La mia vita con John F.Donovan | Recensione

La mia vita con John. F Donovan ha avuto un’esistenza tormentata come il protagonista della vicenda che racconta. Il film di Xavier Dolan ha pagato soprattutto l’ostitilità, ingiustificata aggiungo, di una critica frettolosa e incapace di mettersi in sintonia con la profondità dell’opera.
   O forse va detto che la bellezza e l’interesse de La mia vita con John F. Donovan sono in un substrato verso il quale lo spettatore è invitato a scendere, non fermandosi in superficie. Non dico che il film sia perfetto, ma al di là di tutto, conta piuttosto la sua anima, le tematiche che affronta, che sia pur non inedite naturalmente, sono rappresentate in maniera personale, e raggiungono chi ha la sensibilità di lasciarsene colpire.
   Il rapporto tra genitori e figli, con i problemi di comunicazione e fraintendimenti. Il dilemma del personaggio che diventa pubblico e addirittura modello comportamentale e fonte di ispirazione, tra la libertà dell’essere se stesso e la responsabilità e le coercizioni indotte dal nuovo status, a rischio scandali e pubblica gogna, specie se come in questo caso il focus è una scomoda omosessualità mal vissuta e repressa.
   Ma il punto di partenza, anomalo e affascinante per chi considera la purezza piuttosto che il retropensiero deviato di un’interpretazione malevola (che la cronaca ha messo a forza nel nostro bagaglio), è nell’atipico legame che unisce un bambino di 11 anni e la star della tv. Una lettera spedita, ricevuta come tante altre, che trova sorprendentemente una risposta. Ed è l’inizio di una corrispondenza durata cinque anni. Ciò che da adulto Rupert racconta alla giornalista snob e svogliata che si trova davanti. John F.Donovan e Rupert, due mondi che si incontrano: incrociando pensieri e confessioni delle rispettive aspirazioni e problematiche. Estranei ai loro mondi di appartenenza, trovano accoglienza nell’innocente ma importante scambio di corrispondenza. Un parlare all’altro per dialogare e riflettere su se stessi.
Spesso l’errore che si commette è quello di sottovalutare i pensieri e e dinamiche dei bambini, specialmente quanto attraversano una fase di passaggio e sono particolarmente sensibili e dotati, speciali, li si definisce in una parola che comprende molto.

Jacob Tremblay, piccolo attore straordinario

   Al riguardo i due attori che rappresentano il tormentato e intenso vissuto, della star televisiva (Kit Harington) e del ragazzino speciale (Jacob Tremblay da bambino, da adulto Rupert Turner avrà il volto di Ben Schnetzer) , sono molto convincenti nell’esprimere le complessità di John F. Donovan e del piccolo Rupert.
Jacob Trambley è straordinario, per qualità recitativa ed espressiva. L’aspro e liberatorio confronto con la madre (Natalie Portman) esalta la sua bravura ed è di notevole intensità.
   I genitori che ci mostra Xavier Dolan fanno fatica ad intendersi con i figli, per ragioni vari. Ma mentre la generazione più old, mamma Susan Sarandon, soffre maggiormente il distacco generazionale e intellettualmente emotivo, la più giovane mamma Natalie Portman, sa resettare e cambiare, andando verso ciò che realmente è il figlio.
E per una volta la scuola fa bella figura, con un’insegnante (Amara Karan) che comprende prima e meglio di un genitore quanto sia speciale il piccolo Rupert.

Jacob Tremblay, La mia vita con John F. Tremblay, di Xavier Dolan
Jacob Tremblay in La mia vita con John F.Donovan

La mia vita con John F.Donovan, la scheda

LA MIA VITA CON JOHN F. DONOVAN – Originale: The death and life of John F.Donovan. Canada, Regno Unito, 2018. Regia: Xavier Dolan. Interpreti: Kit Harington, Natalie Portman, Jacob Tremblay, Susan Sarandon, Kathy Bates, Ben Schnetzer, Thandie Newton, Amara Karan. Durata: 127 minuti. * visto in versione originale con sottotitoli.

Il trailer originale

Leandro De Sanctis

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