Stroncature di Daniele Poto | Recensione

Stroncature, l’ultimo libro di Daniele Poto è un puzzle delle cose che non fanno stare bene, per rovesciare la frase scelta dai protagonisti dell’ultimo film di Gabriele Muccino, Gli anni più belli. Daniele Poto ha messo a fuoco alcune delle tematiche che lo fanno stare male illuminandole con il suo riflettore della stroncatura. Temi grandi, temi minori che tuttavia sollecitano l’indignazione dell’autore e di tutti quelli che hanno ancora voglia di ribellarsi, se non altro di affrontare, almeno dialetticamente, la polemica e la denuncia. Ma purtroppo Daniele e noi urlatori che cerchiamo di urlare per squarciare il silenzio connivente, in realtà urliamo nel deserto dell’abitudine e del comportamento massificato che ha perso spirito critico, lasciandosi ipnotizzare e guidare da ciò che propone la tv, intesa come tv generalista.
Tra le frasi che ha scelto Daniele per introdurre il suo libro, ce n’è una particolarmente significativa, è di Warren Buffett, il quarto uomo più ricco del mondo.
La lotta di classe esiste. Siamo noi ricchi che la stiamo conducendo e la stiamo vincendo.

Una realtà che gli effetti devastanti della pandemia, che ormai sarebbe riduttivo definire collaterali, hanno amplificato sempre più.
E così Stroncature segnala tante pozzanghere in cui si è inabissata a vari livelli la nostra cultura. Dagli influencer al politicamente corretto, dalle statue che non si possono mostrare al letargo di un Paese che non legge più e dei suoi studenti narcotizzati o minacciati dall’assenza di un futuro.
Gli utenti truffati, la vergogna di un’evasione fiscale mai combattuta da governi di ogni colore, complici degli evasori e non certo dalla parte dei cittadini a reddito fisso vessati e spremuti.
Le miserie di Roma, la mancanza di una reale libertà di pensiero con una stampa e un’informazione individuale e collettiva condizionata dalle querele temerarie e dai condizionamenti, economici e politici, che mettono la museruola anche alle grandi testate. Un teatrino dove la quasi totalità di chi occupa posti di rilievo e di comando, ci arriva non per meriti ma per logiche di appartenenza politica.
Stroncature espone temi primari ma anche secondari: dalle tribute band agli attori che non sanno recitare e alla moda degli applausi ai funerali. Si punta il dito contro i Nobel assegnati a chi fa le guerre e contro tante altre assurdità che il cittadino nemmeno registra come anomalie scandalose.
Non si deve necessariamente essere d’accordo su tutto ciò che stronca Daniele Poto, ma è molto probabile che ogni lettore si troverà a condividere tanti capitoli della sua indignazione.
Ovvio osservare che Stroncature è un libro che potrebbe essere periodicamente aggiornato, aggirando eventuali prevedibili censure con il materiale che purtroppo la società e l’Italia continuano a fornire quotidianamente.

STRONCATURE Perrone editore, collezione L’Erudita, 184 pagine, 14 euro

La presentazione su Vistodalbasso.it

Leandro De Sanctis

Torna in alto