Supercoppa a Ryad, il calcio ha venduto l’anima tradendo i tifosi

Supercoppa a Ryad, il calcio ha venduto l’anima tradendo i tifosi. Il derby di Milano in Arabia Saudita, Inter e Milan stanno per giocarsi la Supercoppa Italiana ma invece di riempire lo Stadio Meazza di San Siro per la gioia dei rispettivi tifosi, si ritrovano a Ryad, Arabia Saudita. Il peccato originale ha radici lontane, divenute nel tempo una costante che appartiene al processo di abbandono dei valori sportivi per abbracciare esclusivamente quelli economici. Il calcio è un business, non è più uno sport. Gli unici a ritenerlo tale sono ancora soltanto le tifoserie, appassionate, ingenue.
Trent’anni fa la prima volta, negli Stati Uniti, l’anno prima del mondiale a stelle e strisce, e il trofeo fu sollevato dal Milano. Nel 2002 e 2003 doppietta estera, addirittura sul campo sabbioso di Tripoli, nella Libia di Gheddafi, col senno di poi (ma si sapeva anche allora che Gheddafi era un dittatore) roba da vergogna infinita, e di nuovo negli Stati Uniti. Ma è nell’anno post Olimpiade di Pechino che la discesa agli inferi della Lega calcio è ripartita. Inter-Milan di stasera è la nona Supercoppa che si giocherà in Paesi che tra l’altro non contemplano il rispetto dei diritti umani e delle diversità. Una costante di uno sport mondiale che ha venduto l’anima ai soldi, che per definizione, non “puzzano” mai, anche se sono intrisi nel sangue generato dalle dittature: la Cina, il Qatar, l’Arabia Saudita. Supercoppa a Ryad dunque, con la concreta prospettiva di rinnovare per altri tre anni l’accordo.

Affari sporchi con chi nega i diritti umani

Il calcio è in vendita al miglior offerente e chisseneimporta se a comprarselo sono le dittature. Metaforicamente affari sporchi di sangue.
Del resto anche il CIO si è adeguato: ha dato un’Olimpiade a Pechino nel 2008 con la scusa che sarebbe stato un formidabile veicolo di apertura per una Cina più umana e aperta al mondo. Naturalmente una balla, non si contano i giri di vite della dittatura cinese, che in premio ha avuto dal CIO anche un’Olimpiade invernale.
Mondiali di calcio alla Russia nel 2018, Mondiali di calcio al Qatar nel 2022, finali di Champions League alla Turchia. Sembra che il calcio ami particolarmente i Paesi dittatoriali, dove discriminazione e assenza di diritti umani, azzeramento della libertà di stampa e opinione. Basta che funzioni era il titolo di un film di Woody Allen. Basta che paghino, è il motto recente del calcio italiano. E non è tutto, perché l’Arabia Saudita che stasera ospita la Supercoppa, ha chiesto l’organizzazione dei Mondiali di calcio 2030, che tra l’altro sconvolgerebbero di nuovo i campionati giocandosi presumibilmente in inverno, come è accaduto per Qatar 2022.
Non c’entra il calcio, ma a proposito di diritti umani, c’è da chiedersi quando il mondo dello sport si deciderà a prendere provvedimenti escludendo la dittatura dell’Iran dalle manifestazioni internazionali.


Anche Agnelli (e la Juventus) accecato dal calcio business

Accecato dalla brama suscitata dal modello di calcio business, Anche Andrea Agnelli ha finito per soccombere alle sirene del guadagno aumentato a tutti i costi: il progetto antisportivo della SuperLega in cui avrebbe voluto collocare la sua Juve che ora paradossalmente non riesce più a vincere nemmeno nella povera Italia. L’affare Ronaldo, la pandemia, il deficit cresciuto vertiginosamente: inseguendo il sole Agnelli si è bruciato e dopo aver illuminato il panorama con i nove scudetti consecutivi e le due finali di Champions League, è inciampato sulla SuperLega e sulla Borsa, con vicende economiche che hanno portato la società sotto processo. Il che non significa che sia colpevole, anche perché va ricordato che le 11.000 (undicimila!) pagine del dossier finora emerse, sono state fornite dall’accusa e quinti finalizzate a proporre la questione sotto la luce colpevolista. Il nome Juventus porta sempre in prima pagina, è arcinoto. Aspettando l’esito e le eventuali conseguenze di indagini e processi, la Juventus ha intanto cambiato tutto, salutando presidente Agnelli e vicepresidente Nedved. Oggi il CdA ha sancito l’avvento del presidente Gianluca Ferrero e dell’a.d. Maurizio Scanavino.

