Tolo Tolo di Checco Zalone | Recensione

Tolo Tolo campione d’incassi a Capodanno, il fenomeno di Checco Zalone si arricchisce di un nuovo capitolo, ma il film sceneggiato anche da Paolo Virzì è subito diventato oggetto di critiche contrapposte non sempre collegate al suo effettivo valore cinematografico. Partendo proprio dalla valenza politica del film Tolo Tolo, sarà opportuno ricordare cosa disse un paio d’anni fa Zalone a margine di un’intervista, rilasciata alla rivista Rolling Stone, in cui parlava anche della sua collaborazione musicale al film I moschettieri del re. Parlando del film che aveva già in mente disse che sarebbe stata una storia di immigrazione . “Con tutta la cattiveria e il fascismo che c’è in giro” dice, prima di aggiungere prudentemente che non sarebbe stato un film politico. In quell’occasione Zalone disse tra l’altro: “non è più irriverente prendere per il culo Salvini o Di Maio. Già si prendono per il culo da soli“.

Zalone, il quasi cantante

Commercialmente perfetta la strategia per lanciare il film. Il video con la canzone (che trovate in coda) ha attirato nella trappola l’italiano più ignorante e razzista, che ha esaltato il film senza ancora averlo visto. Poi una volta in sala cinematografica, i razzisti hanno scoperto che il film aveva sposato la causa opposta. Così la quadriglia popolare e mediatica ha cambiato posizione: applaudito da chi ascoltando la canzone l’aveva tacciato di razzismo, denigrato da chi si era prematuramente esaltato pensando che Checco fosse dalla sua parte.
Si definisce un quasi cantante e alla fine penso che la canzone del film sull’immigrato, con annesso video, sia la cosa più riuscita di Tolo Tolo.
Trovo Zalone piuttosto divertente, ma soprattutto fuori dall’ambito cinematografico. Avevo apprezzato, divertendomi, l’esordio folgorante di Cado dalle nubi, ma strada facendo avevo trovato ostico quel distaccarsi sempre più dalla plausibilità, lasciando sempre più spazio al suo personaggio, alla maschera che attraversa le storie infischiandosene del bon ton, del politicamente corretto. Un italiano ignorante e cafone che non si vergogna dei suoi difetti e che pensa il mondo in funzione del suo ombelico. Come accade, chi più chi meno, alla maggior parte dei personaggi lanciati dalla tv, al cinema tendono a riproporre ciò che ha avuto successo sul piccolo schermo, curando poco il quadro d’assieme, le storia.
Tolo Tolo è un film semplice, perfino dignitoso, ma non è certo un film comico. Personalmente mi ha strappato mezze risate in due o tre frangenti, perché poi prevale la necessità di presentare un Checco fedele a se stesso, scivolando nelle situazioni che più che la risata suscitano irritazione, perché quando è troppo è troppo. Anche se si parla di inconsapevole e autolesionistica fedeltà alla manifesta ignoranza autoreferenziale.

Zalone come Sordi? Affermazione temeraria…

Rispetto le opinioni, ma definire Zalone l’Alberto Sordi dei nostri tempi mi è parsa affermazione temeraria, buona forse per originare un titolo di giornale ma non aderente alla realtà. Dove Sordi interpretava, rappresentando le caratteristiche dell’italiano opportunista, adulatore e un po’vigliacco, ma trasformandosi ed offrendo una prova attoriale, Zalone attraversa il suo tempo con la sua maschera e proponendosi in questo film come un ignorante-illuminato, che si lascia guidare dal cuore e da ciò che accade, verso la parte migliore di un’italianità controcorrente.

Non buonista, semplicemente civile

Non buonista ma semplicemente civile, come ogni società dovrebbe essere. E in un’epoca dominata da sovranismi, ignoranza, falsità e insensibilità, con una coscienza civile per lo più perduta, il suo andar controcorrente non può che essere apprezzato.
In questo momento Zalone per metà incarna l’italiano cialtrone, egoista e truffaldino. Ma in Tolo Tolo per l’altra metà ha avuto il coraggio di schierarsi contro la maggioranza e mettere in ridicolo tutti i luoghi comuni, falsi, che hanno portato l’Italia ad essere il Paese che è, e a rischiare ancora il peggio. Tra urne, web e fake news, l’Italia è un paese profondamente ignorante, culturalmente analfabeta e di conseguenza profondamente razzista (le altre parole che finiscono in…ista le lascio alla vostra fantasia)

Una favoletta, ma non solo

Ma alla fine come è la commedia italiana messa in scena da Checco Zalone? Un film globalmente sufficiente, che sa ridere di ciò che mostra più che far ridere con battute grossolane. Cast scelto con cura, un’Africa bella e militarizzata, un ardito balletto di naufraghi in acqua che mi è parso azzardo evitabile. Un sasso tirato con un sorriso su certa politica, su una certa Italia. E pazienza se ormai certi passaggi sono diventati luoghi comuni, l’Italia insegna che la realtà spesso si rivela una fantasia che ci era parsa esagerata.

Tolo Tolo, la scheda

TOLO TOLO – Regia: Luca Medici (Checcho Zalone). Sceneggiatura: Luca Medici e Paolo Virzì. Interpreti: Checco Zalone, Souleimane Sylla, Manda Touré, Nassor Said Birya, Alexis Michalik , Arianna Scommegna, Gianni D’Addario.
Italia 2020. Durata 90 minuti.

Leandro De Sanctis

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