CINEMA C’era una volta…a Hollywood

C’ERA UNA VOLTA… A HOLLYWOOD Once Upon a Time in… Hollywood
Durata: 161 min. Regia: Quentin Tarantino
Sceneggiatura: Quentin Tarantino. Produttori: Quentin Tarantino, David Heyman, Shannon McIntosh
Interpreti: Leonardo DiCaprio, Brad Pitt, Margot Robbie, Emile Hirsch, Margaret Qualley, Timothy Olyphant, Dakota Fanning, Bruce Dern, Luke Perry, Damian Lewis, Al Pacino, Damon Herriman, Maya Hawke, Kurt Russell, Zoë Bell, Michael Madsen.
* edizione originale con sottotitoli in italiano.


Scritto da Luca De Sanctis

L’uscita al cinema di una nuova pellicola di Quentin Tarantino ormai è un vero e proprio evento per i fan, che attendono trepidanti sin dall’annuncio ufficiale dell’inizio della lavorazione del film. Le aspettative sono sempre altissime e nonostante si possa tranquillamente dire che il regista americano non abbia mai sbagliato un colpo, i suoi film sono spesso molto diversi tra loro. E benché siano accomunati dallo stesso linguaggio non sempre presentano gli stessi elementi distintivi che i fanatici ricercano.
Once upon a time… in Hollywood è un film 100% Tarantino, nella forma e nell’immaginario. Stavolta però il regista sembra voler appagare più se stesso nell’ambientazione e nella sostanza del film, lasciandosi comunque dietro una bella manciata (forse anche leggermente forzata) di ossa per i cani famelici che bramano la loro dose di “tarantinate”.


Los Angeles, fine anni 60

Chi conosce Tarantino e le sue fissazioni saprà assaporare ancora meglio l’incredibile lavoro fatto per ricreare la Los Angeles di fine anni Sessanta, nei colori e nei costumi ma soprattutto nelle menti dei protagonisti, in bilico tra la meraviglia e il terrore.
Vengono omaggiati tantissimi nomi del cinema americano e italiano degli anni 60 (come Steve McQueen, Dean Martin, Sergio Corbucci, Antonio Margheriti e molti altri) e se in precedenza i riferimenti agli idoli del regista venivano abilmente inglobati nella narrazione e colti solo dagli spettatori più preparati, questa volta si tratta di veri e propri altarini, reiterati alla luce del sole.
Once upon a time… in Hollywood procede a ritmi lenti e frammentati e se la prende comoda per arrivare al teatrale epilogo finale. Nonostante ciò le due ore e mezza abbondanti non pesano grazie alla bellezza delle immagini e delle situazioni che scorrono come in un film d’altri tempi, e soprattutto grazie alla recitazione degli interpreti, come sempre selezionati accuratamente, che regalano vere e proprie lezioni di recitazione. Se Leonardo Di Caprio toglie il fiato con la sua interpretazione animalesca e ricca di pathos (con Brad Pitt accanto, nel ruolo di stuntman e amico) Margot Robbie stringe il cuore con la sua versione di Sharon Tate che, anche se con pochissime battute, riesce a toccare e contagiare avvalendosi di un’espressività e fisicità fuori dal comune.
Tarantino non ha nulla da dimostrare e questo nono (e probabilmente penultimo) lavoro forse non raggiunge i livelli dei suoi classici ma è sicuramente più maturo sotto molti aspetti, ricco di storia ed emozioni. Le lunghe sequenze in macchina sono un riferimento ai suoi primissimi ricordi della città, quando da bambino sul sedile posteriore della macchina dei genitori ammirava le luci delle strade del centro.
Da cittadino e amante di L.A. e degli anni d’oro del cinema di Hollywood, Tarantino ricostruisce l’atmosfera di quegli anni fondendo sogni e ricordi. Situazioni reali fedelmente ricostruite si mischiano alla stupenda finzione orchestrata e modellata dal regista che si diverte e gioca ma facendo sul serio. Gli spunti di riflessione sono tanti, così come i messaggi che il film fa arrivare, a volte con intere porzioni di trama, altre con semplici frasi che sembrano all’apparenza lasciate al caso ma ovviamente non lo sono.
Tarantino non ha mai tenuto nascosta la sua passione per la Hollywood di metà secolo e il rammarico per essere entrato a far parte di quel mondo con qualche decennio di ritardo rispetto al suo periodo d’oro.

Charles Manson


Il tristemente celebre massacro di Cielo Drive del ’69 da parte della Family di Charles Manson segnò irrimediabilmente l’atmosfera di quegli anni portandosi via la spensieratezza e la magia di una Hollywood che non sarebbe mai più tornata com’era prima. Questo evento così segnante viene utilizzato da Tarantino come pretesto per raccontare una realtà ormai lontana ma ancora non sbiadita, tantomeno per lui. Nei mondi creati dal regista, per quanto grotteschi e traboccanti di violenza, tutto alla fine trova il suo posto in una sorta di equilibrio cosmico che, nonostante lasci spesso l’amaro in bocca, è interpretabile come un lieto fine.
Se la Storia fosse una fiaba che inizia con “c’era una volta…” sarebbe bello se ad averla scritta fosse stato Quentin Tarantino.

Trailer: https://www.youtube.com/watch?reload=9&v=Scf8nIJCvs4

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Luca De Sanctis

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