CINEMA Il Premio (di Alessandro Gassman)

Il Premio, film di Alessandro Gassman
Il Premio, locandina film

IL PREMIO – Regia: Alessandro Gassman. Interpreti: Alessandro Gassman, Gigi Proietti, Anna Foglietta, Rocco Papaleo, Matilda De Angelis, Erika Blank, Marzo Zitelli, Andrea Jonasson.

Il Premio, diretto e interpretato da Alessandro Gassman, è un film godibile, onesto, ma anche imperfetto per qualche ingrediente in eccesso di cui si poteva tranquillamente fare a meno. Si ride e ci si diverte nell’assistere al film on the road che tocca paesaggi meravigliosi, dalle montagne austriache al lunghissimo ponte-meraviglia che dalla Danimarca conduce in Svezia. Una ricchezza non abituale per il cinema italiano per tanti anni confinato nel “due camere e cucina”, come si diceva un tempo.
Non potendo dimenticare che Alessandro Gassman è figlio di cotanto padre, risulta naturale immaginare spunti autobiografici nel rapporto tra il figlio Alessandro e il papà del film, interpretato con misura e carisma da Gigi Proietti, perfino straniato a volte, nel tentativo di non rievocare il comico che è in lui e che lo ha eletto re del teatro popolare degli ultini decenni.
Dove il film solleva interrogativi è in certe cadute di stile, nello spingere a tutti i costi il pedale della sessualità (eticamente, almeno l’inserto erotico di Gassman nella sauna, avrebbe potuto e dovuto essere evitato, anche semplicemente cambiando il soggetto del desiderio). Insomma, qualche caduta di stile c’è, ma va apprezzato l’intento e l’autoironia con cui il figlio Gassman si tratteggia ignorantone impenitente, con sorella snob (Anna Foglietta). Rocco Papaleo cerca di dare vita ad un segretario particolare (del maestro vincitore del Premio Nobel, perchè è questo il Premio che dà il titolo al film) un po’british e un po’ruspante, umorismo asciutto e comportamenti composti che non limitano il divertimento.
C’è anche una morale, un messaggio che stava a cuore ad Alessandro Gassman, un richiamo alla famiglia, alla condivisione, forse per far pace con inquietudini interiori del passato, nel modo che gli è più congeniale, con una dolcezza sempliciotta, così umana che suscita empatia.

Leandro De Sanctis

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