Il supplente | Recensione film

Il supplente | Recensione film.
A prima interpretazione Il supplente potrebbe sembrare un film del frequentato filone di crescita generazionale scolastica: il professore che arriva a contatto con una classe difficile e insofferente ma che strada facendo riesce a far breccia tra gli studenti innescando un percorso positivo e coinvolgente.
In realtà il film argentino Il supplente è molto di più. Lo spunto di partenza è quello, ma ciò che il bel film di Diego Lerman propone è un quadro variegato e profondo, capace di toccare temi dove il sociale e il privato s’intrecciano, in maniera mai banale ma partecipata.
Siamo alla periferia di Buenos Aires dove traffico di droga e violenza rendono la vita dura e complicata, a qualsiasi età, specialmente se si vuole (soprav)vivere nella legalità, in una normalità che più che altro significa non cedere alle armi e alla violenza quotidiana come chiave esistenziale.
Chi ha visto la bella serie tv sull’infanzia del calciatore Carlos Tevez, è già consapevole dell’humus dei barrios (quartieri) di Buenos Aires e delle sue regole dure e spietate. Ragazzi adolescenti anche a 15 enni considerati uomini e come tali trattati, combattuti, uccisi se non si piegano alla crudeltà illegale dei boss del barrio. Molti ricorderanno che il calciatore argentino, quando era alla Juventus, festeggiava ogni gol mostrando una maglia con dedica a un barrio: un realtà dalla quale era uscito ma che gli era rimasta nel cuore.
L’insegnante di Letteratura (Juan Minujín, molto bravo nel ruolo) che inizia la sua supplenza, è marito lasciato (la moglie ha preferito una donna), padre e figlio tormentato. E’un uomo che non si arrende, che non ha perso la voglia di lottare.
Il supplente non resta confinato nella mura scolastiche ma molto presto diventa occasione per esplorare la misera crudeltà di un sistema, a vario titolo e livelli colluso con il potere (naturalmente infido e corrotto) che non si cura di scavalcare la legalità per guadagnare il consenso elettorale. Costi quel che costi.
Il supplente Lucio va ben oltre il suo ruolo, si fa carico della studentessa dotata che i genitori vogliono togliere dalla scuola, del ragazzo diventato bersaglio dei boss del barrio, così che un film iniziato tra i banchi della scuola si ritrova tra inseguimenti e pallottole a parlare (anche) di altro. Affermando una volta di più il significato di un atteggiamento sempre più raro nel tempo, se non andato perduto. La capacità e la voglia di fare la cosa giusta, al di là delle competenze professionali e dei ruoli. Mettendo in gioco anche se stessi se si pensa che la causa lo meriti, per il futuro individuale ma anche collettivo.
Forse non a caso il film di Diego Lerman, contando sul passaparola, sta riscontrando un buon successo di pubblico, anche e soprattutto nella sua versione in lingua originale.

Il supplente

IL SUPPLENTE – Argentina (e Messico, Spagna, Ialia, Svizzera, Gran Bretagna) 2022. Durata 112 minuti. * versione originale sottotitolata.
Regia: Diego Lerman
Interpreti: Juan Minujín, Alfredo Castro, Bárbara Lennie, Renata Lerman, Rita Cortese, Belen Enguidanos, María Merlino.

Leandro De Sanctis

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