VOLLEY Alle Radici dell’AltoTevere

Tre vittorie consecutive, 9 punti, settimo posto in classifica con 20 punti. Ecco cosa hanno fruttato all’AltoTevere Città di Castello il 3-0 con Molfetta e i due colpi in trasferta a Verona e addirittura Modena. All’improvviso, dopo aver dato una sterzata affidando a Vittorio Sacripanti il ruolo di direttore generale, il presidente Arveno Joan e la sua società si sono ritrovati a sorridere anche guardando la classifica. Al punto che ora si è materializzato il pensiero di provare ad entrare nei play off, traguardo non da poco per una neopromossa con tanti problemi da risolvere ma anche un notevole serbatoio di entusiasmo. Domenica al PalaKemon di San Giustino arriva la capolista Lube e gli appassionati di volley sono invitati alla festa.
    Dietro il boom della matricola umbra, c’è l’allenatore finora meno conosciuto e celebrato della Serie A1, Andrea Radici. Quarantesette anni, nativo di Città di Castello, passò presto dal campo alla panchina, stimolato dai concittadini Fausto Polidori e Giuseppe Cuccarini.
    «E’ grazie a loro che ho appreso questo mestiere», racconta Andrea, che ha vissuto la sua carriera toccando le maggiori città del volley umbro: Perugia, Spoleto, Foligno, Bastia, prima di tornare a Città di Castello e di centrare una splendida promozione l’anno scorso.
    «Ho fatto tante finali giovanili, ebbi la fortuna di conoscere colleghi come Lorenzetti, Barbolini, Montali».
    La sua è stata una crescita continua, professionale ed umana. Sposato con Cristina, che insegna Lettere antiche ed è archeologa, ha un figlio, Alberto, attualmente bloccato da un infortunio.
    Si augura che i risultati dei suoi ragazzi facciano superare le negatività e coagulino attorno alla squadra il bel pubblico che la zona umbra sa offrire con crescente entusiasmo.
    «Questa energia positiva va indirizzata, la società è stata brava a proseguire l’opera e credo che il nostro compito sia quello di dare l’esempio, con passione»
    Una carriera vissuta sempre ai margini del grande volley. 
«Ma è stato un percorso lungo e piacevole, perchè ho scoperto che il volley era la mia passione e la mia vita. Se non lo assapori quotidianamente vuol dire che non è questa la passione. Ho cercato sempre di aggiornarmi,  capire, studiare. Ricordo Zaytsev piccolino alla Rpa Perugia, Marra, Rossini…»

    E finalmente ora si sta godendo la ribalta dei grandi.
    «E’ una novità continua. Un conto entrare nei palazzetti pagando il biglietto, altro allenando una squadra. Devo ringraziare questo gruppo di ragazzi che in questi due anni mi ha dato la possibilità di misurarmi con delle persone che hanno dimostrato di saper giocare e di saper essere ogni giorno una squadra. Sono giocatori superiori alla media. Hanno grande voglia di arrivare un ottimo carattere. Si applicano molto, giocatori che faranno sicuramente un salto di qualità: Piano, Fromm, Van Walle (opposto atipico, molto tecnico, completo, difende mura, batte). Sono tutti veri appassionati di pallavolo: è questa la nostra fortuna. E i più giovani non sono meno importanti ma sono la vera forza della squadra, grandi trascinatori. Come Corvetta, che ci ha fatto fare un salto di qualità. Credo molto nel fatto che l’allenatore è strumento in mano al giocatore e non viceversa. L’AltoTevere gioca all’italiana, e veder sposare questa caratteristica da gente che viene da culture diverse, fa piacere. Mi fa piacere se seguono, se ci credono. L’allenatore deve caratterizzare la squadra tecnicamente e tatticamente».
    Piano è stato una piacevole scoperta della Nazionale di Berruto.
    «Matteo è un altro dei nostri leader, ha qualità superiori alla media. Come persona e come atleta»
Andrea Radici ama leggere, soprattutto letteratura contemporanea, romanzi storici, letteratura turca moderna. Ma gli piace anche godere della compagnia degli amici all’aria aperta. Lo chiamano il Conte Mascetti, come l’immortale personaggio di Amici miei interpretato da Ugo Tognazzi, perchè quando c’è da fare scherzi, ne combina di tutti i colori (“Non mi fermò nemmeno un’ingessatura…”) La sua musica del cuore è quella dei cantautori italiani, da Pino Daniere a Luca Carboni. Al cinema i thriller mettono tutti d’accordo in famiglia. Ma con il suo AltoTevere preferisce continuare ad offrire divertimento: «Noi ci proviamo…»

* parzialmente pubblicato sul Corriere dello Sport di mercoledì 5 febbraio 2014

Leandro De Sanctis

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