Covid-19 e i rischi per chi viaggia in bus a Roma

Covid-19 e i rischi per chi viaggia in bus a Roma.
Il sospetto è che chi redige decreti e regole, spesso non è al corrente della realtà. Succede anche a Roma e finalmente pure i media hanno capito che uno dei maggiori veicoli (è proprio il caso di usare questo vocabolo) del Covid-19 è il bus. Ne circolano pochi e sono di conseguenza sovraffollati, al punto che anche i borseggiatori sono tornati al lavoro.
A diffondere la pandemia non sono o sarebbero le presenze negli stadi di calcio o nei palasport, ad esempio, di discipline sportive che hanno subito la condanna a morte dei presunti scienziati e di chi riversa il suo odio preconcetto su ciò che non segue e non conosce.
Per la serie questa cosa non mi interessa per cui “chisseneimporta” se è uno dei motori del Paese, se dà (e può togliere se muore) lavoro a centinaia di migliaia o milioni di persone/famiglie. Parlare a vanvera, scrivere idiozie senza conoscere, vaneggiare di priorità, è diventato il passatempo preferito di troppi a causa dei social: dilettanti in buona fede anche se ignoranti e dediti solo alla cultura del proprio ombelico, o professionisti che fabbricano dissenso per scopi precisi. Di certi focolai possibili nelle scuole, anzi fuori, durante l’attesa, si è già parlato e stigmatizzato.
( https://www.vistodalbasso.it/2020/09/29/covid-19-scuola-a-distanza-di-insicurezza/ )

Autobus sovraffollati, perché si rischia

Ciò che è stato stabilito per i bus, a Roma almeno, parve subito una discutibile formula: naturale che le vetture si riempiono progressivamente, per cui si sarebbero dovuti fissare capolinea mobili diversi lungo il tragitto. Altrimenti solo chi sale nelle prime tratte trova posto, specie in quelle linee che dalla periferia portano al centro o alle stazioni della metropolitana.
L’infelice novità riguarda le nuove vetture che da qualche tempo circolano a Roma, con due sole porte invece di tre.
Ma in era Covid-19 la porta anteriore vicino al conducente non è agibile, per cui in queste nuove vetture si sale e si scende dalla stessa porta. Altro che ridurre i contatti e osservanza del distanziamento!
Chi sale deve dirigersi sulla sinistra verso il fondo della vettura, dove ci sono posti e spazi maggiori rispetto alla ristretta porzione di spazio disponibile andando sulla destra, nella parte centrale-anteriore del bus.
Inevitabile lo “struscio”, prima quando ci si va a collocare, poi quando si percorre il tratto in direzione opposta per scendere.
Davvero geniale chi ha disposto l’acquisto di questi bus fatti in questo modo, scomodissimi anche se non ci fossero le misure anti pandemia.
Inoltre non ci sono più posti inagibili segnalati con cartelli, anche se sulla vettura si leggono le consuete avvertenze.
Non utilizzare mai i posti segnati con divieto.
Ma in realtà non ci sono i segnali.
Sono ammessi anche viaggiatori in piedi fino ad un massimo del 50% della capacità del mezzo.
E dove sta scritto quale è la capacità del mezzo? Quante persone può ospitare? Come fa l’utente che intende salire a saperlo e a sapere se il 50% di una cifra che non conosce è stata superata?
Non sostare nei pressi della cabina di guida o di manovra.
Beh in tutti i bus c’è una catena che separa la zona, e la porta d’accesso è chiusa. Come si fa, anche volendo, a sostare in quella zona? Solo scavalcando la catena….

Gli idioti che… non respirano

Infine un aspetto che riguarda invece i viaggiatori che o non portano la mascherina o la tengono sotto al naso. Nessuno può indurli a rispettare la regola senza rischiare liti sgradevoli o incolumità personale in certi casi. Del resto a chi non è capitato di ascoltare l’idiota di turno che se ne frega delle regole e del prossimo giustificarsi dicendo: Non la posso mettere sopra al naso, non respiro… A me è successo anche ieri sera.

Alcune delle regole di viaggio su un bus in servizio a Roma
Alcune delle regole di viaggio su un bus in servizio a Roma

Leandro De Sanctis

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