SPORT E SOCIETA’ L’Italia delle palestre scolastiche fatiscenti (ieri e oggi…)

Sotto la nota scaturita dal TGCom24 e rilanciata da Basketnet.it

 Perchè quando si parla di massimi sistemi, si tende a dimenticare la realtà italiana, la diseducazione, lo snobismo culturale con cui troppi insegnanti ritengono ancora l’attività fisica e la pratica sportiva solo un intralcio al vero apprendimento, una perdita di tempo rispetto allo studio delle vere materie scolastiche.

Beh, il corpo docente che a qualunque livello, dalla Scuola Elementare alle Superiori, si dimostra nemico dell’attività fisica, rivela in realtà tutta la sua inadeguatezza, la sua superficialità e il distacco tra l’immagine che si vorrebbe dare della scuola di oggi e l’amara realtà.

Se dovessi basare la mia opinione sul vissuto, direi che il meglio l’ho avuto alle elementari (alla Nazario Sauro). Avevamo un’immensa palestra (almeno a me pareva grandissima allora…) e anche ampio spazio all’aperto. Si correva, si faceva ginnastica, si saltava l’asticella e si imparava a far le capriole (cosa che, ho letto, molti bambini oggi non sanno più fare).

Alle Medie, il brusco risveglio, il peggio. La Giovanni XXIII, che obbligava perfino a deleteri turni di pomeriggio, non aveva una palestra, a volte si andava a piedi nella succursale limitrofa (o eravamo noi nella Succursale? Boh, chi se lo ricorda?) ma non ho ricordi nitidi della palestra. Ricordo invece benisismo che l’educazione fisica alla Giovanni XXIII si faceva in una stanza con una colonna portante in mezzo. Si corricchiava lungo il perimetro della stanza. E quando c’era la gara di salto in alto (con l’asticella rappresentata da un elastico) si prendeva la rincorsa in corridoio, si saltava e c’era il professore che attendeva a braccia aperte per evitare che il saltatore si sfracellasse addosso alla finestra semiaperta collocata un paio di metri oltre. Per la cronaca, quella gara la vincevo spesso (e quando non vincevo arrivavo secondo) avvantaggiato dall’agilità del brevilineo.

Poi le Magistrali (Caetani), con l’alternanza tra palestra tutto sommato passabile alla luce di altre situazioni, e cortile dove era stesa una rete di pallavolo che più sbrindellata non si poteva. La vera educazione fisica, in compenso, si faceva sui campi di calcio in terra dove spesso si andava a giocare il pomeriggio (accogliendo anche i prof di Latino ed Educazione Fisica…).

Quando poi per qualche anno ho avuto l’opportunità di insegnare, approdai in un Circolo didattico variegato. Zona romana difficile (Morro Reatino, Fosso del Fontaniletto, la miniscuola della Giustiniana) un mix tra scuole tradizionali e moderne, una delle quali, la principale, aveva una gran nella palestra ed un ampio spazio d’asfalto all’esterno. Peccato solo che non ci fossero…gli insegnanti di educazione fisica e tutto era lasciato alla voglia di fare del corpo docente. Ah, la bella palestra aveva l’unico difetto di essere stata pensata da qualche “genio” dell’architettura (se ci fate caso, a volte, la presunzione “folle” di certi architetti è pari solo a quella di certi grafici, entrambi completamente slegati e inconsapevoli della realtà) che l’aveva collocata al centro della struttura, totalmente aperta. Effetti collaterali: distrazioni frequenti degli scolari per il passaggio negli spazi sovrastanti della scuola, l’inevitabile chiasso, agonistico e non, che arrivava a disturbare la didattica nelle classi.

Fonte: TGCom24

Non tutte le scuole sono dotate di palestre. Ma quando ci sono, non è sempre una festa: pavimenti difformi (5%), finestre rotte (25%) e segni di fatiscenza vari (37%) non aiutano di certo lo stato di sicurezza degli studenti. I Dati Cittadinanzattiva.

Attraverso i dati del XV Rapporto sulla sicurezza delle scuole di Cittadinanzattiva, Skuola.net prende in esame i requisiti strutturali e lo stato di salute delle palestre scolastiche: il luogo ludico per eccellenza della scuola Italiana, il regno dei professori di Educazione fisica, non sembrerebbe navigare in ottime acque. I dati del rapporto sono stati raccolti tramite un monitoraggio civico condotto su un campione di 75 scuole in 10 regioni italiane, la lettura di fonti ufficiali e, infine, tramite l’istanza di accesso civico inviata da Cittadinanzattiva in 2821 Comuni e Province, relativi a 4401 edifici scolastici di 18 regioni.
Palestra? Assente
Il primo dato che fra tutti salta immediatamente all’occhio e che merita di essere esposto per primo è che non tutte le scuole sono dotate di palestre. Purtroppo mancano nel 28% delle strutture monitorate. Viceversa, laddove le palestre ci sono, scarseggiano delle attrezzature adeguate allo svolgimento delle attività sportive. Si segnalano, principalmente, arredi non a norma o attrezzi ginnici danneggiati (29%) che rallentano o addirittura bloccano del tutto il normale andamento delle lezioni.

Purtroppo, non è finita qui. Rilevati anche pavimenti difformi (5%), finestre rotte (25%) e segni di fatiscenza vari (37%) che non aiutano di certo a garantire la sicurezza degli studenti. Ma anche le pareti risentono di qualche danno: il 37% presenta muffe e infiltrazioni; e più di 1 palestra su 4 ha distacchi di intonaco (28%). A guardare più da vicino, poi, i dati riguardanti la pulizia degli ambienti adibiti alle lezioni di educazione fisica  scopriamo che in alcuni casi l’igiene scarseggia con polvere (29%), sporcizia (25%) e cattivi odori (21%). Da una attenta analisi del locale palestra emergono, inoltre, problematiche di carattere più tipicamente strutturale: assenza di porte-antipanico (27%), barriere architettoniche (19%), impianti elettrici non adeguati (22%).

Leandro De Sanctis

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