Passages | Recensione film

Passages | Recensione film.
Le anteprime dell’estate, rigorosamente nelle versioni originali per fortuna, offrono interessanti possibilità. Passages, il film di Ira Sachs, si era annunciato come interessante per una tematica non molto sviluppata nel cinema. Cosa accade quando in una coppia gay irrompe l’amore, o anche solo il sesso, di una persona etero. Ricordo I ragazzi stanno bene, con Annette Bening, Julianne Moore e Mark Ruffalo (2010, regia di Lisa Cholodenko) ma lì la coppia era composta da due donne, con l’uomo a scompigliare sentimenti e sesso. In Passages invece la coppia è maschile ed è una donna ad aggiungersi rimescolando rapporti e sensi. Oppure, più a ritroso negli anni, il triangolo da due uomini e una donna in Domenica, maledetta domenica di John Schlesinger (1971). Franz Rogowski è Tomas, professione regista, pignolo e ovviamente decisionista. E’ legato a Ben Whishaw (Martin, professione grafico) in un intenso rapporto sentimentale e sensuale. Quando nella festa di fine film irrompe Adele Exarchopoulos (Agathe, maestra elementare), disinvolta e attraente, tra lei e Tomas nasce un’attrazione fatale per l’equilibrio della coppia gay in primis, ma poi per tutti.
Tomas è il motore egoista che seguendo il suo istinto, senza scrupoli per i due soggetti, ma forse dovremmo definirli oggetti, della sua passione sessuale, non sa convivere con un ruolo che gli imponga responsabilità. Perciò Passages diventa un dramma che travolge ogni parvenza di sentimento, una storia che ferisce gli interpreti più sinceri ed equilibrati, fatalmente destinati a soccombere di fronte a chi agisce senza pensare alle conseguenze, destinato a restare sempre ai margini, dove è confinato dai suoi stessi istinti.
Un lupo alla fine solitario, se perfino nella notte condivisa di questo anomalo triangolo, peraltro accettato e condiviso, Tomas si lancia in una travolgente notte di sex, lasciando Agathe ad ascoltarli e struggersi, solitaria, nella stanza accanto. E non basta nemmeno l’idea di un figlio a scuotere il protagonista dal suo estremo egoismo.
Il film ha il suo valore, ma devo ammettere che mi aspettavo qualcosa di più, anche se gli spunti non mancano, anche se gli attori sono perfetti. L’impressione è che la crudeltà del racconto finisca per ferire, a caldo, anche lo spettatore.
Nella versione originale è possibile ascoltare il peculiare modo di parlare di Franz Rogowski, causa una malformazione (labbro leporino) poi operata. Era stato anche lo spietato nazista di Freaks Out, film di Gabriele Mainetti.
Mi era piaciuto molto un brano di musica elettronica che avevo ascoltato tante volte nel trailer, con Tomas che pedala come un forsennato: non ho capito perché nel film quella musica non c’è.

Passages

PASSAGES – Francia 2023. Durata 92′. Lingue: Inglese e francese.
* visto in versione originale.

Regia: Ira Sachs.
Interpreti: Franz Rogowski, Ben Whishaw, Adele Exarchopoulos.

Leandro De Sanctis

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