Juventus, Pirlo allenatore ricorda l’arrivo di Trapattoni

Juventus, Pirlo allenatore ricorda l’arrivo di Trapattoni. Lo scudetto perso incredibilmente alla fine del campionato 1975-76 dalla Juventus di Parola, indusse Boniperti alla rivoluzione. Tre sconfitte consecutive con Cesena, Torino e Inter avevano consentito il sorpasso dei granata, che arrivarono all’ultima giornata con un punto di vantaggio. 44 punti per i granata, 43 per i bianconeri.
Nell’ultimo turno il Torino si fece imporre il pareggio dal Cesena ma la Juventus non seppe approfittarne, venendo sconfitta il 16 maggio per 1-0 a Perugia (gol del povero Renato Curi) e dando il via libera ai granata, che festeggiarono il settimo scudetto (allora si giocava con la regola dei due punti a vittoria).

Un crollo amarissimo e inaccettabile, con la squadra accusata di non aver saputo giocare con la necessaria grinta. Boniperti cambiò tutto, varando quella che sarebbe stata una corazzata Juventus: via Anastasi e Capello, al loro posto Benetti e Boninsegna. Ad allenare la nuova Juve venne chiamato Giovanni Trapattoni, allora 37enne, che aveva esperienza solo con la giovanile del Milan e per una stagione tecnico in Serie A ma sotto la protezione del direttore tecnico, il grande Nereo Rocco. Ai giocatori che andavano in sede a trattare l’ingaggio per il nuovo campionato, Boniperti indicava la foto del gol di Curi che aveva collocato sulla sua scrivania. A buon intenditor…
L’annuncio di Trapattoni alla Juventus sorprese non poco. Come accade ora per Pirlo, ci furono critiche e dubbi sul fatto che una squadra come la Juventus venisse affidata ad un quasi esordiente con pochissima esperienza.

Si sa come finì quella storia. Trapattoni sarebbe rimasto per dieci anni su quella panchina (più altre tre stagioni negli anni ’90), conquistando subito, in quella stagione 1976-77 sia lo scudetto che soprattutto la Coppa Uefa, il primo trofeo europeo della storia juventina (contro l’Atletico Bilbao, 1-0 a Torino, 1-2 al San Mamès).
Anche Pirlo è un debuttante in panchina, è meno giovane di quanto era allora Trapattoni ma ciò che ha fatto da giocatore se da un lato non garantisce che sia un ottimo tecnico, dice anche che non parte proprio dal nulla.

Da un Agnelli all’altro, la nuova scommessa


Le vittorie non si costruiscono solo con il feeling con società e tifosi, ma se c’è accordo e sentimenti, la cosa può aiutare. Da un Agnelli all’altro, la Juventus ha scommesso di nuovo con coraggio.
Pirlo va atteso con curiosità e senza pregiudizi, confidando nelle sue qualità umane e tecniche. A chi gli nega fiducia reputandolo un musone e un uomo di poche parole, andrebbe ricordato che all’interno del gruppo, della Juventus e della Nazionale, Andrea Pirlo ha sempre goduto della stima e dell’apprezzamento dei compagni, con cui sapeva scherzare e ridere come tutti, con ironia.
Forse questa scelta è decisamente più in linea con la Juventus, assai più di quanto avvenne un anno fa puntando su Sarri, quello si un vero azzardo, come in molti ritenemmo allora e come tutti ora hanno certificato.
Caso mai la cosa strana è che nessuno, a parte Sarri, paga per quell’errore prevedibile e vistoso. Se la scelta fu indicata da Nedved e Paratici, è anche vero che Agnelli la cavalcò senza indugi. E non si è mai vista una società che si dimette, ovviamente. Più semplice salutare un tecnico che è riuscito a vincere lo scudetto meno brillante dei nove consecutivi, ma senza regalare la chimera del bel gioco per cui era stato ingaggiato, perdendo Coppa Italia, Supercoppa e concludendo il cammino in Champions League negli ottavi di finale.

Andrea Pirlo, vincitore con la Juventus di Conte e Allegri
Andrea Pirlo, vincitore con la Juventus di Conte e Allegri


Leandro De Sanctis

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