CINEMA Jason Bourne

JASON BOURNE – Regia: Paul Greengrass. Interpreti: Matt Damon, Alicia Vikander, Tommy Lee Jones, Vincent Cassel, Riz Ahmed.*
*visto in edizione non originale, doppiata in italiano 

In un periodo di prolungata assenza di James Bond, i film della saga di Jason Bourne erano diventati quasi una sorta di 007 rivisitato. Scenari da una parte all’altra del mondo, luoghi esotici, protagonisti che in un amen colavano da Istanbul a Mosca, da Berlino a Venezia, non escludendo il deserto. E risultavano anche avvincenti per gli amanti del genere. Ma l’ultimo capitolo della saga di Jason Bourne, sia pure ben confezionato e infarcito di abbondanti e fin troppo lunghe scene di azione e inseguimenti in moto a auto (roba da dar lavoro per mesi a un carrozziere…), alla fine lascia qualche perplessità in chi a un film chiede anche altro. Tommy Lee Jones e Vincent Cassell sono cattivi che funzionano, e non c’era da dubitarne.
 Il congegno funziona, le porte che ovunque si aprono e richiudono con perfetta sincronia, telefoni sotto controllo, immagini satellitari che individuano una moneta da 50 centesimi a chilometri d’altezza, personaggi che non parlano (la parte di sceneggiatura affidata a Matt Damon starà in meno di due paginette, come ai tempi del forcaiolo Schwarzenegger in Commando) ma mirano, puntano, sparano. Una spruzzata di intrighi di palazzo, il potere del web che tutto e tutti spia nelle mani governative, il tradimento di chi sbandiera il web come elemento di libertà, usandolo invece solo per arricchimento personale. Insomma, un po’ d’inquietante attualità c’è, ma la sensazione generale del già visto e del nulla di nuovo fa capolino, e non basta l’abilità di regia e soprattutto del montaggio e far sì che Jason, eterno fuggiasco, centri completamente la sua missione. Anche noi, come lui, ne abbiamo ormai viste troppe…

Leandro De Sanctis

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