CINEMA In between – Libere disobbedienti innamorate

IN BETWEEN – Libere disobbedienti innamorate. Regia: Maysaloun Hamoud. Interpreti: Mouna Hawa, Shaden Kanboura, Mahmoud Shalaby, Riyad Sliman, Sana Jammelieh

Il titolo originale, In between, esprime molto meglio quel senso di incertezza, di sospensione tra mondi diversi e contrastanti, che il film cerca di raccontare. Tre giovani donne arabe a Tel Aviv, in fuga e sospese tra origini e futuro, fra una tradizione opprimente e il desiderio di inseguire altro, liberamente e senza vincoli decisi da altri. 
Superando il fastidio che a un non fumatore darà vedere fumare tutto il tempo le protagoniste (pochissime le scene senza canne o sigarette consumate), e rimpiangendo l’impossibilità di vedere il film in lingua originale, In between è da consigliare, nonostante quanto si possa leggere da commentatori militanti in servizio permanente, per cui ogni film deve parlare di tutto, altrimenti è parziale e fuorviante. In between non racconta della città militarizzata o degli altri episodi di repressione attuati dagli israeliani nei confronti degli arabi. Ma un messaggio chiaro e forte lo fornisce, ed è un messaggio che va bene ad ogni latitudine, anche in Occidente dove ogni giorno donne muoiono uccise dai loro ex compagni, presunti innamorati (una persona che ama davvero non può uccidere il soggetto del suo amore): la reale emancipazione femminile, la reale libertà conquistata dalla donna, può concretizzarsi con la presa di coscienza dell’uomo. 
Non per sminuire la valenza femminile, ma per sottolineare la correità dell’uomo, che da padrone a cui fa comodo rispettare consuetudini e ruoli detestabili (in questo caso espressi dal costume familiare dei matrimoni combinati, che in certi Paesi sconfina nella pedofilia (considerata l’età delle giovanissime spose bambine).
Il rispetto della tradizione. In questa storia che vuole essere appunto UNA storia e non LA STORIA degli arabi in ISRAELE, si alza il velo sulla grande ipocrisia della religione, di ciò che si dice in modo ipocrita e ciò che si fa, in maniera violenta, sia concettuale o fisica. E se perfino l’uomo che sembra più moderno e progressista nel vivere la sua storia di amore, si rivela poi arretrato nè più, nè meno degli altri, significa proprio che solo con il cambiamento degli uomini si può realizzare un mondo diverso, libero dalle ipocrisie delle religioni e delle tradizioni vessatorie delle libertà individuali.
Dimenticavo: una colonna sonora molto interessante.

Leandro De Sanctis

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