VOLLEY Il “post” di Marta in Burundi

Una ragazza di 24 anni, giocatrice di pallavolo ma non avulsa dalla realtà. La palleggiatrice torinese ha scoperto e si è avvicinata alle iniziative del Comitato di Collaborazione Medica, alla Campagna Sorrisi di Madri africane per la salute materna e infantile. Qualche anno fa Francesco De Gregori compose un’irridente brano, “Vai in Africa Celestino”, per prendere in giro un politico allora in voga che aveva cavalcato l’Africa e le sue tematiche di povertà, invitandolo appunto a tornare e magari restare nel continente nero. Il caso di Marta Bechis è diverso. La giocatrice, che è stata anche azzurra, ha preso a cuore la causa ed ha voluto dare la sua disponibilità per andare a vedere da vicino la realtà di un Paese particolarmente povero come il Burundi. Andrà a visitare i centri che accolgono le vittime di violenza sessuale e i bimbi che appena nati hanno problemi di salute. Marta tornerà sicuramente con qualcosa di diverso nel cuore, perchè è difficile prendere contatto con certe realtà e non farsene colpire.
Se Marta Bechis ha deciso di avvicinarsi a questa realtà, scoperta grazie alla collaborazione tra la Duck Farm Chieri Torino e il CCM, è perchè ha già dentro di sè sensibilità e qualità umane che l’hanno indirizzata a connettersi con una situazione dolente e scomoda. Saranno dieci giorni che Marta non dimenticherà, c’è da starne certi. Il suo “post” sul Burundi dovrebbe ricordare quotidianamente come si vive certe parti di questo disastrato e sciagurato mondo.

Nel comunicato diffuso anche dalla sua società, la Duck Farm Chieri, si legge tra l’altro:

  In 3 province del Burundi (Bujumbura Mairie, Cibitoke e Muramvya) il CCM ha un progetto pilota contro la violenza sulle donne, in particolare quella sessuale, dove agisce su vari livelli: implementando una campagna di sensibilizzazione rivolta alle comunità locali; rafforzando i servizi sanitari, sociali e giuridici offerti presso il Centro Seruka dall’associazione Initiative Seruka pour les Victimes de Viol partner sul territorio; garantendo accompagnamento tecnico e finanziario agli ospedali distrettuali e ai centri di salute e ai centri socio-assistenziali. In tali zone circa 60.000 donne e 3.000 uomini, di cui 38.000 sono minori, sono vittime di violenza. Il Progetto Kiramama! per la salute neonatale, partito lo scorso giugno, vuole rafforzare le capacità e le competenze del personale sanitario locale, oltre alla consapevolezza delle madri dell’importanza di controlli e cure adeguate. Entrambi gli aspetti giocano un ruolo fondamentale per la sopravvivenza di
neonati problematici o nati con parti complicati. Il CCM è impegnato in attività di formazione e cura, dimostrando come anche personale non altamente qualificato, ma adeguatamente formato e supervisionato, svolga un’azione significativa perridurre la mortalità e la morbilità neonatale. Beneficeranno dell’intervento circa 3.500 neonati, che verranno accolti con tecniche adeguate (e, quando necessario, salva vita) alla nascita e monitorati nei loro primi giorni di vita. Per saperne di più www.ccm-italia.org

Leandro De Sanctis

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