A casa tutti bene, la serie | Recensione

A casa tutti bene, la serie | Recensione.
Anche Gabriele Muccino sbarca in tv con una serie. Lo fa rielaborando e allungando il brodo del suo penultimo film, A casa tutti bene. Otto episodi in questa prima stagione che avrà un seguito, poiché la vicenda è ancora irrisolta. L’universo è quello caro a Muccino: la famiglia con i suoi intrighi, le sue contraddizioni, i rapporti di potere, i piccoli grandi segreti, tra manie di grandezza e visioni diverse della vita.
Il cast è bene assortito, diverso da quello del film ma con una sua identità. La coppia di pensionati che viveva all’Isola d’Ischia e chiamava a raccolta figli e parenti per festeggiare in famiglia le nozze d’oro diventano i coniugi Ristuccia, Pietro e Alba, proprietari di un ristorante a Roma costruito dal nulla e diventato poi il bene che ha dato vita e benessere a tutta l’ampia famiglia. La serie parte bene, anche se la fulminea uscita di scena di Pietro (Francesco Acquaroli) introdurrà forzatamente un ampio e frequente ricorso al flashback che lascia subito intuire la portata dell’accaduto. Le diverse personalità dei film, il microcosmo familiare fatto di intelligenze, ambizioni, scelleratezze figlie del deficit cerebrale dei balordi che si credono furbi, abili solo nel cacciarsi nei guai, oltre ogni immaginazione.
Tra amori clandestini, ex mogli, aspiranti mogli e amanti, il carattere dei personaggi si delinea chiaramente. Quello che tuttavia non convince e anzi finisce per esasperare e irritare, è il comportamento, costantemente esagerato e sopra le righe. Come certi personaggi reagiscono a ciò che accade, l’incapacità di riflettere anche solo pochi secondi, il cadere puntualmente in buche comportamentali che allungano la narrazione e propiziano il prolungarsi della storia, ma infastidiscono lo spettatore che non vuole essere complice sospendendo il pensiero e il giudizio.
Basterebbe pensare al finale della prima stagione per avere conferma del principale difetto di A casa tutti bene in versione serie tv. A livello spiccio di regia, non posso non raccogliere i sospiri e gli interrogativi di chi guardando Simone Liberati che fa coppia ritrovando un amore di gioventù, nella maggior parte delle inquadrature si chiedeva: ma che cosa hanno da ridere sempre?

Attori e personaggi

Francesco Acquaroli fa fare al suo personaggio ciò che gli riesce meglio. Laura Morante è in linea con le sue qualità, Francesco Scianna cresce nel corso della storia, Silvia D’Amico è costretta alla moglie tradita che non vuole capire l’evidenza, Carlo Moneta rende fin troppo bene il debosciato senza cervello che si mette nei guai senza mai capire, totalmente sganciato dalla realtà. Emma Marrone quando pensa al colpo di genio da presunta assennata, metaforicamente fa naufragare una barca che stava arrivando in porto. Drammatica e triste la coppia Federica Mancini -Valerio Aprea (come rappresenta il malato di Alzheimer è un pugno emotivo che non si assorbe). A parte una scena mal riuscita (e mal concepita) il piccolo Federico Ielapi è già una sicurezza.
In A casa tutti bene è spesso difficile scindere interpretazioni poco convincenti da peccati di sceneggiatura. E la seconda stagione non promette di meglio.


A casa tutti bene, la serie

A CASA TUTTI BENE (la serie) – Su Sky e Now. Italia 2021. Prima stagione otto episodi, 420 minuti
Regia: Gabriele Muccino
Interpreti: Francesco Scianna, Simone Liberati. Silvia D’Amico, Francesco Acquaroli, Laura Morante, Alessio Moneta, Laura Adriani, Federico Ielapi, Antonio Folletto, Paola Sotgiu, Valerio Aprea, Euridice Axen, Emma Marrone, Milena Mancini, Francesco Martino.
Musiche: Paolo Buonvino, Jovanotti canta la canzone A casa tutti bene.

Leandro De Sanctis

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