Giuseppe Manfredi: “Il mio volley che andrà lontano”

Giuseppe Manfredi domenica 7 marzo diventerà presidente della Fipav, la Federazione Italiana Pallavolo, la federazione più vincente dello sport italiano. A differenza del recente passato, la pallavolo ha espresso una candidatura unica, evitando contrapposizioni che forse sarebbero apparse perfino stonate nel contesto di difficoltà generato dal Covid, che ha inferto un colpo terribile all’attività. Pubblico fuori dagli impianti, bambini e ragazzi rimasti senza sport. Il programma di Giuseppe Manfredi è stato illustrato da tempo, ma alla vigilia dell’appuntamento elettorale ho voluto sottolineare con qualche domanda un piano meritevole e ambizioso. Progetti che non guardano alle scadenze elettorali ma ad un futuro che la pallavolo italiana vuole crearsi con le sue qualità: competenza, fantasia, ambizioni e sogni senza limiti.
Nel momento di scegliere la foto con cui accompagnare questo testo, ho deciso di sacrificare un’immagine più rara, con Giuseppe Manfredi elegante in giacca e cravatta, optando per il Manfredi lavoratore sul territorio pugliese e non solo. Il presidente pugliese con le maniche della camicia arrotolate, l’uomo che da una vita lavora per la pallavolo. Molto più di una semplice foto, il suo biglietto da visita impresso in un momento felice del nostro volley, con la Nazionale di Chicco Blengini che proprio a Bari conquistò il diritto a partecipare all’Olimpiade di Tokyo slittata (salvo sorprese) di un anno.

“Nazionali, dopo Tokyo cambierà tutto”

 Il doppio incarico di Blengini, assunto dalla Lube Civitanova, si esaurirà dopo l’Olimpiade di Tokyo. Manfredi ribadisce di essere contrario al doppio incarico spiegando l’eccezione, figlia dei tempi.

“L’allenatore della Nazionale non deve avere solo l’incarico di commissario tecnico della squadra, ma anche dare una mano sul territorio e in vario modo. Premesso questo, dobbiamo ricordarci dove eravamo un anno fa, non avevamo certezze nemmeno economiche. Ci sembrava giusto premiare la qualificazione olimpica raggiunta, rinnovando peraltro a cifre basse il contratto a Blengini, lasciandogli la possibilità, per questa volta, di accettare eventuali altri ingaggi. Insomma, si è trattato di una situazione contingente.
Dopo Tokyo cambia tutto, le regole dobbiamo rispettarle. Vogliono venire tutti a giocare in Nazionale, la maglia azzurra dà tanto, i giocatori in Nazionale hanno il massimo risalto. Però qualcosa in cambio bisogna dare. Ci saranno regole nuove e andranno rispettate.“

Al di là delle buone intenzioni, Fipav e Leghe hanno spesso vissuto anche momenti di notevoli conflittualità. Nel suo programma si parla di un tavolo permanente con le Leghe.

“Cercherò di incaricare un consigliere che sia a contatto quotidianamente con le due Leghe. Darò delega ad una persona per seguire, una commissione lavorerà e studierà, a cominciare dai progetti.  Ho incontrato i comitati, le consulte regionali, la Lega maschile e la Lega Femminile nei vari settori. Sono stato chiarissimo con loro: darò massimo impegno, L’ attività è di primissimo livello, penseremo a progetti piu a lungo respiro. E’ un momento di difficoltà ma voglio capire dove si va. Dobbiamo fare progetti insieme. Una dimostrazione è stata che abbiamo inserito direttamente Massimo Righi nella commissione leghe europee. Un passo avanti nei confronti della Nazionale. Tutti devono capire che la Federazione è soltanto un alleato”

Responsabilità sociale, società, impianti

 Nel programma della nuova Fipav si pone l’accento sulla responsabilità sociale che la pallavolo vuole continuare ad avere, con sempre maggior forza e convinzione.

“Possiamo fare tante cose al di là del sitting volley, dell’attività giovanile, per i bambini, anche verso l’esterno. Vogliamo abbinare l’immagine fresca e bella delle nostre nazionali a una serie di iniziative di natura sociale. Dovere nostro, vogliamo essere in prima linea in tante iniziative a favore delle donne, contro la pedofilia, sensibili ai temi sociali. Iniziative che ho sempre apprezzato e che intendo valorizzare ancor di più”

Da un dirigente che viene dalla base, dal territorio che nella pallavolo significa appassionato lavoro di tante realtà piccole e grandi, è naturale attendersi il riconoscimento delle società sportive.

