Giani paragona Modena alla Juventus della serie B

La Juventus vincitrice della Serie B di calcio 2006-07

“Quando la Juventus andò in serie B si guardò intorno e disse: chi ci sta con me? E con quelli è ripartita e poi si è visto dove è arrivata”

Andrea Giani

La frase pronunciata da Andrea Giani, tifoso della Roma calcio, primatista di presenze con la Nazionale di pallavolo, tre volte campione del mondo e attualmente allenatore del Modena Volley, mi ha inorgoglito.
Giani è uomo di sport e conosce il calcio. Modena è stata spesso definita la Juventus del volley per la ricchezza dei suoi trofei, ora la si accosta ai bianconeri anche per questa scelta, dettata dal presente ma proiettata nel futuro.
Nel momento in cui Modena per ragioni di bilancio e di sopravvivenza ha perso i suoi pezzi migliori, pagando il prezzo della sopravvivenza alla devastazione economica prodotta dal Covid-19, Andrea Giani ha trovato le parole migliori per cercare di far comprendere cosa sta succedendo e per invogliare la gente del volley a stare vicina al Modena.
Resistere oggi per tornare a vincere domani. Non si può certo paragonare il volley al calcio, nel senso che anche nella pallavolo le bandiere non ci sono più, e non sempre per volontà dei giocatori, visto che ci sono squadre che licenziano allenatori e giocatori incuranti dei contratti, magari intentando perfino pretestuose cause.
Quella Juventus andando in serie B perse molti campioni, oltre all’allenatore Capello. Ognuno con le sue motivazioni decisero di andare altrove Ibrahimovic, Emerson, Thuram, Vieira, Cannavaro e Zambrotta.

I campioni che restarono per vincere la B

Ma ci furono altri campioni che scelsero di restare, per contribuire all’immediato ritorno in Serie A nonostante la mega penalizzazione, per riportare subito la loro squadra tra le grandi e riprendere il cammino verso altre vittorie. Del Piero (il capitano), Trezeguet, Buffon, Camoranesi. Nedved, Birindelli (il vicecapitano) ma anche Chiellini, Palladino, Marchionni, il gruppo dei giovani promettenti come Marchisio, Giovinco, Paro, De Ceglie, in una rosa che comprendeva anche Legrottaglie, Cristiano Zanetti, Boumsong, Kovac, Tudor, Giannichedda, Bojinov, Mirante, Piccolo, Balzaretti, Belardi, Zalayeta, Zebina.
Quella Juventus il campionato lo vinse (85 punti frutto di 28 vittorie, 10 pareggi, 4 sconfitte, 83 gol segnati, 30 subiti nelle 42 gare), andando a giocare in campi che non avrebbe mai immaginato di frequentare. Ma con umiltà e professionalità, esprimendo anche attaccamento alla maglia, dettero il massimo senza pensare troppo al fatto che si esibissero su una ribalta minore. L’allenatore era Didier Deschamps.
Vidi tutte le partite della Juventus in quella stagione 2006-2007, perché ovunque giochi, per me la Juve è la Juve. Ad eccezione di quelle giocate mentre ero in Giappone a seguire i Mondiali di pallavolo maschile (l’Italia di Montali sarebbe arrivata quinta). Mi persi tre partite: il pareggio in trasferta con l’Albinoleffe, il 4-1 sul Lecce, l’1-1 esterno con il Genoa.
Di quella Juventus ancora oggi è rimasto Buffon, gratificato giustamente dalla società di quella considerazione e di quella riconoscenza che non fu invece concessa al capitano Del Piero, che pagò anche l’arrivo di Conte in panchina come allenatore.
Tornata in Serie A, la Juventus si classificò al terzo posto nel 2007-08 e al secondo posto nel 2008-09, con Ranieri allenatore.

Giani: “Continueremo ad essere protagonisti”

“Ci troviamo in un contesto particolare. Fare conferenza stampa qui sul campo è surreale. In questo periodo mi ha infastidito leggere commenti sulla nostra squadra che mi hanno lasciato basito. Io e Sarto abbiamo vissuto la pallavolo degli ultimi 30 anni, e ho visto sparire delle realtà sportive straordinarie, una è Parma, una è Treviso, ma anche Ravenna, Cuneo… una storia di società di pallavolo che hanno veramente creato grandi atleti ma sono sparite. Mi meraviglia che in un momento come questo, di difficoltà, c’è chi ha detto che questa società non ha forza di sopravvivere. Il passato per le aziende è determinante, quando è scoppiato il covid io ero convinto di essere nella miglior società sportiva del mondo e questo pensiero l’ho espresso a Sarto, Catia, Giulia, ne sono assolutamente convinto, Abbiamo sudato ma ci presentiamo qui non con la coda tra le gambe, ma da protagonisti , e lo saremo. Lo siamo stati nel passato, nel presente e nel futuro”

Leandro De Sanctis

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