CINEMA Mia madre

http://www.cnlive.it/rai-cinema/2015/05/14/mia-madre-intervista-nanni-moretti-e-margherita-buy.html

MIA MADRE – Regia: Nanni Moretti. Interpreti: Margherita Buy, Nanni Moretti, John Turturro, Giulia Lazzarini

Andando avanti con l’età, si è costretti a fare i conti con gli inevitabili eventi che, quando va bene, irrompono nella vita nell’età della maturità. Ci è passato anche Nanni Moretti e quando un artista vive certi momenti, quelle situazioni, è inevitabile che prima o poi finiscano nella sua opera. Il regista romano di Brunico, 61 anni, aveva già portato il privato sullo schermo, raccontando e raccontandosi. 

Stavolta lo fa realizzando un film intenso e riuscito, delicato e profondo, intimo e al tempo stesso universale, come può essere la malattia di una madre, la dolorosa fine di una vita, vissuta dai figli che lavorano, che magari hanno perso qualcosa (o molto) strada facendo, dell’essenza stessa dei loro genitori, in questo caso di una madre professoressa.

Nanni Moretti affida se stesso al personaggio di Margherita Buy e si ritaglia un ruolo più sobrio e defilato, convincendo anche sotto il profilo della recitazione, misurata, essenziale, dolente senza ostentazione. Proprio l’equilibrio e l’intensità sono due qualità notevoli di un film che sa essere anche divertente, soprattutto grazie alla presenza di John Turturro. 
Amour di Michael Haneke era risultato perfino insopportabile, nella sua cruda e crudele bellezza narrativa, trattando e descrivendo la malattia tremenda, epitaffio di una lunga storia d’amore durata fino alla vecchiaia. Mia madre sceglie un registro diverso, inserendo il particolare nel tutto, la vicenda familiare e privata nel mondo aperto, nel lavoro che i due fratelli affrontano in modo diverso. Il fratello Nanni addirittura lo lascia, non ne vuol più sapere, e sarei curioso di chiedergli il motivo, dato che la sua azienda gli offre comprensione ed è disposta ad aspettarlo. La sorella Margherita ci si getta a capofitto, anche se pian piano matura riflessioni e consapevolezze nuove.
E la cosa fantastica è che Nanni Moretti riesce, perfino in un contesto intimistico come quello che rappresenta, a dare un messaggio civile e politico di estrema attualità, a sostegno del valore dell’insegnamento e degli insegnanti, che talvolta cambiano la vita e restano per sempre nel cuore dei loro studenti. 
Quegli insegnanti che ogni nuovo governo vilipende e svilisce, non volendo comprenderne il ruolo e l’importanza e per questo varando ogni volta riforme vergognose e imbarazzanti, che non fotografano la realtà e non offrono soluzioni. Un’offesa per uno dei mestieri più belli del mondo.

Leandro De Sanctis

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