Lazio-Juventus 3-1, finiti i tempi Allegri

Ronaldo ha appena segnato il gol dell'1-0 Foto Juventus.com
Ronaldo ha appena segnato il gol dell’1-0 Foto Juventus.com

Lazio-Juventus 3-1, finiti i tempi Allegri. La Juventus non si riconosce più. Non ha più una difesa solida e affidabile (ci sarà ancora chi avrà la faccia tosta di scrivere e dire che non si avverte l’assenza di Chiellini?). Gente che si perde le marcature, riflessi lenti, scarsa decisione nei contrasti, smarrito il senso della posizione.
La Juventus non sa più mantenere un vantaggio, non riuscendo di conseguenza ad evitare di essere rimontata anche quando segna per prima.
Non ha più il controllo della partita, né con il possesso palla né con i tiri in porta.
Non ha più l’accortezza tattica di saper leggere le situazioni della partita, e oltre alla buona sorte, ha smarrito anche la prestanza fisica che spesso la portava a dominare gli avversari. Per la prima volta giocava dopo l’Inter, consapevole della frenata nerazzurra ma incapace di avvicinarsi alla vetta, anzi perdendo un ulteriore e preziosissimo punto. Senza contare che ora la Juve ha solo tre punti di vantaggio sulla Lazio. Troppo pessimismo? Direi realismo piuttosto. E’ questo lo spettacolo per il quale si è fatta la rivoluzione?

Il rigore di Immobile parato da Szczesny Foto Juventus.com
Il rigore di Immobile parato da Szczesny Foto Juventus.com

I frangenti negativi che l’hanno condannata

La Lazio ha meritato di vincere, per varie ragioni, a cominciare dalla personalità con cui ha retto l’urto iniziale juventino, unita poi alla lucidità con cui ha affondato il coltello del suo contropiede in una retroguardia bianconera divenuta di burro e scriteriatamente alta.
La Juventus ha subito il gol del pareggio agli sgoccioli del primo tempo, con la difesa schierata. Poi ha subito lo svantaggio e almeno altre due azioni di micidiale contropiede nella prateria lasciata incustodita: è arrivata così l’espulsione di Cuadrado decretata dalla Var; poi il bel gol di Milinkovic, l’azione di Correa che ha causato il rigore parato da super Szczesny, il sigillo di Caicedo dopo l’ennesimo prodigio del portiere polacco.
Ma alla fine la svolta c’è stata in tre minuti: il tempo intercorso tra l’errore grave di Dybala, che si è fatto parare il tiro scoccato riprendendo un regalo della difesa laziale che aveva sbagliato il passaggio (tiro basso e centrale, con Ronaldo liberissimo che attendeva la palla), e l’espulsione di Cuadrado. La chiara occasione da gol interrotta non era stata ravvisata dall’arbitro Fabbri e secondo me aveva visto giusto. Si era a circa 30 metri dalla porta, se non di più. A conferma di questo ricorderei l’azione che ha portato al 3-1 di Caicedo. Lazzari si è di nuovo involato in campo aperto ma non ha segnato, facendosi parare il tiro. Intendo dire che con 30 metri e un portiere davanti, il fallo di Cuadrado con la palla diretta in diagonale verso l’esterno del campo, poteva non essere considerato come interruzione di una chiara occasione da gol. Come infatti in prima battuta aveva deciso l’arbitro.

Bentancur aveva giocato un'ottima partita fino all'infortunio Foto Juventus.com
Bentancur aveva giocato un’ottima partita fino all’infortunio Foto Juventus.com

Molto più di un allarme

Una bellissima Lazio ha insomma impietosamente messo a nudo i difetti di una Juventus che ha smarrito la solidità che l’aveva contraddistinta negli anni in cui l’allenava Allegri. Resto convinto che vincere la Champions League sia cosa tutt’altro che programmabile, frutto di un insieme di fattori e buona sorte (nei sorteggi ad esempio). Mettere a repentaglio il nono scudetto consecutivo per stravolgere la squadra nella sua identità, non penso sia stata una cosa geniale. Basterebbe anche ricordare Dybala e Higuain messi con poco garbo sulla lista dei partenti, per ripensare alla strategia confusa che caratterizzò l’estate della società sul mercato.
La buona mezzora iniziale non basta a fugare gli enormi dubbi sollevati dalle incredibili leggerezze difensive, errori che potrebbe commettere una difesa di principianti, non la retroguardia un tempo più impenetrabile. Se certi errori si ripetono almeno tre volte, come è accaduto ieri, significa che c’è qualcosa, anzi molto che non va, pur con l’attenuante dell’uomo in meno.
Se la Juventus non avesse vinto a San Siro, l’Inter sarebbe già a +5, mentalmente assai più vicina al titolo, nonostante ci sia ancora un intero girone di ritorno da giocare. Reputo la sconfitta dell’Olimpico molto più di un campanello d’allarme, quanto piuttosto la conferma di un disagio che ha accompagnato fin dall’inizio la squadra di Sarri, incapace di dare spettacolo come previsto da qualcuno. E spesso anche di vincere, non solo di convincere. E questo nell’anno in cui l’Inter con Conte in panchina pare aver trovato solidità e continuità di risultati. Forse contro questa Juve sotto tono, potrebbe perfino bastare. Dopo aver perso punti con le piccole (Fiorentina, Lecce, Sassuolo) la Juventus ha incassato la prima sconfitta da una Lazio salita meritatamente al terzo posto. Minimizzare sarebbe un grave errore.

Lazio-Juventus 3-1, il tabellino

LAZIO (3-5-2): Strakosha; Luiz Felipe, Acerbi, S.Radu; Lazzari, Milinkovic (46′ st Caicedo), Leiva, Luis Alberto (31′ st Parolo), Lulic; Correa, Immobile. A disp.: Proto, Guerrieri, Vavro, Bastos, Silva, Cataldi, Jony, André Anderson. All.: S.Inzaghi.
JUVENTUS (4-3-1-2): Szczesny; Cuadrado, Bonucci, De Ligt, Alex Sandro; Bentancur (41′ pt Can), Pjanic, Matuidi; Bernardeschi (26′ st Danilo); Ronaldo, Dybala (34′ st Higuain). A disp.: Buffon, Pinsoglio, Rugani, Demiral, De Sciglio, Rabiot, Muratore, Portanova, Pjaca. All.: Sarri.
ARBITRO: Fabbri di Ravenna.
MARCATORI: 25′ pt Cristiano Ronaldo (J), 46′ pt Luiz Felipe (L), 30′ st Milinkovic (L), 50′ st Caicedo (L)
NOTE: Al 34′ st Immobile (L) ha sbagliato un rigore (parato). Espulso al 24′ st Cuadrado (J), per gioco falloso. Ammoniti: Luis Alberto, Lazzari, Lucas Leiva (L); Pjanic, Dybala, Szczesny (J). Recupero: 2′ pt, 5′ st.

Leandro De Sanctis

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