Juventus fuori dall’Europa, perché vado controcorrente

Juventus fuori dall’Europa, perché vado controcorrente

La Uefa, mister Ceferin, ha ufficializzato ieri quanto veniva dato per scontato da mesi. La Juventus esclusa dalla pertecipazione alla prossima Conference League in seguito alla vicenda delle plusvalenze che le era già costata dieci punti di penalizzazione e il terzo posto in classifica conquistato con i risultati ottenuti sul campo.

Inutile tornare sull’aspetto strettamente giudiziario riguardante una regola che non c’era e per la quale non era prevista una sanzione chiara e specifica, come dovrebbe avvenire in ogni campo quando si infrange una legge. Inutile tornare a ripetere dell’imbarazzante condotta, della tempistica e delle modalità con cui la punizione è stata applicata.

Aver progettato l’idea della SuperLega ha messo all’indice Andrea Agnelli e la Juventus tutta, anche se l’ex presidente ha concluso la sua era (nel peggiore dei modi e lasciando danni serissimi). Quindi club escluso per un anno dalle coppe europee e multato. Tutto atteso, tutto previsto.

UEFA inflessibile con la Juve ma cieca su altro…

Si potrebbe dire molto sulla passività totale con cui la Uefa ha tollerato e non ostacolato il mercato saltato in aria sotto i colpi degli sceicchi, che meno rispettano i diritti umani e più guadagnano, contro ogni senso etico e morale. L’UEFA, come la FIFA, ha accompagnato il calcio verso uno stravolgimento economico le cui conseguenze ancora non sono nemmeno esattamente ipotizzabili. Ma l’assegnazione degli ultimi Mondiali e deelle edizioni future, fa capire quanta complicità si sia trovata in chi da tempo usa il calcio per finalità non più sportive ma di ricchezza economica, costi quel che costi. Una deriva inarrestabile che sta stravolgendo il calcio, con la complicità dei governanti e dei giocatori meno sensibili.

  Juve esclusa dall’Europa, io la penso diversamente

Ciò che mi induce ad andare controcorrente, come spesso mi succede, è nella valutazione di questa esclusione e delle sue conseguenze prettamente sportive. No, non sono contento e non condivido la soddisfazione di chi è addirittura felice di questa esclusione, “perché tanto non conta niente la Conference“.

Sono d’accordo che sia stato meglio subire ora questa punizione, perdendo la meno remunerativa (perché ormai tutto si giudica dai soldi che produce) delle tre coppe europee. Anche se non mi pare ci sia uniformità di durezza punitiva nei confronti di altri club blasonati, per la vicenda SuperLega (tutt’altro che conclusa, dopo il pronunciamento del tribunale spagnolo)  e per altro.

Non sono d’accordo nel denigrare e svilire la Conference League, che tra l’altro sarebbe uscita rafforzata a livello di appeal e prestigio, se anche la Juventus avesse partecipato. Sarà che apprezzavo gli anni delle tre coppe (Coppa Campioni, Coppa delle Coppe, Coppa delle Fiere/poi Coppa Uefa), quando alzare un trofeo aveva valore, indipendentemente dai soldi che portava.

Non è che la Juventus abbia una bacheca cosi ricca e intasata di trofei internazionali… Anche lottare per vincere la Conference (a riuscirci…) avrebbe avuto la sua importanza. Anche se il pubblico probabilmente non avrebbe affollato lo Stadium per tutte le partite. Ma io resto romantico e ogni partita della Juventus ha valore, indipendentemente dall’avversario.  Senza contare che il coefficiente bianconero calerà ulteriormente e il declassamento avrà il suo enorme peso nel momento dei sorteggi della prima stagione futura in cui, almeno mi auguro e spero, la Juventus tornerà a giocare la Champions League.

