The Loudest voice | Recensione

The Loudest voice, serie Tv su Sky Atlantic, racconta gli ultimi anni della carriera e della vita di Roger Ailes, creatore con i soldi di Rupert Murdoch di Fox News, l’emittente di sole notizie nata per alimentare e diffondere il conservatorismo più estremo. Si parte nel 1995, si attraversa l’attentato alle Twin Towers dell’11 settembre 2001, le elezioni che vedono vincere Barack Obama ed infine le ultime nel segno di Donald Trump.
La trasformazione di Russell Crowe è prodigiosa e colpisce. Ingrassato a dismisura incarna anche fisicamente alla perfezione un personaggio profondamente negativo, sia nel suo agire professionalmente che per gli aspetti viscidi e coercitivi con cui molesta sessualmente professioniste ad ogni livello.
Stupratore e molestare seriale, Roger Ailes è soprattutto una persona malata di potere, che si sente onnipotente e di conseguenza crede che tutto gli sia dovuto, in ogni senso. Con il suo modo di fare non fa che plagiare tutti e tutte quelle che gli stanno vicino, imponendo il suo estremismo di destra, pretendendo di cambiare il corso di elezioni e vite.
Odia Obama e si batte affinché non diventi presidente, detesta ogni azione che sia a tutela dei poveri, che scalfisca il potere economico e non di quelli che lui ritiene essere i veri americani.

I veri americani…

Verrebbe da commentare che se i veri americani sono come lui, fanno davvero ribrezzo. Ma purtroppo c’è molta realtà in ciò che si vede.
The Loudest voice cerca di mostrare tutto questo seguendolo dall’anno che precedette la nascita di Fox News, nei suoi scontri periodici con la proprietà e con gli uomini di Murdoch. Nelle sue sfrontate e pesanti occasioni in cui pretende sesso dalle sue assistenti, siano segretarie o giornaliste.
Lo si potrebbe liquidare con l’etichetta di “maiale vittima del delirio di onnipotenza”, se non fosse che certi comportamenti sono una costante in tutti gli ambienti, in particolare nel mondo delle tv e dello spettacolo. Spacciandolo per giornalismo di informazione, il credo di Ailes era che le notizie non vanno annunciate ma vanno fabbricate. Alla faccia della deontologia professionale.
E ne abbiamo molte dimostrazioni nel corso delle sette puntate, infarcite e impreziosite da spezzoni della tv dell’epoca, frammenti dei discorsi dei vari candidati, incluso Trump, il quale fa crescere i consensi insultando le minoranze, le donne, e parlando alla pancia malata di un paese che non si vergogna di ciò che spesso è.
Ad un certo punto dice che “se anche sparasse ad un uomo davanti a tutti, la gente continuerebbe ad acclamarlo“. Perché alla gente va gridato ciò che vuole sentire, aggiungerebbe Ailes.
Si riteneva un padreterno della tv di informazione, ma alla fine Roger Ailes verrà ricordato per lo scandalo sessuale che lo ha visto ignobile protagonista fino alla fine. The Loudest voice va vista, anche per sapere qualcosa in più degli Stati Uniti e degli intrecci tra giornalismo televisivo e politica.

The Loudest voice, la scheda

THE LOUDEST VOICE – Stati Uniti, 2019. Interpreti: Naomi Watts, Sienna Miller, Seth MacFarlane, Josh Charles, Annabelle Wallis, Simon McBurney, Josh Stamberg. 7 puntate, durata 420 minuti. Tratto dal romanzo di Gabriel Sherman. Su Sky Atlantic.
* visto in versione originale con sottotitoli.

The Loudest voice, il trailer originale

https://www.youtube.com/watch?time_continue=49&v=lKKnktgx6Pc&feature=emb_logo

Interviste al cast di The loudest voice

Leandro De Sanctis

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