CINEMA Dio esiste e vive a Bruxelles

DIO ESISTE E VIVE A BRUXELLES – Regia: Jaco Van Dormael. Interpreti: Benoit Poelvoorde, Catherine Deneuve, Pili Groyne, Yolande Moreau, Laura Verlinden, Francois Damiens, Serge Lariviere.

*Visto in edizione non originale, doppiata in italiano 

Una favola surreale, un po’ nera, un po’ rosa, che acquista anche connotati d’attualità dopo il sanguinoso riproporsi della atipica guerra di religione tra Isis e resto del mondo. Una guerra che dopo aver goduto dell’opera dissacrante e religiosamente scorretta di Jaco Van Dormael sembrerebbe assolutamente inutile e da non combattere per mancanza di avversari, perchè il fatto non sussiste. Ma il cinema e la cultura in genere sono tra quegli elementi che a certe latitudini pseudoreligiose sono considerate diaboliche e dunque da negare, combattere, distruggere. Dio esiste e vive recluso a Bruxelles secondo Van Dormael. Ha le scorbutiche sembianze di Benoit Poelvoorde, sciatto (in vestaglia aperta e sbrindellata e ciabatte), cinico, sadico e forse anche non tanto intelligente e insensibile ai sentimenti, a giudicare da come tratta moglie e figlia. Ma la gioventù precoce è ribelle per natura e quando la figlia decide che è stufa di non vivere e passa all’azione, la favola decolla e prende una piega assai poco divina. E quando accade ciò che non deve mai accadere ad un essere umano (sapere la data della propria morte) il film prende la via della new age o della consapevolezza. Sapere quanto futuro resta è una miccia che accende reazioni, indica un cammino, nuovo o vecchio che sia, incoraggia scelte perchè il tempo a disposizione non è infinito. E questi nuovi apostoli presi dalla strada vanno a comporre il quadro, molto umano, con spruzzate oniriche ed effetti speciali pop che non lasciano indifferenti, nella loro semplicità. Il vero Paradiso e il vero Inferno sono qui sulla Terra e talvolta dipendono da noi (ed ognuno ha la sua musica che sgorga dal cuore e caratterizza: splendida immagine allegorica), dalle scelte, dalla fede nel realizzare ciò che si vuole. Un film che tratta in maniera anche grottesca (tra i protagonisti, il gorilla grande amatore per un’autoironica Catherine Deneuve) un tema tutt’altro che superficiale, surreale ma con radici ben piantate nel conflitto emotivo tra raziocinio e religiosità. Il tutto narrato divertendo, con umorismo e senza genuflessioni ecclesiastiche, con un crudo cinismo che farà breccia in chi ha capito che forse è anche legittimo nutrire dubbi ed aggiornare la propria vita di conseguenza. Altro che guerre di religione. Non si può uccidere e morire per un qualcosa che non…
E comunque, secondo Van Dormael, la bontà divina è donna, casualmente ma irresistibilmente donna. Vedere il film fino alla fine per credere.

La curiosità
Cameo: nel film appare per pochissimi secondi anche il regista. Sul cellulare del suo personaggio appare il tempo che gli resta: zero secondi!

Sei doppiatori
Di Benoit Poelvoorde sono stati finora distribuiti in Italia dodici film, l’attore belga è stato doppiato da sei voci diverse. Poi ci si chiede perchè i film andrebbero visti in edizione originale…

Leandro De Sanctis

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