50 anni fa Julio Iglesias lasciò il Real Madrid e il calcio

“Sognavo di essere un portiere, ma le cose per me sono andate in altro modo, è la vita”. Julio Iglesias giusto 50 anni fa fu costretto a dare l’addio al sogno di diventare un campione di calcio. Era portiere, giocava nella squadra giovanile del Real Madrid sul finire degli anni ’50, quando nel Real c’era gente come Di Stefano e Puskas, Gento, Kopa e Santamaria. Fu spedito in prestito a maturare, presso il Castilla, dove giocò insieme con Grosso e Villaverde, che avrebbero poi fatto parte del Real Madrid vincitore in Coppa Campioni.
La passione per la porta gliel’aveva trasmessa il nonno, che impazziva per Ricardo Zamora, l’immenso portiere della Spagna. Julio Iglesias rimase vittima di un brutto incidente stradale, che lo costrinse all’immobilità per diversi mesi. Era il 22 settembre 1963, Julio, che all’epoca studiava legge perchè pensava di fare l’avvocato a fine carriera calcistica, in quel tremendo incidente rischiò di rimanere paralizzato. Doveva essere la festa di compleanno per i suoi 20 anni, si trasformò nella notte che avrebbe cambiato la sua vita. Un anno e mezzo per tornare a camminare, naturalmente addio al calcio.
Durante la sua lunga e malinconica permanenza in ospedale, Julio Iglesias componeva testi, cantava sommessamente canzoni tristi. Un infermiere gli fece un dono inatteso: una chitarra. “Non giocherai più al Bernabeu, ma con questa potrai forse avere un’altra bella carriera”. Parole profetiche, visto che Julio Iglesias è diventato il più popolare cantante spagnolo, capace di vendere circa 300 milioni di copie dei suoi dischi, artista europeo di maggior successo tra quelli di lingua non anglofona.
Al suo Real Madrid è rimasto legatissimo, tifoso allo stadio e davanti alla tv. Nel 2012 il Real Madrid lo ha gratificato nominandolo socio onorario, insieme con il campione di Formula 1 Alonso e il golfista Garcia. La motivazione del Real per Julio Iglesias fu: “Per essere da tanti anni un punto di riferimento della musica del nostro Paese e nel mondo, un’icona forgiata nel segno di un costante miglioramento”

 

Leandro De Sanctis

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