Le edizioni estere della Supercoppa italiana

1993 | Milan – Torino 1-0 | Washington (Stati Uniti)

2002 | Juventus – Parma 2-1 | Tripoli (Libia)

2003 | Juventus – Milan 5-3 (d.c.r.) | New Jersey (Stati Uniti)

2009 | Inter – Lazio 1-2 | Pechino (Cina)

2011 | Milan – Inter 2-1 | Pechino (Cina)

2012 | Juventus – Napoli 4-2 (d.c.r.) | Pechino (Cina)

2014 | Juventus – Napoli 5-6 (d.c.r.) | Doha (Qatar)

2015 | Juventus – Lazio 2-0 | Shanghai (Cina)

2016 | Juventus – Milan 3-4 (d.c.r.) | Doha (Qatar)

Gennaio 2019 | Juventus – Milan 1-0 | Gedda (Arabia Saudita)

Dicembre 2019 | Juventus – Lazio 1-3 | Ryad (Arabia Saudita)

Gennaio 2023 | Milan – Inter (18 gennaio) | Ryad (Arabia Saudita)

L’Iran delle impiccagioni va bandito, altro che VNL di pallavolo

Non c’entra il calcio, ma a proposito di diritti umani, c’è da chiedersi quando il mondo dello sport si deciderà a prendere provvedimenti escludendo la dittatura dell’Iran dalle manifestazioni internazionali. Il 6 giugno a Nagoya, in Giappone, la Volleyball Nations League vedrà in campo anche l’Iran, nonostante l’escalation di torture e impiccagioni che il regime iraniano ha attuato negli ultimi mesi. Escludere l’Iran dovrebbe essere una scelta perfino ovvia, ma ricordando la tempistica con cui la FIVB si decise a togliere alla Russia i Mondiali che avrebbe dovuto ospitare in piena guerra, lo scorso anno, c’è da non avere dubbi che non muoverà un dito. Con la scusa che la politica non deve entrare nello sport. Ma la mattanza dell’Iran è altro e sarebbe terrorismo verbale definirla politica.

La nuova Juventus societaria

L’Assemblea ha deliberato in merito alla nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione della Juventus, che rimarrà in carica fino alla data dell’assemblea convocata per l’approvazione del bilancio al 30 giugno 2025 e ha stabilito in 5 il numero dei suoi componenti. Sulla base dell’unica lista presentata da parte del socio EXOR N.V., titolare di una partecipazione pari al 63,8% del capitale sociale di Juventus, sono stati nominati consiglieri: – Fioranna Vittoria Negri; – Maurizio Scanavino; – Gianluca Ferrero; -Diego Pistone; – Laura Cappiello. Ha nominato il presidente nella persona di Gianluca Ferrero, e l’Amministratore Delegato nella persona di Maurizio Scanavino

 il Consiglio di Amministrazione ha provveduto alla nomina dei membri dei comitati endoconsiliari come segue:- Comitato per le Nomine e la Remunerazione, composto da Laura Cappiello (Presidente), Fioranna Vittoria Negri e Diego Pistone;

– Comitato Controllo e Rischi, cui sono attribuite altresì le funzioni del Comitato per le Operazioni con Parti Correlate, composto da Fioranna Vittoria Negri (Presidente), Laura Cappiello e Diego Pistone;

– Comitato ESG, composto da Diego Pistone (Presidente), Fioranna Vittoria Negri e Laura Cappiello.

Leandro De Sanctis

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