Addio ad Aldo Bellagambi, uno dei grandi del volley

Anche il mondo dello sport spesso ricorda i protagonisti che hanno attraversato e scritto la storia soltanto quando se ne vanno. L’ora degli addii è una specie di doloroso e malinconico post it, intriso anche di nostalgia e di dolcezza, quando il viaggiatore ha lasciato una traccia non soltanto tecnica ma anche sentimentale. Nel fine di settimana di Ferragosto la pallavolo ha pianto la scomparsa di Aldo Bellagambi, 89 anni, fiorentino nato il 4 ottobre del 1930.
Non avendolo conosciuto personalmente, per questioni anagrafiche, posso solo ricordare che era sulla panchina della Ruini Firenze nello spareggio scudetto con la Panini Modena, al Palazzetto dello Sport di Roma il 31 marzo del 1972, e riportare quanto ha scritto la Fipav nell’esprimere il cordoglio per la scomparsa di un grande nome della pallavolo italiana. Infine ospitare il ricordo del collega Carlo Gobbi.

Il ricordo della Fipav

Il mondo del Volley piange la scomparsa di Aldo Bellagambi. E’ stata una delle figure pallavolistiche più significative negli anni Cinquanta e Sessanta, divenendo l’unico allenatore a vincere lo scudetto nel campionato maschile e femminile.          
Bellagambi iniziò la sua carriera come schiacciatore nell’Assi Firenze (1948), per poi passare nel 1962 alla Ruini, altra squadra del capoluogo toscano, con la quale conquistò 5 scudetti, prima come giocatore-allenatore (1964) e poi come tecnico (1965, 68, 71, 73).        
In nazionale esordì il 28 novembre 1954, a Tunisi, in un’amichevole persa con la Francia 3-2. Indossò la maglia azzurra per dieci anni (91 presenze), vincendo l’oro nel 1959 e l’argento nel 1962 ai Giochi del Mediterraneo.           
Passato ad allenare le donne, vinse lo scudetto con il Valdagna Scandicci (1975), mentre come ct della nazionale femminile (1971-1978) collezionò 152 gare, conquistando la medaglia d’argento ai Giochi del Mediterraneo del 1975.        
Il suo impegno nella pallavolo proseguì anche fuori dal campo con diversi ruoli tecnici e dirigenziali, fino a essere nominato consigliere federale.        
ll presidente Pietro Bruno Cattaneo, il segretario generale Alberto Rabiti, i vicepresidenti Giuseppe Manfredi e Adriano Bilato, il Consiglio Federale e tutto il mondo della pallavolo inviano sentite e sincere condoglianze alla famiglia di Aldo.        

La scheda di Bellagambi ct delle azzurre

ALDO BELLAGAMBI sulla panchina della nazionale femminile 
 Esordio: Szekesfehervar,Torneo, 29/03/71 ITALIA vs UNGHERIA 0-3           
Ultima gara: Riga, Mondiale 06/09/78 ITALIA vs REP.DOMENICANA 2-3    
Gare Totali: 152. Vittorie: 72 . Sconfitte:80. Percentuale Vittorie: 47% . Medaglia d’argento ai Giochi del Mediterraneo 1975

Il ricordo di Carlo Gobbi sul blog dal 15 al 25

di Carlo Gobbi*

Anche Aldo Bellagambi ci ha lasciati. Uno tra i guerrieri più importanti e determinanti di quell’epoca ormai lontana che si usa definire “dei pionieri”, ha messo lo zaino a terra. No, non era alpino, ma ci piace ricordarlo con questa definizione che appartiene al mondo delle penne nere. Un saluto cordiale a chi ci lascia per…andare avanti. E Aldo ben lo merita, questo nostro rispetto. Un gigante nella pallavolo di quegli anni. Giocatore di eccezionali doti fisiche, altezza di poco sotto ai due metri, smisurata per l’epoca, ma pure dotato di tecnica e visione di gioco. Infatti, dopo tanti anni vissuti spedendo schiacciate in campo avversario con la maglia bianca dell’Assi Giglio Rosso di Firenze, motivo per cui vincerà un solo scudetto in carriera, ma con la Ruini, si trasformerà in valente tecnico. Della Ruini e poi della nazionale femminile, che ha guidato per nove anni formando un gruppo di ragazze che avrebbe meritato ben altra fiducia, leggi pure mezzi, dalla sparagnina federazione dell’epoca. Che per ragioni di bilancio, pendeva ben di più verso il settore maschile.