“Le società sportive sono al centro del progetto, ci sarà sempre più interesse da parte della Federazione. Vogliamo andare a trovare e formare i dirigenti e i tecnici. La formazione è fondamentale. Oggi le sfide sono diverse da quelle di ieri. Occorrono investimenti, bisogna che tutti si convincano che è un obbligo, un dovere, preparare nuovi dirigenti di società e dei comitati. Oltre a una Accademia degli allenatori. La pallavolo ha bisogno di gente preparata, motivata, che sappia esprimere le proprie idee, che sia all’altezza delle aspettative di tutti. Abbiamo già coinvolto belle figure come Andrea Lucchetta, Samuele Papi, Nadia Centoni. Dobbiamo andare avanti su questa linea. Io ci credo”

A livello di rapporto con i media e di filosofia della trasparenza di informazione in un passato non troppo lontano la Fipav non ha mantenuto le promesse elettorali formulate alla vigilia delle elezioni che videro Cattaneo diventare presidente raccogliendo l’eredità di Magri. Ma con Manfredi presidente non dovrebbero più esserci persone sbagliate nei posti sbagliati. Come presidente del Comitato pugliese Manfredi ha ampiamente dimostrato quanto reputi importante la connessione corretta con la stampa per la diffusione della pallavolo.

“Preferisco prima farle le cose e poi dirle. Sarebbe troppo facile… Noi abbiamo un patrimonio, che comprende giornalisti che ci seguono e ci conoscono da tanto. Non possiamo permetterci di non chiedere la loro disponibilità a migliorare questo mondo di comunicazione. Ci sono tanti addetti stampa, tanti giovani che hanno bisogno di essere aiutati, hanno bisogno di avere dei fari davanti. Sui social non dico che siamo i numeri uno ma siamo già riusciti a suscitare grande interesse e a farci seguire.  Cercheremo di riprendere vecchie iniziative che possono darci soddisfazioni. Vorrei azioni condivise. Condividere quanto più possibile, interscambiare”

 Come i migliori tecnici del volley, Manfredi non ama circondarsi di collaboratori che gli danno sempre ragione.

“Preferisco avere quelli che mi dicono che ho sbagliato. Se le cose le faccio bene lo so da solo, vorrei gente che mi aiuti a migliorare questa grandissima federazione. Una Fipav fantastica, lo dico conoscendo tutte le sfaccettature di questo nostro mondo”.

 Sarà eletto in epoca di pandemia. L’obiettivo che si pone riparte dai più piccoli e guarda lontano.

“Vorremmo tutti far tornare i nostri bambini nelle palestre. Ho un’idea strana: vorrei parlare seriamente con l’Istituto del Credito Sportivo. Mi piace pensare a un progetto che possa aiutare alcuni centri. Non vorrei dare adito a sogni strani o interpretazioni. Ma quello dell’impiantistica è un tema prioritario in questi quattro anni. Le nostre società vivono con il proprio lavoro, tanti sacrifici e lavoro. Bisogna cercare di mettercela tutta e alle società servono impianti: al resto saprebbero pensare loro. Rispetto a tanti ho uno svantaggio e un vantaggio: conosco i bilanci e so di che parlo al riguardo”

 Elezioni con una unica candidatura presidenziale. In genere succede quando si tratta di confermare un presidente già in carica, Come si è arrivati a ciò? C’è stato un lavoro capillare di convincimento?

“Preferisco dire che è cresciuto il movimento, la gente si è resa conto che è successo qualcosa di diverso in questi quattro anni. Anche le regioni che avevano votato contro erano con noi, chi stava fuori doveva stare dentro. Se dobbiamo essere uniti bisogna esserlo davvero. Non ha senso continuare a fare guerre, abbiamo invertito la tendenza”.   

Giuseppe Manfredi, dal 7 marzo sarà presidente della Fipav
Giuseppe Manfredi, dal 7 marzo sarà presidente della Fipav

Leandro De Sanctis

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