Moioli e Visintin d’argento, l’Italia a quota 11 a Pechino 2022

Il collega Fausto Narducci, che ha seguito nove Olimpiadi per la Gazzetta dello sport, scrive per noi di Pechino 2022. Ogni giorno il pagellone dell’Olimpiade Invernale. Da 10 a 1 un voto per tutte (o quasi) le discipline in programma, un modo diverso e divertente per rileggere la giornata olimpica.

L’ottava giornata ha portato l’argento delle squadre miste dello snowboard e l’Italia con 11 medaglie complessive ha superato il bilancio di PyeongChang.

DIECI: il sogno “avverato” di Sofia


“L’Olimpiade è il posto in cui si realizzano i sogni dei bambini, sono contenta di essere qui”. In questa frase di Sofia Goggia, felice dell’esito delle prove cronometrate per la discesa di lunedì notte, c’è tutta l’importanza e la bellezza dei Giochi Olimpici. Sofia ce l’ha fatta: dopo la caduta di Cortina è un miracolo che la vincitrice di PyeongChang sia ancora qui a giocarsela e questa è la notizia più bella giornata. “Quando mi metto in posizione le ginocchia tengono, ho ritrovato belle sensazioni. Ho tirato dei bei frenoni e ho preso un secondo di distacco ma era solo un collaudo” ha annunciato stamattina la bergamasca, ancora ignara dell’argento della concittadina Moioli. “Ma speravo che fosse oro”, ha ammesso. Una carta in più per l’Italia dello sci alpino in cui non sta andando tutto per il meglio in questa Olimpiade. Magari in gara la Goggia dovrà fare i conti con la gamba sinistra infortunata e recuperata in extremis, ma abbiamo la sensazione che la rivedremo ad alto livello.

Con Michela e Omar superato il bilancio dei Giochi invernali di PyeongChang

NOVE: Lo snowboard italiano in cima al mondo

L’undicesima medaglia la portano Michela Moioli e Omar Visintin nella nuova disciplina dello snowboard a squadre miste, in realtà una gara a coppie in cui l’olimpionica individuale del 2018 e il bronzo olimpico di Pechino partivano con i favori del pronostico insieme agli americani. Un argento di valore a cui si è aggiunto, inaspettatamente il quarto posto di Lorenzo Sommariva e Caterina Carpano bravissimi a conquistare la finale. In realtà a un certo punto avevamo sperato anche in qualcosa di più perché, con due coppie azzurre nella finale a quattro, l’unico argento può considerarsi il risultato minimo. Purtroppo la caduta della Carpano e la presenza della solita Jacobellis che, insieme a Baumgartner, ha conquistato il suo secondo oro in questa edizione dei Giochi ci hanno precluso un risultato migliore. Una notte di grandi emozioni quella che si è sviluppata dalle 3 in poi per chi ha scelto di mettersi davanti alla tv. Spettacolare la specialità, bella la formula di uomini e donne partiti in successione, grandissime le coppe italiane. Peccato solo per il sorpasso della spericolata Iacobellis, che ha trovato il varco giusto per andare a prendere l’oro. Tanto più che dopo la caduta della Odine erano rimaste solo due coppie in lizza per il titolo.


OTTO: Si chiamano Boe i fratelli del podio


Due fratelli sullo stesso podio olimpico fanno notizia nel biathlon. Nella 10 km sprint è festa norvegese ma anche festa di famiglia con il primo posto di Johannes Thingnes Boe e il terzo posto di Tarjie di cinque anni più anziano. Fra i precedenti storici ricordiamo i fratelli Alistair e Jonathan Brownlee, oro e bronzo, primi britannici a salire insieme sul podio nel triathlon individuale a Londra 2012. Fra i due fratelli norvegesi si è inserito solo il francese Quentin Fillon Maillet. Incredibilmente nessuno dei primi tre ha sparato in maniera impeccabile e così, come raramente succede nelle gare sprint, è stato un podio non esente da errori al poligono. Il neocampione ha così aggiunto l’oro della sprint a quello della staffetta mista e al bronzo della 20 km. Per l’Italia è arrivato un buon 14° posto per Lukas Hofer mentre ci aspettavamo di più da Dominik Windisch (solo 30°) che era partito bene. Poche prospettive quindi per l’inseguimento dove si riparte dai distacchi della sprint.

