Trap e testi violenti contro le donne, ne parliamo con un trapper

Trap e testi violenti contro le donne, ne parliamo con un trapper.
Riflessioni dettatemi dalla partecipazione al convegno promosso dall’Istituto Jemolo, Contro ogni violenza. Sull’argomento di cui ha parlato, tra gli altri, un’illustre psicologa giuridica forense e criminologa, ho qualcosa da eccepire, un doveroso e necessario distinguo. Probabilmente la deriva mediatica, televisiva e non solo, ha in qualche modo assorbito e indotto ad assimilare concetti che a mio avviso sono invece fuorvianti e tendenti a coprire con un velo altre responsabilità.
Un punto di vista che anche altri personaggi hanno espresso, come ad esempio un’attrice italiana, Cristiana Capotondi, che non può certo essere eletta a punto di riferimento psicologico, come invece avvenuto.
Parlando del concerto di Elodie in cui ha trovato posto un’esibizione di Sfera Ebbasta (con cui l’artista ha anche duettato nel recente singolo Anche stasera), si è messo sotto accusa il testo di una sua canzone e di riflesso i trapper, sostenendo che la trap, o meglio i testi dei trapper, sono una delle cause della violenza contro le donne.
Argomento, questo del legame tra trap e violenza contro le donne, di cui poi hanno parlato in molti. Michele Serra sul Venerdi ha respinto l’abbinamento con l’arte e tra le altre cose ha detto giustamente che “i trapper di livello rischiano di scomparire in quel mucchio indistinguibile“. Accusando di pigrizia culturale e mediocrità personale dei testi che esaltano bullismo, maschilismo, violenza, culto del denaro. E di superficialità nello scrivere cose volgari e brutali.
Proprio il trattamento che media, televisivi e cartacei hanno proposto della semplificazione testi trap= violenza, non mi ha convinto, non del tutto almeno, perché troppo semplicistico nel coprire con un manto discutibile, responsabilità e lacune ben più ampie e articolate.
L’arte, che sia riuscita o meno, non può essere considerata responsabile di ciò che avviene senza coltivare il minimo dubbio. I grandi scrittori che hanno narrato violenza, assassini, serial killer, sono responsabili di omicidi? Negli anni ’60 e ’70, i testi della musica psichedelica creavano tossicodipendenza?
Ascoltando questo atto d’accusa contro i trapper e sapendo che non si può accomunare in un unico mazzo artisti molto diversi, mi è venuta voglia di approfondire il discorso dialogando con chi vive la musica visceralmente e intellettualmente lontano dai testi incriminati. Mi sono insomma confrontato con un trapper, anche se IceBoy Locke non può certo essere accomunato ai trapper che hanno raggiunto case discografiche, notorietà e successo, quanto piuttosto a quella schiera di artisti che non riescono ad emergere a farsi ascoltare, proprio perché parlano d’altro e non ricorrono appunto al genere di testi finiti sotto accusa di psicoterapisti e media. Ciò che è scaturito può essere utile per sintetizzare, senza la pretesa di essere esaustivo, qualche riflessione necessaria, senza la pretesa di assoluzione o condanna.

La trap genericamente sotto accusa per certi testi di Sfera Ebbasta e non solo.

“E’ veramente triste registrare questo tipo di pensiero. Il discorso è molto ampio. Non so sotto quale punto di vista vogliamo trattarlo perché è un discorso da persone di una certa età, da vecchi di testa. L’ha fatto pure la Capotondi, per dire, che è un attrice non di livello, che ha recitato in filmetti interpretando ruoli che promuovevano l’immagine di un certo tipo di donna. Quel cinema non contribuisce ad alimentare una certa visione della donna, un certo stereotipo e la società patriarcale? No secondo il pensiero corrente. E invece i testi di Sfera Ebbasta o dei trapper si”

Si può chiamare in causa il diritto espressivo dell’arte?

“L’arte non dovrebbe tenere in considerazione certe cose, non deve educare in senso stretto. Perché se uno ha vissuto una vita di merda nelle canzoni racconta la sua vita. Non è che se poi un ragazzino di 16 anni sente quelle cose dice: ah che bella la vita di m…. La voglio vivere pure io. E inizia a spacciare, ammazzare e a fare certe cose. Mi sembra assurdo è sempre uno spostare l’attenzione da dove fa scomodo averla”

Spostare l’attenzione dici?

“Per esempio Ozzy Osbourne è stato portato in tribunale negli anni ’80, perché la canzone Suicide Solution avrebbe istigato al suicidio un ragazzo di 19 anni. La cosa più facile è prendersela con Ozzy perché ha fatto una canzone che è comunque un’espressione artistica di un pensiero una paranoia, un’ansia, una paura. I Cannibal Corpse scrivono di sgozzamenti e altro ma se li conosci sai come leggere ciò che cantano. Così come un film d’autore, se non conosci l’autore, magari non capisci che cosa ti sta dicendo perché non conosci il suo linguaggio”


Puo accadere anche con le canzoni?

