CINEMA La tenerezza

LA TENEREZZA – Regia: Gianni Amelio. Interpreti: Renato Carpentieri, Giovanna Mezzogiorno, Micaela Ramazzotti, Elio Germani, Greta Scacchi.

Non sarà un capolavoro, ma La tenerezza è un grande film. Le imperfezioni che gli si possono imputare non inficiano il risultato globale di un’opera seria che scava a fondo nei meandri dell’animo umano offrendo spunti sensibili e forti.
Il rapporto tra genitori e figli, l’influenza quasi sempre inconsapevole che viene assorbita crescendo, da genitori problematici o anaffettivi, come da padri e madri più presenti, magari troppo.
Il mestiere svolto dal personaggio di Giovanna Mezzogiorno è emblematico: tradurre, decodificare, interpretare. Ma a volte può essere più agevole entrare nell’animo di un africano che nella mente paterna. Si parla di tanti aspetti delle vite che si snodano nell’amore e sui binari paralleli, che ai bambini appaiono talvolta misteriosi e confusi, generando sensi di rabbia, malumori covati, repressi.
E il ruolo dei bambini poi, è un indicatore di malesseri ma anche di genuinità. La frase chiave che ha colpito un po’ tutti gli spettatori (“Di cosa vuoi parlare con i bambini? Con i bambini puoi parlare di tutto”) è illuminante della lontananza spirituale e mentale che può crearsi, quando manca l’equilibrio o traumi del passato sono rimasti irrisolti, lasciati a covare sotto la cenere ma pronti a riesplodere.
Ed è proprio attraverso il rapporto con i bambini che può avvenire il riavvicinamento tra un figlio-genitore che ama, sia pure tra mille incomprensioni e frustrazioni, con nuova consapevolezza e andando all’essenza dei comportamenti. Chiudendo un cerchio malfermo avviato in passato.
Renato Carpentieri è il gigantesco protagonista del film di Amelio. Un personaggio lontano dall’essere un “santino”, pieno di difetti, dalla moralità professionale dubbia, ma ancora capace di ritrovarsi e di rileggersi con occhi critici e il rammarico degli errori commessi (“Non amavo mia moglie. O forse sì ma non me ne sono accorto”), di sentirsi vivo nel rapporto con il nipotino, l’ìllusione di rappresentare magari un qualcosa che ai figli fu negato. Di ritrovare vitalità a dispetto delle precarie condizioni di salute, all’esplodere di un dramma che è diventato anche suo.
Straordinaria la sua interpretazione, che da sola varrebbe il film, se non ci fosse tanto altro e un cast globalmente azzeccato, da Michaela Ramazzotti a Giovanna Mezzogiorno, fino a Elio Germano.

Non c’entra niente con il film, ma mi è venuto spontaneo l’abbinamento. Tenerezza, cantata da Gianni Morandi
https://www.youtube.com/watch?v=wiPA1qkOHHo 
 

Leandro De Sanctis

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