Dalle abilità motorie alle life skills

Dalle abilità motorie alle life skills… Proseguono su Vistodalbasso.it gli interventi del professor Attilio Lombardozzi.

di Attilio Lombardozzi

Dalle abilità motorie alle life skills…

…è il percorso che gli insegnanti devono seguire per interpretare correttamente l’evoluzione culturale dell’Educazione fisica verso l’indirizzo umanistico. I modelli di riferimento dell’Educazione fisica in Italia si sono modificati nel tempo in virtù dell’evoluzione del rapporto tra i “significanti”(le attività proposte) e i “significati” (i fini perseguiti dalla disciplina). Schematicamente si può indicare l’evolversi del suddetto rapporto in  tre fasi: 

1° fase, “attività motoria CON il corpo”, (espressione pleonastica ma necessaria per indicare il corpo come “arma”), basata soprattutto su “ordinativi e locomozione”, elementi caratterizzanti l’indirizzo militare;

2° fase, “attività motoria PER il corpo”, indirizzo salutistico o igenico-sanitario, caratterizzato da esercizi analitici e più in generale dalle varie forme di ginnastica, “corpo strumento”; 

3° fase, “attività motoria OLTRE il corpo”, esprime l’emancipazione dell’Educazione fisica verso la concezione umanistica.

La psiche non è altro dal corpo

Il passaggio a quest’ultima fase non è di poco conto, giacché libera l’Educazione fisica dal riferimento al corpo inteso come organismo biologico per concepirlo in senso olistico. “La psiche non è altro dal corpo, ché è corpo anch’essa”, afferma Umberto Galimberti, ponendo gli insegnanti di fronte a interpretazioni stimolanti delle attività motorie nella scuola. Al contempo però  per definire gli obiettivi didattici e le conseguenti metodologie di insegnamento sono richiesti criteri piuttosto distanti da quelli tradizionali. Il punto nodale dell’approccio umanistico infatti è dato dall’atteggiamento dell’insegnante che, da “prescrittore” di comportamenti, dovrà proporsi prima di tutto come ”provocatore”, per lasciare spazio alla libera e responsabile interpretazione delle situazioni da parte dei suoi allievi. Sul piano filosofico questo atteggiamento provoca nella proposta degli obiettivi di apprendimento il passaggio da posizioni utilitaristiche a quelle umanistiche, che corrisponde sul piano psicologico e neurofisiologico allo spostamento da una concezione meccanicistica del movimento (arco riflesso: Stimolo →Risposta) a concezioni basate sulla elaborazione delle informazioni percepite.

La concezione olistica del movimento costituisce un elemento essenziale nel progetto formativo proprio dell’Educazione fisica. La scuola però non può limitarsi a sviluppare conoscenze e competenze, ma deve promuovere e valorizzare soprattutto capacità indispensabili per affrontare con successo i problemi della vita. In questo senso si pronuncia proprio l’O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità), che indica nelle “life skills” l’obiettivo primario dell’educazione. 

Le life skills rappresentano le condizioni che la persona deve trovare per il suo benessere psicofisico in ogni campo di attività. Si considerano in questo senso: autoconsapevolezza, gestione delle emozioni, gestione dello stress, empatia, comunicazione efficace, prendere decisioni, pensiero critico, creatività, problem solving, appropriazione del proprio corpo.

Life skills, abilità comportamentali

Le life skills si possono definire come abilità comportamentali. Sono quindi trasversali per tutti gli insegnamenti, ma l’Educazione fisica dispone di strumenti privilegiati in tal senso proprio perché la personalità di ogni individuo è descritta essenzialmente dal corpo. Il primo compito che deve assolvere l’insegnante infatti è aiutare ogni allievo a scoprire la propria identità, il proprio SE’, costituito essenzialmente dalla figura del proprio corpo. Un SE’ che deve essere accettato, e per questo motivo chiama l’insegnante a servirsi delle più opportune strategie didattiche per garantire l’integrità psicologica dei propri allievi. L’importanza dell’immagine del proprio corpo non è limitata alla postura, ma va estesa anche alla  persona in movimento. Uno dei fenomeni più diffusi e difficili da accettare infatti è l’evidente difficoltà di molte persone di vivere il proprio corpo in maniera adeguata. Il corpo rappresenta “il principio biologico della presenza al mondo” (M. Merleau-Ponty). È difficile capire quindi perché spesso non vengono rispettate o  sviluppate tutte le sue potenzialità. Ogni persona possiede un repertorio di abilità motorie più o meno ampio, che delimita la possibilità di svolgere compiti motori e la capacità di gestire la sua motricità. Questo repertorio però va costruito iniziando dai primi anni di vita giacché l’essere umano, a differenza di tutti gli altri animali, nasce completamente inetto, e ha quindi bisogno di essere educato per poter apprendere. L’apprendimento progressivo di abilità è un processo continuo di appropriazione del proprio corpo verso il “corpo proprio”. Il concetto, espresso solo in apparenza attraverso un gioco di parole, è una delle nozioni fondamentali della fenomenologia di Merleau-Ponty, base filosofica della moderna Educazione fisica. 

Leandro De Sanctis

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