Finale Coppa Italia, Juventus-Napoli

Finale Coppa Italia, Juventus-Napoli mercoledì 17 giugno all’Olimpico di Roma. Gli avversari non si scelgono, ma non ho accolto con particolare esultanza l’eliminazione dell’Inter di Antonio Conte. Primo perché sono abituato a pensare alla Juventus e non ai suoi avversari, secondo perché non sono affatto convinto che affrontare il Napoli sia meglio che giocarsi la Coppa contro l’Inter. Non solo perché battuta allo Stadium nell’ultima partita prima dello stop per pandemia.
Il Napoli è la squadra che ha segnato più reti quest’anno alla Juventus: cinque gol. Tre a Torino nella gara che perse 4-3, altri due il 26 gennaio nel 2-1 che condannò una brutta Juve, in gol solo allo scadere con Ronaldo.
Rino Gattuso ha trasformato il Napoli in una squadra compatta e disciplinata nello svolgimento delle sue indicazioni tattiche, al di là dei nomi che vanno in campo. Anche contro l’Inter, così come nella partita monstre con il Barcellona in Champions League, la difesa ha retto, chiudendo gli spazi e impedendo alle punte nerazzurre di rendersi realmente pericolose. Tanto è vero che nel momento del forcing conclusivo, l’occasione maggiore l’ha avuta Eriksen, in seguito ad un guizzo di Sanchez: ma Ospina (ammonito, salterà la finale, giocherà Meret) si è opposto da campione al suo rigore in movimento.
La Juventus attualmente non ha certezze e nonostante i grandi nomi che schiera in attacco, fatica incredibilmente a centrare la porta. Per errori di mira e talvolta (o spesso) per un’esagerata ricerca del fraseggio anche quando bisognerebbe concludere. Contro una difesa concentrata e compatta, come potrebbe essere quella del Napoli, alla Juve servirà qualcosa di diverso da ciò che ha mostrato sia venerdì contro il Milan, ma anche troppe volte in questa stagione.
Le servirà maggior fantasia dal centro campo, le servirebbe un’ala più concreta, come è stato in passato Douglas Costa e come era riuscito ad essere Bernardeschi, apparso involuto in maniera preoccupante nel momento in cui Sarri gli ha restituito parte di quella fiducia che gli aveva tolto. L’innesto di Cuadrado come terzino arrembante potrebbe incidere, ma se Ronaldo non cresce, anche ripartendo dalle fasce, diventerà fondamentale la verve di Dybala (a patto che tiri meglio e di più).
Nell’aria c’è l’accantonamento provvisorio di Pjanic a vantaggio di Khedira, non so in che condizioni sarà Ramsey e se Higuain potrà almeno andare in panchina.

Il Napoli avversario ostico per questa Juventus

Insomma, la finale con il Napoli sarà difficile e insidiosa. Anche perché Insigne e Mertens in contropiede sanno far male e potrebbero avvalersi di una Juventus sbilanciata in avanti alla ricerca del gol, nel momento in cui la finale non dovesse sbloccarsi. Il campo neutro e le porte chiuse limiteranno l’impatto del fattore Napoli su Sarri. Il quale ha promesso che farà lezione degli errori commessi nella semifinale con il Milan e al quale auguro di non avere la tentazione di affidarsi a Rabiot. Lui la cazzimma* non pare proprio averla, e alla Juventus non ha mostrato quelle qualità tecniche che molti gli attribuiscono. Le avrà lasciate a Parigi…

* Cazzimma è un’espressione napoletana, diffusa soprattutto nel lessico giovanile campano e utilizzata, secondo il Dizionario storico dei gerghi italiani (Milano, Mondadori, 1991, p. 89) di Ernesto Ferrero, per indicare un insieme e un intreccio di atteggiamenti negativi: “autorità, malvagità, avarizia, pignoleria, grettezza”. Una tale definizione è certamente troppo generica, tuttavia il dizionario di Ferrero ha il merito di fornire una rara testimonianza lessicografica della voce cazzimma che, invece, non è registrata dai maggiori dizionari dialettali napoletani, i quali potrebbero averla tabuizzata perché sentita come volgare.

Leandro De Sanctis

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