Quando si parlava di SuperLega, mi rammaricavo che Agnelli non considerasse adeguatamente il significato di incassare tante sconfitte (ma remunerative) contro le super squadre europee. Non ero e non sono sicuro che a tutti gli juventini avrebbe fatto piacere giocare solo con le big d’Europa, pur vincendo poco…

L’anno del primo scudetto Conte, senza le coppe

 Non dimentico, e questo potrebbe essere l’unico aspetto positivo, che il primo scudetto dei nove consecutivi, con Conte in panchina arrivò alla fine di una stagione che vedeva la Juventus fuori dalle coppe, concentrata solo sul campionato e sulla Coppa Italia, come avverrà nella prossima stagione. Ma era un’altra Juventus, con una rosa diversa e meno affollata.

Non giocare le coppe significa avere meno obiettivi, meno partite e meno possibilità di far giocare tutti, di alternare giocatori che sembra eccessivo definire riserve. Significa anche avere traguardi limitati e di conseguenza fare i conti con una pressione anche maggiore. Perché con una sola partita a settimana c’è più tempo per l’allenatore e per la squadra di curare l’aspetto tattico: meno scusanti dunque se il gioco di Allegri non nascerà, minori possibilità di porre rimedio ai momenti difficili causati dalle eventuali delusioni del campionato. Ma è indubbio che soprattutto verso la fine della stagione, se le contendenti del campionato saranno ancora in corsa in Europa, chi si spremerà meno potrebbe raccoglierne i frutti.

Dice: meno partite, rosa sfoltita, meno doppioni anche nei ruoli chiave. Si parte con minori necessità, ma poi c’è sempre l’incognita degli infortuni (che tra l’altro alla Juventus non stanno mai mancando ultimamente) perché non giocando anche in Europa, si affronterà la stagione con un organico ridotto rispetto al consueto.

Le coppe sono un impegno supplementare a volte gravoso, ma anche gratificante e motivante, specie per una squadra come la Juventus, abituata a giocarle. 

In ogni caso, questa è la realtà, accettata quasi con sollievo dalla società. Dico solo che se almeno noi tifosi considerassimo il calcio e la Juventus in maniera più sportiva, si eviterebbe di leggere tante castronerie condite da insulti gratuiti. E’ sempre con la realtà delle cose con cui, volenti o nolenti, bisogna fare i conti.

Juventus fuori dall’Europa, i danni collaterali

E’ molto probabile che anche chi ha esultato per l’esclusione della Juventus dall’Europa, anche capendo poco della questione e in generale confermando pochezza e zero sportività, si renderà conto (ma forse no perché, specialmente sulla cloaca dei social, non si leggono mai tante stupidaggini insulse come quando si parla di Juve) dei danni collaterali che magari interessano pochi. Minori ascolti per le piattaforme televisive, minor interesse (dovrei dire copie vendute ma purtroppo ormai sono già assai ridotte) dei media in generale per una stagione che non vedrà più in campo la Juventus ogni tre giorni. E questo non lo dice il tifoso, lo dicono le cifre.

Il logo della Uefa Conference League
Il logo della Conference League

  Il comunicato della UEFA

Durante la stagione 2022/23, la Prima Camera del CFCB, presieduta da Sunil Gulati, ha aperto indagini su Juventus (ITA) e Chelsea FC (ING) per potenziali violazioni dei regolamenti UEFA Club Licensing e Financial Fair Play. La Prima Camera del CFCB ha concluso che la Juventus (ITA) ha violato il quadro normativo della UEFA e ha violato l’accordo transattivo firmato nell’agosto 2022. Di conseguenza, la Prima Camera del CFCB ha risolto l’accordo transattivo concluso con il club e ha deciso di:

• escludere la Juventus dalla competizione UEFA maschile per club 2023/24; 

• imporre al club un ulteriore contributo finanziario di 20 milioni di euro. Di questo importo, 10 milioni di euro sono condizionali e saranno applicati solo se i bilanci annuali del club per gli anni finanziari 2023, 2024 e 2025 non sono conformi ai requisiti contabili definiti nell’Allegato G del Regolamento per le licenze per club e la sostenibilità finanziaria UEFA.

Leandro De Sanctis

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