Yellowstone serie tv | Recensione

Yellowstone, una serie tv western con Kevin Costner, che qualche decennio fa aveva restituito valore ed epicità ad un genere ritenuto ormai fuori moda. Non vedevo l’ora di poterla seguire, ma ora che la prima stagione è archiviata devo ammettere di esserne rimasto sostanzialmente deluso.
Molte le cose belle, ma anche troppi gli aspetti narrativi ostici nel racconto di Taylor Sheridan che non riesce a trovare la misura per addentrarsi nelle vicende della famiglia Dutton, che possiede il ranch Yellowstone e un territorio che definire grandissimo è poco.
Intanto diciamo pure che il personaggio John Dutton, Kevin Costner, è sostanzialmente un arrogante dittatore, in famiglia e fuori, per il quale è difficile provare empatia. La famiglia Dutton è una sorta di famiglia mafiosa che spadroneggia e vuole controllare luoghi e persone, eventi e mutamenti, con la proverbiale religione statunitense della proprietà privata e delle armi.
Le sue prime vittime a vari livelli sono i suoi stessi figli, senza una moglie che possa smussare i ruvidi angoli (vediamo subito che è morta in un incidente di..cavallo causato dalla figlia Beth).
John Dutton è un dittatore western che marchia i suoi lavoranti con lo stesso ferro e la Y che impone alle sue bestie: oggetti di proprietà, soggetti di proprietà. E come tutti i dittatori è cocciuto e non vede altro che le sue ragioni, anche quando ha torto marcio.
I luoghi sono a dir poco fantastici. Il ranch della famiglia Dutton, che è un autentico co-protagonista della serie, è in realtà il Chief Joseph Ranch che si trova a Darby nella Bitterroot Valley e confina con il Parco nazionale di Yellowstone. Una tenuta di 1500 metri quadri che risale al 1880. Le location della serie sono nello Utah e nel Montana, le città che compaiono nelle prime due stagioni sono Salt Lake City, Park City (sede storica del Sundance Film Festival), Summit, Weber e Wasatch. Il Ranch in estate diventa addirittura una meta turistica e si può assaggiare un po’ della vita western soggiornando in quella che nella serie è la sede che ospita Rip Wheeler (l’attore Cole Hauser) l’uomo di John Dutton che dirige i cow boy assunti, stagionali e non.
L’aspetto più interessante per chi non conosce la realtà americana è toccare con mano quanto ancora ci sia di quell’epopea del Far West, tutt’altro che dimenticata. Ci sono le città, dal ranch ci si sposta in elicottero, ma a poche miglia ecco cavalli, bufali, orsi e serpenti a sonagli, montagne e fiumi, recinti dove si domano i cavalli e si impara ad usare il lazo.
E non ultima la malattia degli americani: le armi, abbinate all’uso della forza per difendere (ma non solo) la proprietà privata, privilegiata rispetto al bene comune. Lo spot narra di un uomo che difende il suo ranch da avidi speculatori. Parole fuorvianti perché c’è anche questo, certo, ma John Dutton non è certo uno stinco di santo. Usa ogni mezzo per tutelare i suoi affari e il suo ranch, infischiandosene della morale e della legalità.
Se si pensa che una parte cospicua di americani è proprio come viene mostrata in Yellowstone, si comprendono molte cose degli Stati Uniti, che in vetrina hanno New York e Hollywood, Broadway e Manhattan, ma che essenzialmente sono ancora pesantemente influenzati da quel tipo di “cultura”, se così possiamo impropriamente definirla. Eleggono Trump e fanno morire la gente che non dispone di dollari e carta di credito per farsi curare.
C’è comunque troppa violenza in Yellowstone. Per un niente i personaggi si prendono a pugni o si picchiano selvaggiamente. Si uccide con sconcertante frequenza e facilità, sembra che molti personaggi abbiano delegato a pistole e fucili il loro cervello. I rivali diventano bersagli, la morte aleggia senza pause e spesso si ha l’impressione che ogni scena sia stata girata perché contenesse qualcosa di forte.
Ciò non toglie che nella prima serie ci sono anche dei fastidiosi passaggi narrativi poco convincenti: allo Yellowstone chi prepara colazioni, pranzi e cene? Una figura in tal senso ci stava, ma non appare, non c’è. Al di là dei reiterati comportamenti violenti di Rip, come si fa a considerarlo un assassino se due turisti giapponesi sprovveduti e poco intelligenti si sfracellano?
Il personaggio di Beth Dutton (Kelly Reilly) è a dir poco sconcertante nella sua folle sgradevolezza, non completamente giustificata dalla sua irrisolta problematica psicanalitica.
Di certo il rapporto con i figli è uno dei temi portanti di Yellowstone, con John Dutton padre padrone che vive lampi di tenerezza solo con il nipotino, con cui può interagire come non seppe o volle fare con i figli.
Yellowstone avrà altre due stagioni, per un totale di diciannove episodi.

Yellowstone, la scheda

YELLOWSTONE – Serie Tv Usa, 2018, creata da Taylor Sheridan e John Linson. Tre stagioni: in Italia edita la prima su Sky Atlantic. Regia e sceneggiatura: Taylor Sheridan. Musiche: Bryan Tyler. La prima stagione: 9 episodi, il primo di circa 92′, gli altri tra i 42 e i 50′.

Interpreti: John Dutton (stagione 1-in corso), interpretato da Kevin Costner, Kayce Dutton (stagione 1-in corso), interpretato da Luke Grimes , Beth Dutton (stagione 1-in corso), interpretata da Kelly Reilly, Jamie Dutton (stagione 1-in corso), interpretato da Wes Bentley, Rip Wheeler (stagione 1-in corso), interpretato da Cole Hauser, Monica Dutton (stagione 1-in corso), interpretata da Kelsey Chow, Tate Dutton (stagione 1-in corso), interpretato da Brecken Merrill, Jimmy Hurdstrom (stagione 1-in corso), interpretato da Jefferson White, Dan Jenkins (stagione 1-in corso), interpretato da Danny Huston , Thomas Rainwater (stagione 1-in corso), interpretato da Gil Birmingham, Colby (ricorrente stagioni 1-2, stagione 3-in corso), interpretato da Denim Richards, Lloyd Pierce (ricorrente stagioni 1-2, stagione 3-in corso), interpretato da Forrie J. Smith

Leandro De Sanctis

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