Security | Recensione film

Security | Recensione film.
Non c’è bisogno nemmeno di fare un paragone con Il Capitale umano, l’altro romanzo di Stephen Amidon trasformato in un film da Paolo Virzì. Security è banalmente un brutto film che manca ogni suo obiettivo. Risulta noioso, artificioso, non interessante. Un po’ per la regia di Peter Chelsom che avrebbe dovuto dirigere con polso fermo i suoi attori, che anche se bravi in assoluto, si esprimono al di sotto del loro standard. Quelli poi che non hanno qualità naturali, recitano senza trovare la misura, il registro giusto, sempre sopra le righe e senza motivo.
Quando la storia risulta un po’ attorcigliata, per cosi dire, e gli attori non recitano come si dovrebbe, è fatale che un film deluda e induca spesso a guardare l’orologio.
Maya Sansa è stata migliore in quasi tutti i suoi film, perfino Fabrizio Bentivoglio, chiamato all’ennesima caratterizzazione di spessore, è tradito dalla reiterazione di uno stile che ha già mostrato e dalla peculiarità isterica del suo personaggio. Giulio Pranno (che Salvatores aveva utilizzato al meglio in Tutto il mio folle amore e riproposto in Comedians) non ingrana, risultando sgradevolmente esagerato nel suo approccio ad un personaggio forse non facile.
Silvio Muccino non riesce a far ricredere chi non gli attribuisce qualità attoriali particolari, e sbagliare toni e registro per un attore di lunga data, è un’aggravante.
Meglio Marco D’Amore, anche se i difetti di un film che non decolla e si fa dimenticare in fretta, ingoiano ogni buona intenzione. Perché al di là della bontà dell’opera da cui il film è tratto, il cinema è qualcosa di diverso e ha bisogno che ogni cosa funzioni a dovere. E in questo Security sono troppi gli aspetti respingenti.

Security, la scheda

SECURITY – Italia 2021. Regia: Peter Chelsom. Interpreti: Marco D’Amore, Fabrizio Bentivoglio, Maya Sansa, Valeria Bilello, Silvio Muccino, Giulio Pranno, Ludovica Martino, Beatrice Grannò, Tommaso Ragno.
Tratto dal romanzo di Stephen Amidon.

Leandro De Sanctis

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