bianconero sembra di essere tornato indietro di cinque anni, quando la squadra per due campionati non andò oltre il settimo posto, restando fuori dalle coppe europee.
Prima regola: bisognerebbe smettere di parlare di scudetto, perchè con un punto in tre partite e le avversarie già lontanucce, bisogna pensare ad altro e a non ad alimentare utopie. Non solo e non tanto per i 6, 7, 8 punti di distacco dalle presunte aspiranti al tricolore, quanto per il livello davvero mediocre che in campo ha espresso la squadra. 
Parlare di chi non c’è più non serve, ma è chiaro che è stata presunzione pensare che si potessero assorbire come se niente fosse le partenze di Vidal, Tevez e Pirlo (oltre che di Llorente). Aggiungiamo gli infortuni di Khedira e Marchisio (starà fuori un altro mese, piove sul bagnato), la vena inaridita di Pogba che è diventato un giocatore anonimo ed il quadro si complica. Contro il Chievo la formazione schierata a sorpresa da Allegri è apparsa slegata, lenta, priva di un’idea di gioco e dopo il gol subito nei primi minuti, anche tremebonda e spaventata perfino in difesa. E davanti ognuno riteneva di dover risolvere la partita da solo.
E’ chiaro che la solidità difensiva su cui la Juve ha costruito i 4 scudetti, era anche figlia di un centrocampo padrone del campo e del gioco. Ora che quel centrocampo non c’è più, anche la difesa si è sfaldata. Dei nuovi arrivati, buon primo tempo di Alex Sandro sulla fascia sinistra (peccato non ci sia più Llorente a poter raccogliere i suoi cross), apprezzabile la volontà di Hernanes. Troppa gente in precarie condizioni fisiche (Marchisio, Morata), incerti perfino Bonucci e Barzagli, molta confusione da Caceres, spaesato Sturaro.  Per fortuna c’è ancora super Buffon che para il parabile e anche qualcosina in più. Davanti si fatica e si tentenna troppo prima di azzardare il tiro, o magari si prova da troppo lontano e senza efficacia. Stupisce un Pogba così modesto ed impacciato, così la scossa arriva da Quadrado, giudicato inabile per la Premier ma che in Serie A sa fare la differenza da solo, anche quando come nella Juve attuale, la sua squadra non ha un gioco.
Il mercato. La Juve era stata elogiata per la tempestività delle scelte: Mandzukic, Zaza, Dybala, Khedira. Si è ridotta agli acquisti last minute con Alex Sandro e Hernanes, così tutto il precampionao estivo non è servito a nulla. E non si capisce perchè Zaza non trovi mai spazio, nemmeno ora che Morata e Mandzukic non sono in forma. Insomma, per questa Juve anche solo qualificarsi per la Champions dell’anno venturo sarà un’impresa difficile. E martedì c’è un esordio in Champions League, a Manchester con il City, che fa tremare e preoccupa.

Leandro De Sanctis

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