Avatar – La via dell’acqua | Recensione

Avatar – La via dell’acqua | Recensione.
Quante se ne possono pensare vedendo il secondo Avatar di James Cameron! Dopo i 162 minuti del primo film uscito nel lontano 2009, ecco la seconda parte della storia, altri 192 minuti per raccontare come Jack Sully (Sam Worthington) diventato uomo blu sul pianeta Pandora e la sua compagna Neytiri (Zoe Saldana) abbiamo messo su famiglia tra i Na’vi: tre figli, Neteyam, Lo’ak e Tuk, più l’adottata Kiri interpretata da Sigourney Weaver che era morta nel primo Avatar. Non è l’unica resurrezione dato che anche in questo Avatar il “cattivo” perfido sterminatore in cerca di vendetta è l’avatar del colonnello Miles Quaritch (Stephen Lang), clonato in Na’vi. Elementi che paiono un po’ forzati, soprattutto in una mega produzione come questa, che avrà anche un terzo capitolo (dopo il popolo della foresta e quello del mare, toccherà al popolo delle montagne?) e pare anche un quarto e un quinto.
Diciamo subito che a dispetto delle oltre tre ore di durata, Avatar – La via dell’acqua scorre veloce e risulta spettacolare con le sue sequenze sott’acqua, con le sue stranezze che abbiamo imparato a considerare normali in questa favola con risvolti drammatici. Quello che colpisce e stupisce è che in fondo non si fa altro che ripetere la storia del primo Avatar: un pianeta dove gli abitanti vivono in sintonia completa con la natura, alleata e non nemica. Ad un certo punto ecco la minaccia umana venuta dalla Terra: da una parte i militari assassini spietati, dall’altra i cacciatori di profitti, stavolta rappresentati anche dai cacciatori di tulkun, balene del pianeta che hanno una sostanza che è una sorta di elisir di lunga vita per gli umani. Sembra strano, ma davvero Avatar 2 ricalca passo passo il primo Avatar e c’è perfino una citazione da Jurassic Park che i cinefili individueranno facilmente.
Eppure… Eppure l’ossessione di Cameron per Avatar ha il suo fascino, la ricchezza del cinema che propone rende il film una favola fantascientifica ma anche romantica, che va letto come un atto di accusa contro gli Stati Uniti di ieri e di oggi, e contro il mondo come va e come è diventato, un capitalismo che ha favorito la separazione tra ricchi e poveri, la distruzione del pianeta nel nome del profitto (basterebbe pensare alla foresta amazzonica incendiata di proposito per poter coltivare e allevare su quei campi distrutti, inchiesta internazionale pubblicata recentemente da L’Espresso).
Il riferimento agli indiani d’America, che oggi chiamiamo più correttamente nativi è evidente: combattono con archi e frecce contro mitra e missili, rispettano e interagiscono con la natura.
Ingenuo messaggio? Forse, ma sempre preferibile alla politica guerrafondaia. E’ grande cinema? Difficile negarlo, per lo spiegamento di mezzi, per l’impegnativo lavoro di post produzione, per il risultato finale indubbiamente affascinante.
Forse il merito è proprio questo, nonostante sia sempre la stessa storia, Avatar cattura il suo pubblico, ingenuo, romantico, pronto a stupirsi ed emozionarsi.
Con una battuta, senza rivelare troppo, si può ironicamente osservare che quando James Cameron e Kate Winslet lavorano nello stesso film, l’affondamento della nave è inevitabile.
Ultima considerazione: le montagne sospese di Pandora non fanno venire in mente i disegni di Roger Dean per le copertine degli album degli Yes?

Avatar – La via dell’acqua

AVATAR – La via dell’acqua – 2022 Stati Uniti. Durata: 192′ * visto in versione originale con sottotitoli.
Regia: James Cameron.
Interpreti: Sam Worthington, Zoe Saldana, Stephen Lang, Sigourney Weaver, Kate Winslet, Britain Dalton, Giovanni Ribisi.

Da Pandora a Roger Dean, le montagne sospese

Le montagne sospese di Roger Dean
Le montagne sospese di Roger Dean

Leandro De Sanctis

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