VOLLEY Fivb sveglia! I divieti della Turchia vanno vietati

Andare in Turchia per seguire giornalisticamente una manifestazione sportiva, significa non poter lavorare come di consueto, come le nuove tecnologie e i new media hanno ormai costretto la stampa di tutto il mondo. Le problematiche accese dall’attuale governo turco sono ben note e vanno ben oltre questo sopruso. Ma va ugualmente segnalato: nel Palasport che ospita il Grand Prix di pallavolo, assegnato a Istanbul dalla Fivb, non si possono vedere i filmati di you tube nè usare il motore di ricerca Google. Gli stessi canali che il volley utilizza per promuoversi e per far parlare di volley tutto il mondo e i suoi appassionati. Cara Fivb, cara Cev, finchè questa è la situazione, alla Turchia (e a tutti i Paesi che si comportano così o peggio) non va data alcuna organizzazione di eventi internazionali ed europei. 
Non si può sempre far finta di nulla, legittimare con il silenzio assenso, queste restrizioni. La Turchia vuole oscurare? Lo faccia, ma allora ne paghi anche le conseguenze: non organizzi nulla perchè il mondo, in questo caso sportivo, non deve assoggettarsi a queste dittature mediatiche.
Chi si riempie la bocca con i valori dello sport, dovrebbe fare qualcosa di concreto laddove vengono calpestati ed ignorati. Ma del resto cosa ci si può attendere? Se il Cio ha dato un’Olimpiade alla Cina… Visto quante cose sono cambiate in Cina dopo Pechino 2008? Se non lo sapete, andate a chiedere a tutti coloro che sono ancora in galera per aver scritto articoli, libri, diretto film.

Leandro De Sanctis

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