TV Che soldi che Fa(zio), parte seconda

 http://leandrodesanctis.blogspot.it/2013/10/tv-che-soldi-che-fazio.html

 La
reazione e le osservazioni di alcuni gentili lettori mi inducono ad
aggiornare in extended version questo post. Avevo già chiarito che Fabio Fazio
non è l’unico destinatario delle mie osservazioni ma un’ottima
occasione per indurre a ragionare, a non subire tutto come se si fosse
anestetizzati. 
Avevo
messo a fuoco un particolare delle sue dichiarazioni, ma forse la lente
d’ingrandimento focalizzata, ha finito col far passare in secondo piano
il resto del contesto e addirittura fatto apparire l’interlocutore che ha scatenato la reazione di Fazio, come qualcosa e qualcuno che assolutamente non è. 
Per
questo accludo il link di un post che già avevo dedicato al soggetto
Brunetta (scusate il nome) o meglio ai soldi ricevuti con molta poca
trasparenza dalla Fondazione di Ravello. Tanto per chiarire come la
penso su di lui.

  http://leandrodesanctis.blogspot.it/2013/09/fantavolley-ravello-soffia-roma-i.html

Può
originare fraintendimenti il fatto di non essere schierato
politicamente, nel senso che non appartengo a NESSUNA forza politica
esistente, non simpatizzo per nessun individuo che ha scelto di fare il
politico per accrescere il suo conto in banca (quando i soldi non
vengono occultati altrove…). 
E
dato che il mio cervello non giudica per l’appartenenza ma per i fatti,
il criticare certe cose può far credere a torto la mia appartenenza a
fronti opposti.
Il
discorso dei compensi scandalosamente esagerati vale anche per i
Santoro, per i Vespa, per tanti altri personaggi la cui fama, non sempre
meritata e proporzionale al valore, è stata amplificata dal mezzo
televisivo. Senza contare che tutti, ma dico proprio tutti, quelli che
vanno ad occupare certi posti in Tv, devono ringraziare il loro agganci
politici.
 Per tornare al post sull’ingaggio nascosto di Fazio, non
va dimenticato che in quella puntata l’intervistato era Brunetta
(scusate la parola). Ovvero un rappresentante delle forze politiche che
stanno pretendendo di far votare il Parlamento a scrutinio segreto ciò
che deciderà il futuro del personaggio che tutti conoscete e che molti
di voi hanno votato per vent’anni, spesso vergognandosene in pubblico,
senza ammetterlo (e mi chiedo il perchè, visto che l’avete votato). Nel
momento in cui vengono tagliate anche le pensioni al limite della soglia
di sopravvivenza, in cui non ci si vergogna di ipotizzare tagli
indecorosi, nuove tasse, balzelli che costringono tante piccole attività
strangolate, a tirar giù la saracinesca e definire pensioni d’oro somme
che consentono (per ora) forse una vita dignitosa, ma nulla più. E
senza contemplare l’aiuto familiare purtroppo divenuto indispensabile
sostegno per generazioni di figli dal futuro distrutto (da questa classe
politica). 
Allo
stesso tempo però, non ci si indigna per gli assegni e i vitalizi da
centinaia di migliaia di euro, milioni in qualche caso, con cui il
magnanimo Pinocchietto* dal cuore d’oro e dalla Fede infinita ha aiutato
e aiuta, o ripaga-compensa, i poveri amici, le belle donne bisognose
che hanno costellato la sua esistenza. Il vero problema è che almeno la
metà degli italiani, se fosse stata al suo posto, si sarebbe comportata
come lui, donna più, donna meno. Ecco perchè vado oltre il testamento
musicale di Giorgio Gaber e dico che io non mi sento italiano. Anche se
per sfortuna, di passaporto lo sono. Non lo sono per testa, senso di
giustizia e cultura civile.

Sentir
quindi parlare di trasparenza uno come Brunetta (ariscusate la parola) è
una di quelle allucinanti contraddizioni che soltanto in questa povera
patria (ringrazio Battiato per aver fornito una canzone indimenticabile)
e in questa televisione, sono possibili. Le interviste in ginocchio, le
mancate chiose, il non ribattere quando gli intervistati eludono le
domande. Ha ragione Benni quando conclude il suo spettacolo con un bel
“Ci manca Totò”. Chi glielo dice a questi il suo classico: Ma mi faccia
il piacere…!?

Tornando alla Tv, Rai, Mediaset o La7 che sia. Nessuno è immune da certi meccanismi o legami. Se lo fosse, non sarebbe chiamato a condurre trasmissioni in Tv. Poi i più bravi (in certi casi: ma bravi a fare cosa?) ad interpretare certi ruoli, ripagano l’azienda facendo guadagnare in pubblicità. Ma chi ha anche la presunzione di ergersi a paladino di una certa onestà, intellettuale e pratica, dovrebbe essere completamente pulito, immune da ogni sospetto. Ma forse la mia è una pretesa non al passo con i tempi.
La
trasparenza che tutti invocano è uno dei tanti elementi farseschi del
teatrino che va in onda quotidianamente sui canali televisivi che da
vent’anni fungono da narcotizzante per cervelli che hanno smesso di
funzionare. L’Italia non è quella che raccontano in Tv. L’Italia, il
Sud, è così povero che tanta gente ha votato Pinocchietto* in cambio di
50 euro. Una sola banconota da 50 euro per consegnare, un pezzetto ciascuno, un biglietto di sola andata verso la catastrofe italiana.

 *l’attaccatura
di quel che resta dei capelli, il colore rossiccio, e la bugia
congenita riconducono inevitabilmente al personaggio di Collodi che fu
simbolo degli Europei di calcio 1980

Leandro De Sanctis

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