CINEMA La pazza gioia

LA PAZZA GIOIA – Regia: Paolo Virzì. Interpreti: Valeria Bruni Tedeschi, Micaela Ramazzotti, Valentina Carnelutti, Tommaso Ragno, Anna Galiena, Bob Messini, Sergio Albelli, Marco Messeri. Sceneggiatura: Paolo Virzì, Francesca Archibugi.

La pazza gioia è semplicemente un gran bel film, sotto ogni punto di vista. Una di quelle storie che impressionano, colpiscono, danno allo spettatore la gioia di aver scelto bene, di aver vissuto accanto a personaggi straordinari, momenti intensi che non saranno dimenticati. 
Pazze per amore le due protagoniste. Lo si capisce strada facendo e alla fine della storia saranno anche più riconoscibili i confini di una follia che talvolta non è tale, ma solo il frutto esteriore di una normalità sfiancata e distrutta dagli eventi, dalla ferocia di soggetti sbagliati.
Per la serie: anche una persona “normale” può arrivare a compiere un gesto da “pazza”. E pagare per il resto dell’esistenza.
Un film molto sensibile, accurato nella sua ricostruzione dei comportamenti delle persone malate, grazie all’umiltà con cui gli sceneggiatori (lo stesso Virzì e Francesca Archibugi) hanno affrontato il tema, con il supporto di psichiatri e psicologi. Sensibile perchè insieme con la violenza di certi atteggiamenti, scorre anche il binario della comprensione: lampi di umanità che riescono ad emergere, in varie situazioni.
La pazza gioia affronta temi e situazioni drammatiche, eppure è anche un film che strappa tante risate (che lasciano anche residui sensi di colpa), grazie ad un tocco di realismo surreale che anima, perfino gioiosamente, il personaggio straripante interpretato da un’inedita Valeria Bruni Tedeschi. In genere la sua recitazione appariva laconica, in sottrazione, fatti di sguardi e di poche parole, stavolta Virzì le ha donato il ruolo della vita. Parla in continuazione, non sta zitta un minuto, rimpiendo di comicità la sua petulanza straniata ma realistica e risultando autentica mattatrice, figlia di questi tempi, alimentata nel retaggio di ciò che è stata, prima che la follia la attraversasse, insieme con un amore sbagliato.
Gli uomini (a parte il tassista intelligente e comprensivo e un medico dell’OPG) non fanno bella figura nel film di Virzì, e non è una novità, perchè il cinema non è altro che lo specchio della realtà. Nel loro comportamento non c’è minor violenza rispetto ad altri personaggi maschili, vilmente mediocri, portati di recente sul grande schermo dal cinema italiano. Una violenza intellettuale, più essenziale e pseudosentimentale che esibita, mascherata sotto una patina di supposta normalità, alquanto rozza, decisamente insopportabile.
Rappresentato con sensibilità anche il mondo di chi si prende cura di queste folli creature indifese ma ritenute socialmente pericolose (Villa Biondi è luogo di custodia giudiziaria). E anche quel mondo è diviso tra chi vuole andare oltre e sforzarsi di capire e chi applica freddamente la legge.
Tante volte durante la visione, lo spettatore è tentato dal pronunciare la fatidica frase: ma questa è matta…. Perchè il film non ha avuto paura di esagerare, non si è rifugiato in un recinto di certezze e ha lasciato che la storia folle scorresse via,  che andasse dove la portava la pazzia.  

*Gli OPG, Ospedali Psichiatrici Giudiziari, di cui si parla nel film di Virzì, sono stati finalmente chiusi nel marzo del 2015. 
* Chi ama la musica del Banco del Mutuo Soccorso e della Periferia del Mondo deve sapere che alla colonna sonora del film ha collaborato il musicista Alessandro Papotto, per tanti anni apprezzatissimo membro del Banco nell’attività live, compositore, arrangiatore, fondatore della band Periferia del Mondo.

Filmografia di Paolo Virzì 

Leandro De Sanctis

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