Europei Roma 1974, il ricordo di Sara Simeoni


Europei Roma 1974. Anche per Sara Simeoni l’annuncio che gli Europei 2024 di atletica si svolgeranno a Roma, allo stadio Olimpico, è un’occasione per volgere indietro lo sguardo. Cinquant’anni fa su quella pedana rifatta tante volte da allora, vinse una delle sue prime medaglie internazionali. La regina del salto in alto, campionessa olimpica a Mosca ’80, conquistò il bronzo.
Sarà una grande opportunità per l’atletica italiana – commenta – e per tutti gli atleti, in particolare i giovani ma non solo. Come è stata un’occasione importante per me, nella mia carriera. Ero agli inizi, avevo 21 anni, e l’Olimpico era pieno di spettatori, con un tifo a tratti anche acceso. Il pubblico dalla mia parte fu una motivazione in più, visto che non mi aspettavo di salire sul podio. Nella squadra eravamo molto uniti, ricordo che nel tempo libero ci divertivamo a disegnare vignette che riassumevano le gare della giornata. C’era un lavoro corale di tutti, anche a livello organizzativo, per dare il massimo e per la buona riuscita dell’evento”.
In questo particolare periodo, è una buona notizia checontribuisce e sprona a coltivare obiettivi di alto livello.
“Potrà crescere l’intero movimento – prosegue Sara Simeoni, che attualmente è vicepresidente del Comitato Regionale FIDAL Veneto – e dobbiamo sentirci tutti coinvolti per riproporci in modo positivo: atleti, ma a maggior ragione tecnici e società, per migliorare sul territorio. Ho fiducia perché ho visto come in tanti si siano impegnati negli ultimi mesi, per portare avanti l’attività mettendosi a disposizione e rimboccandosi le maniche, in modo perfino commovente, e su questa scia si può continuare. Non è solo Roma, ma tutta l’Italia dell’atletica potrà dare il meglio di sé”.

Il ricordo personale, la scelta della passione

Personalmente l’edizione del 1974 dei Campionati Europei di atletica ebbe un valore particolare, tutt’altro che sbiadito dopo tanto tempo. In quei giorni mio cugino Marco, purtroppo prematuramente e dolorosamente mancato, mi aveva trovato un lavoretto estivo presso uno dei Circoli siti sul lungo Tevere. Ben pagato per un ragazzo che studiava, le cui entrate si riducevano a piccoli guadagni derivanti da un’attività amatoriale di organizzazione calcistica e musicale. Non certo dal giornalismo dato che dal settimanale Record con cui collaboravo seguendo le squadre del Don Orione nelle varie categorie a cui partecipava, arrivavano solo promesse non mantenute, come quasi sempre capita alla manovalanza del giornalismo. Le 1000 lire a servizio concordate e promesse all’inizio della stagione, si erano trasformate in un obolo di complessive 2.000 lire.
Il dilemma fu che avrei dovuto iniziare a lavorare proprio mentre si svolgevano gli Europei di atletica. Giusto un paio di settimane prima della riapertura delle scuole. Inizialmente prevalse il senso del dovere, ma bastò una giornata di lavoro per rendermi conto che il peso dei vassoi e la rapidità richiesta mal si conciliavano con le mie attitudini e con il mio fisico mingherlino. Più da velocista dal passo ridotto ma dalle elevate frequenze, o da calciatore amatoriale sgusciante e opportunista, che da possente operatore tra tavoli, cucina e magazzini.
La passione per l’atletica ebbe quindi il sopravvento. Mi pagarono la giornata e dal giorno dopo mi gustai gli Europei, facendo il tifo per gli azzurri. Vuoi mettere…

Il ricordo del discobolo De Vincentiis

Tra gli azzurri degli Europei di Roma ’74 c’era il discobolo Armando De Vincentiis, settimo in quella finale. “Un’esperienza favolosa – ricorda il lanciatore ascolano, 48 presenze in Nazionale assoluta e due partecipazioni olimpiche in carriera – e quando si entra nello stadio in un grande evento, a maggior ragione in casa, si sente il cuore che batte forte. C’erano 60.000 persone, addirittura con gente rimasta fuori alla cerimonia di apertura. Si viveva in uno stato di esaltazione e non era facile gestire le emozioni. Un pubblico numeroso, ma anche competente, con i valori dell’olimpismo e questa potrebbe essere l’occasione per riscoprirli. In quella squadra c’era un ricambio generazionale, con atleti che poi avrebbero vinto le Olimpiadi come Mennea e Simeoni, insieme a tanti altri campioni. E anche oggi stanno crescendo giovani interessanti, che ora avranno un grande stimolo e potranno essere protagonisti nel 2024, per tornare a sensibilizzare il mondo della scuola e a promuovere l’impiantistica sportiva”.

Il ricordo di Giorgio Cimbrico per la Fidal

http://www.fidal.it/content/La-storia-degli-Europei-Roma-1974/52994

Leandro De Sanctis

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