SETTE: settimo posto che vale per la danza azzurra


Per Charlene Guignard e Marco Fabbri nella rhythm dance una penalizzazione imprevista del punteggio tecnico significa un settimo posto che è al di sotto delle aspettative. La coppia italiana della danza sulle note di Michael Jackson non ha comunque sfigurato. Dopo tanti podi europei e anche nella finale del Grand Prix gli azzurri hanno avuto il vantaggio di pattinare nell’ultimo gruppo che perderanno nel programma libero ma una piccola rimonta è ancora possibile. A noi sono piaciuti e meritano la sufficienza abbondante. Guida la coppia francese Papadakis-Cizeron che ha ipotecato l’oro in questa rhythm dance che incide pesantemente sul punteggio complessivo della danza.


SEI: Il norvegese Lindvik beffa Kobayashi


Guerre stellari nel grande trampolino. Fra aggiustamenti tecnici e vento impetuoso, il norvegese Marius Lindvik ha beffato di circa 3 punti il fenomeno Ryoyu Kobayashi vincitore del piccolo trampolino e atterrato a un clamoroso 142 metri nel primo salto. La Norvegia non vinceva dal trampolino da 16 anni e dal trampolino grande da 58! Terzo il tedesco Karl Geiger. L’azzurro Giovanni Bresadola aveva fatto il suo dovere superando le qualificazioni ma rimane fuori dai 30 (35°).

CINQUE: Segnali di risveglio dal…fondo

Voto di incoraggiamento al fondo femminile che, dopo i disastri individuali, dà finalmente segni di risveglio nella gara a squadre. L’ottavo posto non è niente di trascendentale ma è meno peggio di quel che si temeva. La figlia (e nipote) d’arte Martina Di Centa in prospettiva ha ricordato le imprese di famiglia con la sua rimonta. La Russia alla fine ha sorpassato la Germania e questo ha messo un po’ di pepe a questa disciplina che, come in Italia sappiamo bene, soprattutto a squadre sa dispensare emozioni


QUATTRO: Olandesi fuori dai 10 nella pista lunga.

E’ una notizia l’Olanda fuori dai primi dieci nella pista lunga maschile. Nei 500 metri vinti dal cinese Tingyu Gao davanti al sudcoreano Cha Min Kyu e al giapponese Wataru Morishe il primo tulipano Merijin Sheperkamp è solo 12°. Non è gara per l’Italia: 19° Rosanelli e 23° Bosa.

TRE. Il curling fa la mossa del gambero

Altro che pinguino, qui siamo alla mossa del gambero. Tre partite tre sconfitte. Dopo l’oro a coppie la Nazionale maschile sta dissipando un po’ dell’entusiasmo che aveva accompagnato il curling a questa Olimpiade. Tanti errori evitabili e un po’ di rassegnazione anche nella sfida con la Cina persa 12-9 e ora per il riscatto c’è la Russia. Domani notte ma le possibilità di superare il turno si assottigliano sempre di più.


DUE: La Margaglio si sveglia tardi

Valentina Margaglio, sotto gli occhi di Zoeggeler, ha mostrato sbandate mostruose nello skeleton dove sognava una medaglia ed è arrivata alla fine dodicesima. Travolta dall’emozione è rimasta nelle retrovie anche nelle penultima manche ed ha comunque recuperato dal 16° al 12° posto con il terzo posto parziale nell’ultima. Si è svegliata troppo tardi. L’obiettivo è Cortina 2026. Una curiosità: il preparatore tecnico dello skeleton è Milko Campus, ex grande saltatore in lungo (8,13 nel ’94) delle Fiamme azzurre. Storico bronzo per l’olandese Bos, con la vittoria della tedesca Hannah Neise sulla canadese Jaclyn Narracott.


UNO: Il fantasma di Fourcade nel biathlon

Voto uno a chi ha messo in giro la voce che Martin Fourcade, uno dei più grandi biathleti di tutti i tempi ritiratosi nel 2020 a 31 anni con 5 medaglie d’oro al collo, sarebbe stato in gara. E zero a chi, data un’occhiata ai risultati, ha scritto frettolosamente (non in Italia) che il francese era rimasto clamorosamente fuori dai primi dieci annunciandola come notizia clamorosa. E’ il giornalismo di oggi: Fourcade è impegnato nell’organizzazione di Parigi 2024.

Leandro De Sanctis

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