Ryuichi Sakamoto addio, l’emozione da Barcellona a Palinuro

Ryuichi Sakamoto addio, l’emozione da Barcellona a Palinuro.
Ryuichi Sakamoto, musicista, compositore e attore giapponese, è morto il 28 marzo a Tokyo, all’età di 71 anni.

(坂本 龍)

Conobbi Ryuichi Sakamoto prima come attore che come musicista, grazie a quello splendido film di Nagida Oshima, Merry Christmas Mr.Lawrence (1983), uscito in Italia con il titolo Furyo. Una storia ambientata in un campo di prigionia giapponese e tratta dal libro autobiografico dello scrittore sudafricano Laurens van der Post: nel cast c’erano Tom Conti, David Bowie e un’altra grande stella allora nascente del cinema nipponico, Takeshi Kitano. Ryuichi Sakamoto interpretava il capitano Yonoi, ma aveva firmato anche la colonna sonora, comprendente l’ormai celebre Forbidden Colours, cantata magistralmente da David Sylvian.
Ecco, da Forbidden Colours e dal film nacque la mia passione per la musica di Sakamoto.
Nel corso di una delle mie prime trasferte in Giappone, ma soltanto a Mondiale di atletica concluso, nel 1991 a Tokyo, ebbi modo di andare a caccia della sua musica prima e di uno zaino poi, che contenesse i cd che avevo acquistato.
Ricordo quel senso di smarrimento che mi colse nel primo grande negozio locale che visitai, un po’perché non pronunciai subito nel modo esatto il nome di Sakamoto (avrei più o meno dovuto dire Ryuigi…) un po’ perché pur avendomi la commessa indicato il grande scaffale, la costa dei cd mostrava titolo e autore soltanto nei caratteri giapponesi, che potete vedere nell’etichetta che ho riprodotto.

Etichetta giapponese di un album di Ryuichi Sakamoto
Etichetta giapponese di un album di Ryuichi Sakamoto

Come sempre mi succede quando scopro e mi innamoro, musicalmente, di un artista, iniziai a seguire Sakamoto e ad acquistare regolarmente i suoi lavori. E dopo l’Oscar per L’ultimo imperatore, il film di Bernardo Bertolucci, e la colonna sonora per Il tè nel deserto, trovare i suoi cd non era più un’impresa da appassionati.

Comprensibile l’emozione che mi attendeva a Barcellona, nel 1992, quando Ryuichi Sakamoto si occupò della cerimonia d’apertura dell’Olimpiade (la prima Olimpiade che ebbi modo di seguire per lavoro), componendo la suite El Mar Mediterrani (pubblicata poi nel 1999 nell’album Cinemage). Ne scrissi presentando la cerimonia inaugurale e poi raccontandola, cercando di trasmettere ciò che quelle note, quel modo di comporre a me già ben noto, avevano suscitato. Note che nascondevano anche perfino un fugace riferimento, non so se e quanto voluto, a un passaggio di Atom heart mother dei Pink Floyd, almeno a mio avviso.
A 31 anni di distanza è ancora uno dei ricordi artisticamente più emozionanti che ho potuto vivere grazie alla mia professione.
Tornai altre due volte in Giappone, nel 1998 e nel 2006 per due Mondiali di pallavolo, ma in quelle occasioni bastava ormai andare nei grandi negozi musicali di Tokyo per trovare i suoi nuovi album e cercare di scovare qualche vecchio lavoro nelle edizioni originali nipponiche.

Ryuichi Sakamoto, il concerto con Morelembaum a Palinuro

In concerto ho ammirato Ryuichi Sakamoto a Palinuro, quando suonò la musica tratta dall’album omaggio a Carlos Jobim e alla nossa nova, A day in New York, che aveva realizzato con Paula e Jacques Morelembaum. Non la sua musica quindi, non quella che avrei voluto ascoltare, ma ad un certo punto del concerto, verso la fine, strizzò l’occhio al pubblico donandogli quella decina di note immortali che immediatamente rimandavano a Forbidden Colours: magnifico “gancio” emotivo. Lo trovai un bel modo per avvicinarsi con complicità al suo pubblico. Un po’ come fa spesso (o sempre?) Claudio Simonetti che anche se non è in tema, suona alle tastiere qualche nota di Profondo rosso.

Ryuichi Sakamoto oltre i confini, amando l’Italia

Ryuichi Sakamoto è stato un artista straordinario, tra cinema e musica. Ha lavorato con alcuni tra i più grandi registi, da Bernardo Bertolucci a Nagisa Oshima, da Pedro Almodovar a Volker Schlöndorff (1990), da Brian De Palma ad Alejandro González Iñárritu. Musicalmente, dopo la prima fase della sua carriera con la Yellow Magic Orchestra, ha portato il suo tocco giapponese in una musica che partendo dall’elettronica ha poi lasciato il segno nella storia delle musiche per il cinema, contribuendo in maniera fondamentale a molti album di David Sylvian. Pianista impegnato nelle grandi tematiche ambientali, con David Byrne e Cong Su vinse l’Oscar nel 1987 per la colonna sonora del film L’ultimo imperatore, di Bernardo Bertolucci.
Il suo legame con l’Italia ha radici lontane, come testimoniarono alcuni titoli delle sue canzoni. Venezia, Amore, Verso lo schermo, Milan 1909, Intermezzo, Poesia.
In Italia il pubblico è molto preparato ed estremamente sensibile” disse arrivando per una delle sue ultime tournée italiane.

Cd di Ryuichi Sakamoto, collezione privata
Cd di Ryuichi Sakamoto, collezione privata

Leandro De Sanctis

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