“Certo. Stessa cosa accade con una canzone presa fuori contesto, un testo passato sotto la lente di ingrandimento. E’ colpa di Ozzy Osbourne o è colpa dei genitori di quel ragazzo che non sono stati presenti, non l’hanno visto e non l’hanno seguito, della scuola che non l’ha educato, dell’assistenza psicologica che non c’è. Cioè tutto quanto il resto. Ma guardare quello è scomodo, è difficile, è complicato, non si sa a chi dare la colpa. Invece il testo di Ozzy Osbourne…è colpa sua. Assurdo. Ed è quello che stanno facendo adesso”

Insomma i testi per quanto ruvidi e violenti non sono la causa primaria della violenza contro le donne?

“La colpa è del testo? La vera domanda è: perché quel testo ha messo quelle radici così profonde in quel ragazzo e l’ha portato a quel gesto o a crescere con quell’immagine? Se oggi il testo di un trapper deve educare stiamo messi veramente male.
Perché quel testo mette radici e cresce in lui? Perché ci sono 350 altri problemi ben più gravi, ben più radicati di persone e istituzioni molto più vicine. Mi sembra così banale, alla fine anche così ovvio”.

E’ stato spesso citato Stephen King…

“Appunto, allora uno va a vedere i romanzi di Stephen King e lo prende per un pazzo che vuole che il mondo cada nel caos, nel terrore, nei mostri e nella morte. Cioè è follia. Poi il discorso può essere un po’ diverso per i trapper e i rapper perché comunque parlano di quotidianità e oggi sono molto seguiti dai ragazzi, quindi sono anche un esempio”

Allora dovrebbero considerare anche gli effetti potenziali di ciò che scrivono e cantano?

“Un po’ di peso sulle spalle, di responsabilità ce l’hanno anche loro. Ma se la cifra stilistica di quell’artista è parlare di quello che vive, un certo aspetto, una certa sfumatura di quello che vive, e quello che vive sotto prostitute soldi, persone vuote che lo sfruttano per il successo… Lui deve parlare di quello. Non è che sta nelle scuole a dire che la donna è così. Lo sta dicendo nella sua canzone, nel suo diario, nel suo sfogo. Poi per carità ci sono mille altri discorsi: il fatto che oggi gli artisti sono manipolati dall’alto e sanno cosa vende cosa non vende, per cui anche i testi sono frutto di un’analisi di mercato per vedere cosa fa presa sul giovane”.

Non a caso accade che dopo aver raggiunto il successo, gli stessi trapper poi, come dire, cambiano e “addolciscono” i loro testi. Sei in qualche modo d’accordo anche con l’analisi di Michele Serra…Visto che parli di artisti manipolati dall’alto per vendere.

“Allora non è più colpa di Sfera Ebbasta. Diventa tutto fuffa. ci si può banalmente fermare al fatto che l’arte non può avere questa responsabilità perché altrimenti si torna a bruciare i libri, a bandire le cose, cioè al nazismo”

Non accade solo in Italia.

“No di certo. Mi viene in mente che quando c’è stata la strage a Columbine, dopo tutto quello che è successo, cioè ragazzi di 18 anni che sono riusciti a ordinare dei mitra da guerra in casa, orchestrando un piano e costruendo bombe in casa, i genitori non si sono accorti di niente, loro hanno potuto tranquillamente ordinare armi e organizzare una sommossa. Però poi che hanno portato in tribunale? Marilyn Manson, Rammstein e KMFDM, perché hanno trovato nel loro iPod le loro canzoni e quindi alla fine si è accusata quella musica che li ha istigati e fomentati, è musica da guerrafondai che ha plagiato le loro menti. Questo e non tutto il resto! Non che hanno ancora la bocca sporca di latte e hanno già un mitra in mano. Il problema sono le canzoni!? Mi sembra la stessa cosa in una forma diversa”

Sembra perfino ovvio che c’è dell’altro, e non stiamo parlando di cosa servirebbe a livello educativo e di prevenzione.

“Mi piace pensare, spero, che non sia un pensiero così rivoluzionario il mio e che non ci siano molte persone che danno la colpa ai testi delle canzoni. Mi sembra abbastanza banale come concetto. Poi lo so che molta gente non ci arriva. E’ un discorso che esce fuori periodicamente e che si può applicare a tante cose. L’arte deve restare arte.”

In questo particolare momento in cui femminicidi e violenza sulle donne sono drammi quasi quotidiani mi pare che le tue riflessioni non assolvano semplicemente certi testi. E alla domanda se una canzone può avere responsabilità, con onestà intellettuale, non lo escludi?

“In questo frangente, quando si parla di violenza sulle donne, ci sta anche che una canzone possa avere responsabilità, per le ragioni di cui parlavo prima. Però il motivo per cui faccio musica è che spero che le mie canzoni facciano la differenza per qualcuno, con la speranza di far sentire meno sola una persona. La musica di protesta, da John Lennon a tanti altri esempi, ha avuto effetti positivi. Se si riconosce il fattore positivo va accettato anche di riconoscere la potenziale influenza negativa che ha sulle persone.”

Per ascoltare cosa scrive e canta IceBoy Locke

IceBoy Locke su Spotify

Instagram e You tube

https://instagram.com/iceboy_locke?igshid=YTQwZjQ0NmI0OA==

https://www.youtube.com/channel/UCF8WI3wu_YPeEc8s7_-hk1A

Leandro De Sanctis

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