Contro tutta la violenza che c’è, allo Jemolo se n’è parlato

Contro tutta la violenza che c’è, allo Jemolo se n’è parlato.
Presso la sede dell’Istituto, si è svolto recentemente un interessante convegno dal titolo “Contro tutta la violenza che c’è”, ricco di interventi e approfondimenti. Dalla newsletter dell’Istituto riportiamo un sintetico estratto delle cinque ore e mezza di lavori e testimonianze. Una valida base per ulteriori riflessioni. Inclusa una considerazione che mi ha stimolato ad approfondire, non essendo d’accordo, almeno non completamente, con un’affermazione che ho ascoltato e che mi è parsa fuorviante e limitata, probabilmente figlia di troppa tv, vista o frequentata. A volte l’informazione mediatica può contenere i fermi della disinformazione e allora la corretta analisi delle problematiche si allontana

La d.ssa Arcangela Galluzzo, direttrice dell’Istituto, ha citato le parole del Presidente Mattarella sottolineando che tutti i giorni “deve essere” il 25 novembre, come su questo tema, purtroppo, ci sia ancora molto da fare e che l’istituto Jemolo sarà sempre in prima linea e presente, con il suo contributo, tutto l’anno.

L’Avv. Irma Conti ha ribadito che l’unica arma, contro questa violenza, è la denuncia, perché bisogna continuare a lottare per eliminare questo crimine, senza alcun timore di esporsi.

La d.ssa Laura Volpini ha sottolineato come sia facile parlare di violenza attribuendola a uomini che hanno disturbi mentali mentre, invece, bisogna cercare la spiegazione “biopsicosociale” e verificare gli antecedenti storici che hanno portato a quella violenza, i cosiddetti fattori distali. Oltre a questo, è necessario analizzare le carenze affettive, i maltrattamenti e le istituzionalizzazioni precoci che creano fragilità. Inoltre, l’uso precoce dello smartphone e dei social, ha fatto sì che i ragazzi socializzino sempre di meno, allontanandoli dagli adulti – il semplice “stare a tavola, a cena, riuniti con gli adulti” – e questo comporta sicuramente delle conseguenze molto gravi e l’incapacità a rapportarsi con gli altri. Bisogna pensare a degli interventi di prevenzione che partano da 0 fino a 18 anni, che devono essere fatti insieme ai genitori che dovranno essere più presenti all’interno delle famiglie, così da creare un’alleanza tra scuola e genitori che è la forma di prevenzione migliore.

Il Dott. Mauro Carpi approfondisce il tema della società violenta; nella famiglia, dove c’è una relazione fra le parti spesso asimmetrica, tanti atteggiamenti, violenti, vengono esternati con la consapevolezza che c’è impunità perché i confini non ci sono. La mancanza di empatia, il non comprendere l’altro e la sua sofferenza, è spesso associata a stereotipi radicali estremi.

L’Avv. Saveria Mobrici, parlando della famiglia, ha rimarcato che la famosa pubblicità del “Mulino Bianco” è una favola che non esiste; ha inoltre sottolineato che spesso, dietro una violenza, c’è il ruolo del manipolatore, che di solito è un narcisista che pensa di poter dominare gli altri, perché migliore degli altri. La Mobrici ha, inoltre, affrontato il tema di quei genitori che vogliono fare troppo per i figli senza riuscire a dire mai un no. Il risultato è che le giovani generazioni non riescono più a sopportare la sofferenza e a superarla perché non sanno più gestire il dolore e le frustrazioni. Ecco il motivo della mancata crescita di questi ragazzi.

L’Avv. Federica Federici ha parlato del fenomeno dell’uomo violento e maltrattante: malattia o radice culturale e assenza di valori? Quali strumenti di intervento? La Federici ha tenuto a sottolineare che non tutti gli uomini sono violenti e non tutti gli uomini violenti lo sono allo stesso modo e per le stesse ragioni.

Il Magistrato D.ssa Olivia Mandolesi ha parlato degli ultimi orientamenti della Procura Generale, più sensibili rispetto al passato su questo tema, e ha proposto una rapida carrellata su alcune figure particolari di violenza, tipo lo stalking giudiziario e quello condominiale.

Le donne vittime devono poter restare nella loro casa

L’Avv. Viviana Straccia ha sottolineato come sarebbe ottimale che le donne, nel percorso successivo alla violenza e nel recupero ad una nuova vita, rimanessero nelle loro case e non fossero indirizzate in case rifugio o in altri centri di accoglienza.  Questo dovrebbe essere uno degli obiettivi principali nel percorso di supporto legale e psicologico.

L’Avv. Massimiliano Santaiti ha evidenziato come, il più delle volte, il problema sia l’uomo e come debbano essere gli stessi uomini a combattere il fenomeno della violenza. Ha ricordato alcune vicende giudiziarie che lo hanno visto testimone, come difensore, di donne vittime di violenza e della necessità della prevenzione che va fatta a scuola sensibilizzando, sin da giovani, i ragazzi anche con la simulata del processo. La sua esperienza su questo tema è diventata per lo stesso una missione rivolta a tutte le donne, spesso ragazze “della porta accanto”.

L’Avv. Francesco Giglioni ha parlato del mobbing sul lavoro. Ha approfondito il tema dell’emarginazione femminile da ruoli e lavori di un certo livello sino alle molestie sessuali vere e proprie.

Mutilazioni terribili in Africa, leggi non applicate

Il Prof. Edmund Agboha ha parlato delle violenze e delle mutilazioni femminili che accadono in Africa, Asia e America del Sud, dove spesso dal 70 % fino al 90 % delle donne subisce mutilazioni. Ha approfondito quali sono gli strumenti normativi oggi presenti per denunciare queste pratiche barbare che, purtroppo, sono ancora radicate in tante usanze e culture di molti paesi a sud dell’equatore.

L’Avv. Simone Chiavolini ha approfondito il tema della legittima difesa legato alla violenza di genere e delle donne ricordando come le donne che subiscono violenza restano comunque un dato sommerso. La maggior parte infatti, per paura o vergogna, preferisce non denunciare il proprio partner (o ex).

L’Istituto Jemolo si è detto orgoglioso di avere ospitato un convegno così importante, partecipato e dai relatori illustri. Il Presidente Mattarella che, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre, ha invitato tutti a fare uno scatto in avanti nella società: “Non possiamo limitarci a contrapporre indignazioni a intermittenza….Dobbiamo costruire un percorso in cui le donne e gli uomini si incontrano per costruire insieme una umanità migliore, nella differenza e nella solidarietà, consapevoli che non può esserci amore senza rispettosenza l’accettazione dell’altrui libertà…..Abbiamo bisogno del lavoro delle Istituzioni, delle associazioni, del mondo produttivo, della scuola, della cultura, del contributo di ciascuno, per sradicare un fenomeno che tradisce il patto su cui si fonda la nostra stessa idea di comunità”.

Leandro De Sanctis

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