ATLETICA Caso Schwazer, la morte dello sport e il funerale della giustizia

 La vicenda che ha coinvolto Alex Schwazer può indurre a ritenere che lo sport e la giustizia non possano più convivere. Pesi e misure diverse, campioni prelevati senza rispettare le regole, controlli a sorpresa che i controllori conoscono con largo anticipo, provette riempite a Capodanno con i laboratori chiusi e quindi vaganti per oltre 24 ore senza controllo prima di approdare in laboratorio a Colonia, molecole che non si vedono, poi compaiono su richiesta quando il campione sta per essere cestinato, il risultato che non viene reso noto subito, ma con mesi di ritardo. Il racconto di Alex, le parole del tecnico Donati, il quadretto che si va delineando (e non c’è difesa che tenga, è solo una farsa, nessuno vuole ascoltare, valutare, soppesare), solo una serie infinita di prese in giro, di soldi estorti ad un innocente che crede ancora nel sogno olimpico, forte delle decine di controlli superati completamente pulito, di un anno di lavoro, di una squadra al di sopra di ogni sospetto.
In mezzo il ritorno alle gare, la benedizione pubblica della Iaaf (nella press conference del Mondiale di marcia, a Roma), la vittoria nonostante gli ammonimenti a non vincere, la conferma in Spagna nella 20km (stavolta prudente secondo posto).
La Iaaf non vuole sentire, non accetta esame del dna, reitera le accuse al Tas (l’acronimo sta per Tribunale Anti Schwazer?) e chiede otto anni di squalifica, il Tas intasca la tas(sa) e sposta all’infinito la data di un’audizione che aveva detto essere necessaria in tempi brevi, e la sposa anche all’altro capo del mondo, da Losanna a Rio de Janeiro, la Nado Italia dice che va tutto bene ed è d’accordo con Iaaf e Tas (poveri atleti, guai a chi capita sotto le grinfie della Nado Italia…ma non per le ragioni istituzionali), l’ulteriore rinvio fino alla sentenza già scritta…a Capodanno e anche prima.
Sissignori, lo sport e la giustizia sportiva sono ormai morte e sepolte, a Rio è andato in scena il funerale della giustizia sportiva. Sintetizzato ed illustrato dalla vignettista Serena Stelitano, da un’idea di Visto dal basso. Il funerale è servito. Macabro ma reale. Invece di sproloquiare a vanvera, atleti e addetti ai lavori dovrebbero rendersene conto.

I disegni sono di Serena Stelitano 

 

Leandro De Sanctis

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