CINEMA Blue Jasmine

BLUE JASMINE – Regia: Woody Allen. Interpreti: Cate Blanchett, Sally Hawkins, Alec Baldwin, Bobby Cannavale, Louis C.K, Andre Dice Clay, Peter Sarsgaard. Usa, 2013.

* visto in edizione originale con sottotitoli in italiano

Ma allora non è vero che Woody Allen è bollito, come aveva fatto pensare il suo film ambientato a Roma. Diciamo allora che Woody va in altalena: un film bello, uno insipido. Dopo l’originale e divertente Midnight in Paris, il deludente To Rome with love (proprio a Roma doveva toccare un film minore…). 
Ora Blue Jasmine, sorprendente, diverso, spiazzante per certi versi. Eppure magnifico, intenso, profondo. 
Un film che si distacca per molti aspetti dalla tipologia classica delle opere di Woody; poche battute, si sorride di situazioni e tipologie, mai sguaiatamente, mai a bocca aperta. Ma non è un limite, piuttosto una cifra stilistica diversa, in linea con gli argomenti che vengono trattati.
 Un film ricchissimo di spunti, drammaticamente intenso nel raccontare le nevrosi della protagonista, una strepitosa Cate Blanchett. Reggerebbe da sola tutto il film, lo sguardo della telecamera non la molla un istante e ce la mostra bella, elegante, donna di classe in ogni momento, anche quando non le resterebbe nulla, nei momenti peggiori e drammatici.
 Il racconto si svela a poco a poco, fino all’epilogo in flash-back rivelatore della dinamica che ha innescato il processo di autodistruzione. 

Difficile immaginare due sorelle adottive più diverse di Jasmine (che poi in realtà si chiamerebbe Jeanette) e Ginger (la bravissima Sally Hawkins). Una storia dei nostri tempi, che non santifica gli squali avventurieri della finanza come ha fatto Scorsese, ma ne racconta la conseguenze familiari, tratteggiando personaggi arroganti e bugiardi ma anche uomini semplici. Magari terra terra, lontani dalla cultura, ma dotati di sentimenti e umanità, capaci di genuino amore. 

E poi le sorelle: diversissime tra loro, agli antipodi. Con la più sfortunata in ogni caso legata alla ricca Jasmine, senza nulla a pretendere. Una sorella che finge, una sorella umile ma vera, nel provare il suo affetto, senza invidia, semmai con ammirazione.
Attraverso il prima e il dopo, Allen (come diversamente aveva in qualche modo fatto Cechov nelle Tre sorelle) racconta la loro felicità e la loro infelicità, direttamente connesse e perfino causate dagli eventi, dal legame forzato che si crea tra due coppie che più lontane non si potrebbe immaginare. Le dinamiche, i caratteri, la reazione agli eventi, illusioni e disillusioni, l’accuratezza con cui si è formato il cast e ciò che viene raccontato, rendono Blue Jasmine un film prezioso, uno dei migliori, umanamente migliori, del Woody Allen regista.

Leandro De Sanctis

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