Una carriera eccezionale per uno schiacciatore potente, dalle leve molto lunghe, due braccia smisurate e due gambe che gli garantivano una elevazione, unita alla statura, per superare agevolmente i muri di quegli anni, dove l’invasione con le mani era vietata. Avversario tenace e fiero delle squadre modenesi, guidato da un carattere brusco,  battagliero, aggressivo , indomabile in campo quanto amicone fuori,  a gara conclusa. Per anni figurerà in una nazionale con tanti modenesi, il parmigiano Moisè e lui, fiorentino. La sua prima soddisfazione nel 1964, alla guida della Ruini, squadra dei Vigili del Fuoco, che aveva raccolto il settore giovanile della Alce forgiata da Gianfranco Briani, futuro segretario generale della Fipav. Un successo bipolare, conseguito nella doppia veste di giocatore –allenatore. Il successo dei toscani coincise con il canto del cigno della Avia Pervia, società di punta della scuola modenese guidata da Franco Anderlini, che si scioglierà in estate per mancanza di fondi. In quell’Avia Pervia giocherà il suo ultimo campionato da protagonista Oddo Federzoni. I due avevano composto sovente la coppia di schiacciatori della nazionale. Oddo ha appreso con dolore la scomparsa di Bellagambi.
“Era un Uomo con la U maiuscola. Un grande avversario sul campo, una persona squisita fuori, senza invidie né gelosie. Quando vincemmo nel 1970 le Universiadi a Torino, il primo ad abbracciarmi e a congratularsi fu proprio lui sul campo. Quanta pallavolo vista insieme, ai Giochi di Montreal, poi in tanti stage tecnici. Un amico vero e sincero“.

Riepilogare la lunga carriera di Bellagambi rappresenta un monumento a quella pallavolo che non esiste piu’. Uno scudetto con la Ruini, sul campo e in panca nel 1964, poi altri quattro da tecnico. In nazionale, esordio nel marzo 1951 a Tunisi in un Francia-Italia perso 3-2. Un totale di 91 presenze con due Mondiali: Parigi 1956 e Mosca 1962 con identico 14° posto; tre Europei: Bucarest 1955. 9° posto, Praga 1958 e Bucarest 1963, decimo. Un successo nei Giochi del Mediterraneo a Beirut 1959 e un secondo posto a Napoli 1963 dietro la Jugoslavia, insieme all’amico Federzoni.

Poi la sua carriera è proseguita sulla panchina della nazionale femminile, succedendo nel 1971 allo jugoslavo Ivan Trinajstic. Poche le soddisfazioni, ma la federazione a quei tempi era avara di attenzioni verso il settore. Totalizzera’ 152 presenze in nove anni. Esordio a Budapest 1971, Ungheria-Italia 3-0. Un solo mondiale, nel 1978 a Leningrado, 19° posto su 21 partecipanti. Ma l’Italia era stata invitata all’ultimo momento per una rinuncia e ci furono appena tre settimane di collegiale!!. Europei nel 1971 a Reggio Emilia, 8° posto; 1975 a Belgrado, nono; 1977 Tampere, undicesimo. Fortissimo il feeling con il suo gruppo di ragazze, durato una vita intera. Camilla Julli la capitana, Ornella Marchese, poi Francesca Gualandi, Ciccetta Visconti, Rossana Pasi, Claudia Torretta, Cosetta Stanzani, Mariella Dallari, Tiziana  Pizzo, Vincenza Forestelli  e molte altre.. Oggi il tam tam telefonico ha unito queste ragazze anni settanta nel dolore per il loro Mister, al quale erano tutte legatissime.

Ma la pallavolo era la sua vita. Proseguirà restando sempre nell’ambiente, anche da consigliere federale nel ruolo tecnico, sempre vicino ai suoi ragazzi della Ruini. Ha sfiorato i 90 anni. La moglie, Anna, gli aveva dato cinque figli: Simona, Cristiana, Francesca, Ilaria e Filippo. A noi che l’abbiamo conosciuto in carriera, rimane il ricordo di un uomo vero, di altri tempi, schietto, diritto, duro, ma cordiale, gentile, educato, un vero gentleman. Giocammo pure contro di lui, un set con l’Esercito contro la nazionale in collegiale a Coverciano, 1964. Da modesta riserva nella squadra del maresciallo De Vita, riuscimmo a tenere due sue schiacciate: una parallela e una diagonale stretta. Alla fine ci fece i complimenti. Ma non glielo ricordai mai. Lo facciamo ora, insieme al saluto al cappello, sugli attenti. Addio Mister!

* Carlo Gobbi ha scritto per la Gazzetta dello Sport ed è stato a lungo il decano della stampa pallavolistica italiana. Ringrazio Gian Luca Pasini e il blog Dal 15 al 25 per la condivisione del ricordo di Aldo Bellagambi.

Leandro De Sanctis

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