Ius Scholae e Ius stultitia, gli italiani perderanno lo status di italiani?

Ius Scholae e Ius stultitia, gli italiani perderanno lo status di italiani? Lo so che non si fa un titolo con un punto interrogativo, il lettore una volta voleva certezze, non dubbi. Ma come si fa a non commentare una notizia demenziale senza usare toni adeguati? (altro punto interrogativo, ops). Qui non si tratta di politica, non importa che a pronunciare certi emendamenti sia stata la Lega (ma Fratelli d’Italia concorda), si tratta di accendere il cervello e rendersi conto di ciò che si dice, scrive o legge. Sotto ho scelto tra i tanti riassunti della notizia pubblicata dai giornali, quello che ha postato in rete Wired. Sulla stampa cartacea ho notato fin troppa prudenza e rari commenti, chiose. Certo, questa scemenza si commenta da sola, basta riportarla per stimolare il giudizio, ma accentuarne l’assurdità non sarebbe stato inopportuno. Come dimostra ciò che leggiamo sui social, non è che tutti gli italiani siano delle cime nell’interpretazione dei testi che leggono (quando non si fermano al titolo).
Insomma, secondo queste proposte riguardanti lo Ius Scholae si potrebbe essere cittadini italiani a tutti gli effetti solo se si conoscono le sagre paesane d’Italia, le principali almeno. Ma non solo: l’aspirante ragazzo italiano deve conoscere le feste del Calendario, saper rispondere a domande sul Presepe, conoscere la gastronomia delle varie regioni e la tradizione popolare. Facendo anche il riassunto di un brano musicale (ma deve essere famoso…). Come se non bastasse, un altro emendamento della Lega vorrebbe tra i requisiti il merito. Solo chi all’esame di maturità si è diplomato con il massimo dei voti o quasi (la media del 9, o anche 90/100) potrebbe diventare italiano.
Ora, senza ricordare, come ha fatto naturalmente qualche quotidiano, che il signor Salvini si è diplomato con 48/60, dopo essersi chiesti quale stupefacente abbia ispirato certe richieste viene naturale chiedersi quanti vecchi italiani sarebbero in grado di superare le forche caudine messe dinanzi agli aspiranti nuovi italiani? Sembra proprio che in Italia chi comanda meno sa, come si è dimostrato anche nei recenti concorsi pubblici, messi in croce per le domande sbagliate o formulate male, per i pacchiani errori che in croce però ci hanno fatto finire i candidati professori, anche quelli che insegnano da anni. Insomma, la maggior parte di noi rischia di non essere più considerati italiani? Verremo deportati in Padania, nell’isola che non c’è?
Tornando alla sagra della stultitia…
Parlo per me. Adoro le castagne e di sagre dei marroni ce ne sono tantissime, ma io ne conosco ben poche, giusto quelle di qualche località del Lazio, la mia regione. Delle altre poco anzi nulla so. E nemmeno mi interessa saperlo. Anche perché in genere non è che alle Sagre paesane si risparmi, anzi…
Anche il Presepe non è la mia materia forte, mentre sul diploma sono in una botte di ferro: mi diplomai con il massimo dei voti: 60 sessantesimi. Eh si, meglio di lui. Molto meglio.
Come dite? Questo post non è serio? Beh, certo, ma non ho cominciato io! Quegli emendamenti vi sembrano seri?

https://www.wired.it/article/santi-sagre-ius-scholae-lega-cittadinanza-italiana/

Ius Scholae | La notizia pubblicato da Wired

Provate a immaginare la scena, perché se non la visualizziamo fatichiamo a coglierne l’assurdità quasi teatrale. A una ragazza o un ragazzo che sono nati in Italia, o qui sono arrivati da un altro paese entro i 12 anni insieme ai genitori, dopo un ciclo scolastico di cinque anni, potrebbe essere domandato in sede di rilascio della cittadinanza cosa sia la sagra del padellone di Camogli o quando si tenga il festino di Santa Rosalia. Il tutto con protagonisti bambini da dieci anni di età se non più piccoli, considerando le scuole materne. Non solo sagre e tradizioni popolari: dovranno padroneggiare con la massima competenza storia e tradizioni italiane dall’antichità a oggi, snocciolare le principali festività del paese, dimostrarsi competenti nella musica, nei costumi enogastronomici e nell’immancabile presepe. Praticamente una laurea in etnoantropologia della penisola italica.

Questo il quadro grottesco che uscirebbe se i 651 emendamenti presentati da Lega e Fratelli d’Italia in pieno sabotaggio fossero approvati e arrivassero dunque a modificare la già timidissima proposta di legge sull’ex ius soli trasformato nello ius scholae. Fra l’altro, per dare la cittadinanza a chi italiano lo è già da sempre, i leghisti vorrebbero pure vincolare il riconoscimento del diritto al merito scolastico (diploma con voto finale di almeno 90/100 o media del 9). 

“Stultus stulta loquitur”

Proverbio latino.

Leandro De Sanctis

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