Coronavirus ha infettato la Serie A

Oltre alle persone, in particolare gli anziani, sembra che il coronavirus abbia infettato anche la Serie A di calcio, procurando danni ingenti e di varia natura. Ciò a cui abbiamo assistito negli ultimi giorni, e probabilmente anche nei prossimi, è un mix che per certi aspetti sconfina nell’assurdo.
Ogni opinione è rispettabile, ma ci sono state parole che confermano una volta di più come il calcio si senta spesso un mondo a parte, soprattutto quando si parla di soldi.
Ne è l’emblema l’affermazione di Paolo Dal Pino, presidente della Lega Calcio Serie A, che ha motivato il rifiuto di giocare Juventus-Inter a porte chiuse (come ha fatto la Serie B) con questa dichiarazione: “ L’abbiamo fatto per proteggere il prodotto in un’ottica commerciale e internazionale e per evitare di peggiorare l’immagine del Paese all’estero”.
Senza entrare nel dettaglio delle situazioni, non si sarebbe giocata a porte chiuse una partita per l’assenza volontaria di pubblico. La situazione prodotta dall’espandersi del Coronavirus, partito proprio dalla Cina che il calcio considera il nuovo orizzonte (leggi mercato da spremere) è nota in tutto il mondo. Nessuno avrebbe svilito il prodotto calcio (lo capite o no, cari tifosi, che il calcio è un prodotto che arricchisce altri, tutti meno che voi, anzi noi, tifosi) se si fossero visti stadi vuoti per rispettare i calendari. Tutto il mondo conosce la situazione e dubito fortemente che conoscendo la situazione avrebbe pensato male del calcio italiano.
A meno che, dopo aver visto El Clasico di domenica sera tra Real Madrid e Barcellona, un autentico spettacolo per i veri tifosi di calcio, e ripensando alle ultime esibizioni al rallentatore della Juventus di Sarri, abbiamo preferito non far giocare per evitare il confronto…
Scherzi a parte, la situazione è grave perché ormai i calendari sono più affollati di un bus nell’ora di punta. Sarà banale, forse sbagliato, ma non capisco perché non sia subito pensato di utilizzare le date libere questa settimana per la Coppa Italia (si, anche a porte chiuse se necessario) per il bene superiore della regolarità già compromessa del campionato. Perché non spostare le semifinali di Coppa Italia al 13 maggio? Mantenere la successione delle partite e delle giornate sarebbe fondamentale. L’ìunica cosa in grado di mettere la sordina alle polemiche. Probabilmente è difficile (anche se me lo augurerei) che Juventus e Inter a maggio siano ancora in corsa per Champions League ed Europa League, ma è assurdo che nello stesso arco di tempo loro due potrebbero giocare otto e nove partite, e la Lazio soltanto quattro. E’ così difficile rendersene conto? Senza parlare delle altre squadre impegnate per i piazzamenti e ad evitare la retrocessione.

Come la mettiamo con diffide e squalifiche?

Il calendario ha un senso, c’è una successione di partite, ci sono le diffide, le squalifiche. Mantenere la successione prevista di partite è fondamentale. Restiamo a Juventus-Inter. I nerazzurri non hanno squalificati, in diffida solo D’Ambrosio. La Juventus non ha squalificati, ma ha tre diffidati di peso: Cuadrado, de Ligt, Dybala. Avrebbero giocato tutti e tre Juventus-Inter. Se la partitissima (l’altra sarà con la Lazio che ora sa di poter puntare allo scudetto) slitterà di due mesi a mezzo, potrà accadere che i tre potrebbero nel frattempo maturare la squalifica (o forse la cercheranno apposta con ampio anticipo…). Oppure altro caso: i cartellini gialli che arriveranno nel frattempo potrebbero far sì che qualche pezzo da novanta, da Cristiano Ronaldo a Lukaku, solo per citare i campioni delle due squadre, potrebbero andare in diffida e rimediare la squalifica proprio per quella partita. La soluzione potrebbe essere quella di congelare lo status quo a.livello disciplinare. Ma immagino già anche le polemiche anche per le altre partite.
Senza tirare in ballo gli Europei, che ora pare non sicuro che si giochino, giocare regolarmente ma a porte chiuse sarebbe stata la soluzione migliore, anche se Dal Piano la pensa diversamente.

Il Coronavirus è mobile…

Elementi di ridicolo ce ne sono stati molti. Juve-Inter non si gioca, Piemonte chiuso, ma i tifosi juventini e la Juventus possono andare a Lione. Con il Milan c’è ancora il dubbio: mercoledì si gioca? Porte aperte o chiuse? Intanto l’Olimpique Lione piomba come uno sciacallo sul suo sogno Champions e sostiene che la partita di ritorno degli ottavi si dovrebbe giocare in campo neutro. Ormai non ci si può più stupire di nulla. I tifosi bergamaschi non possono girare in Lombardia ma hanno potuto andare a Lecce. Il caos e l’incertezza regnano sovrani. Non mi stupirebbe se quest’anno si decidesse alla fine di far finire il campionato….alla Play Station. Tanto nel ridicolo siamo già finiti, anche se è pur vero che il peggio non delude mai.

Leandro De Sanctis

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