Giusi Cenedese: “La mia non è una candidatura di rottura”

Domenica elezioni per la Fipav. Botta e risposta con la candidata Giusi Cenedese, che si presenta da indipendente, nel senso che non appartiene alla lista legata alla candidatura unica del futuro presidente Giuseppe Manfredi. Ecco come Giusi Cenedese ha risposto alle domande di Vistodalbasso.it.

Una contro tutti, non capita spesso di risultare unica candidata fuori lista, da indipendente in elezioni che di solito sono ancorate a schieramenti e accordi. Domanda prosaica e banale: Chi glielo ha fatto fare?

Da tanti anni sono parte dei network di società di pallavolo, questa è stata una esperienza che mi ha arricchita moltissimo e mi ha fatto capire come restando vicini alle società sportive, si possa dare la forza (soprattutto in questo momento) per far fronte al presente e soprattutto al futuro.
Questo percorso e l’incontro con tante società su tutto il territorio italiano mi ha dato la forza per provarci, per provare a mettere le mie competenze,  legate anche a quanto fatto nel mondo della pallavolo quale presidente di Comitato Fipav e come commercialista esperta in materie sportive.
Non è stata una scelta facile,  soprattutto in un sistema come il nostro e soprattutto in questo anno nel quale le società non si possono permettere altri problemi relativi alla Fipav oltre a quelli che già hanno quotidianamente nella loro  gestione societaria. La mia non è certo una candidatura di rottura, anzi, mi sono messa a disposizione per poter dare il mio contributo.   

2. Nelle candidature per il CF c’è Salmaso, della regione Piemonte dove lei opera essendo di Biella. Ha mai parlato con lui di queste elezioni, di questa sua candidatura?
Lo so che nell’annunciarla lei si è dichiarata fuori dalla logica dell’appartenenza territoriale, quindi ciò è parte della risposta. Ma da piemontese Salmaso è un altro ostacolo. Cosa vi divide?

Non c’è nulla nella visione comune che mi divide dal Consigliere Salmaso, entrambi miriamo al meglio per il futuro della pallavolo. No, non ne ho parlato;  la mia candidatura come ho spiegato è da vedere come una forza che arriva dal basso.


3) Quattro anni fa lei era tra le candidate nelle quote rosa di Carlo Magri. Cosa le insegnò quella esperienza?

Rispetto a quattro anni fa è cambiato tutto, ed anch’io sono cresciuta ed ho cercato di fare, in questi quattro anni, tesoro anche di quella esperienza. Ed in questi quattro anni ho lavorato per potermi presentare con un’altra consapevolezza. Fare attività per le società sportive, al di fuori di un comitato Fipav, non è stato facile. O sei dentro ai sistemi o difficilmente riesci a farti conoscere o a diventare una figura di riferimento. Ce l’ho messa tutta, spero che ciò venga riconosciuto.       

4) Nonostante le sue qualità lei non è ancora un nome conosciuto come altri nella pallavolo “politica”. Questa candidatura le darà comunque modo di farsi conoscere, indipendentemente da quanti la voteranno. E’ cosi? Lei lo considererebbe già un risultato?

Ho fatto tutto quello che potevo fare, la mia candidatura è stata trasparente fin dal primo giorno. L’averla fatta da sola, attraverso una rete di  conoscenze che si sono moltiplicate grazie alle società ed agli amici che mi hanno supportata, è stato molto gratificante. Ho conosciuto tante nuove società, tante persone, e sicuramente ne uscirò arricchita, comunque andrà a finire.                   


5) Dalla lotta Magri-Cattaneo alla candidatura unica di Giuseppe Manfredi, che può rilanciare la pallavolo in un momento molto complicato cercando di superare le criticità emerse nell’ultimo quadriennio e dedicandosi allo sviluppo anche mediatico del volley.
Se sarà eletta ok, ma se non sarà eletta, come proseguirà il suo essere nella pallavolo? Quali obiettivi si darà? Lei sembra avvalorare l’opinione di chi pensa che nel movimento ci siano tante forze nascoste, ignorate e non utilizzate. Se ed eventualmente come pensa di poter essere utile al movimento?

Sono sicura che tutti coloro che avranno la possibilità di entrare a far parte della squadra del futuro presidente Manfredi, lo facciano con la consapevolezza di dover mettere in campo nuove idee. La pallavolo, come tutto lo sport in questo momento, va rivisto, va supportato, va cambiato da quello che è stato fatto fino ad un anno fa.

Io metto a disposizione della pallavolo le mie idee e le mie competenze, nate appunto, come dicevo, da un mio personale percorso di vicinanza alle società, spero di poter far parte di questa squadra che guiderà la pallavolo nei prossimi quattro anni. Qualora non fosse così, il modo per coinvolgere una persone “se ritenuta competente” sicuramente c’è.  

6) Come si è avvicinata alla pallavolo? Cosa le piace di questo sport?

Mi sono avvicinata come tanti, da piccola, facendo pallavolo a scuola. È diventato il mio sport, l’ho praticato fino a quando ho potuto farlo, giocando ancora come “over” negli enti di promozione. La pallavolo in qualche modo non ha mai smesso di far parte della mia vita. Ho trasmesso la passione ai miei due figli. Quindici anni fa un gruppo di società Biellesi ha dato vita al “Bear Wool Volley”. Un torneo meraviglioso che regala ogni anno tre giorni di pura passione giovanile. Da lì sono partita come dirigente, poi la Fipav, ed oggi eccomi qui.

Leandro De Sanctis

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