Sport nelle palestre scolastiche: il ministro Azzolina decida

Sport nelle palestre scolastiche: il ministro dell’Istruzione Azzolina decida. E decida in fretta. In sintesi è questo l’appello, pronunciato dal presidente della federbasket Gianni Petrucci nell’ambito della conferenza stampa congiunta con la federpallavolo e la federpallamano, con i rispettivi presidenti Cattaneo e Loria. “Il Ministro Lucia Azzolina faccia una norma che escluda le palestre dall’uso scolastico” ha chiesto esplicitamente Petrucci, dando forma a ciò che serve in questo momento allo sport italiano di base, e di conseguenza per il futuro dell’intero sport nazionale, con l’Italia stabilmente tra i primi dieci Paesi nei medaglieri olimpici.
Le caratteristiche del sistema web scelto per la conferenza stampa hanno compromesso la normale fruizione e successivamente il corso delle domande, ma ad un certo punto è parso chiaro che non potevano essere i tre presidenti i reali destinatari degli interrogativi che stanno gravando sull’attività sportiva, di base soprattutto.
Il calcio aveva una forza economica per forzare in qualche modo il blocco, pur sottoponendosi a palesi incongruenze (perché si deve giocare senza pubblico, ad esempio, invece che consentire l’accesso per un quarto della capienza di ciascuno stadio?). Dello sport extra calcio sembra che non interessi nulla, ma quel che è peggio è che la Scuola sta seriamente pensando di remare contro le realtà sportive di base, senza criterio né consapevolezza, parlando di utilizzare le palestre scolastiche per attività didattiche strette (come se lo sport non fosse un ramo, fondamentale, dell’insegnamento e della formazione), a scapito dello sport che al pomeriggio entrava nelle scuole consentendo a tanti ragazzi di praticare sport.
“Servono indicazioni univoche e un interlocutore che possa prendere impegni. Non si può lasciare la decisione alla contrattazione one to one” ha sottolineato Loria, presidente della pallamano. “Occorre sensibilizzare su un problema che è grane, sta diventando drammatico e rischia tra qualche tempo di essere tragico. Come se l’attività sportiva non fosse anche didattica” ha aggiunto Cattaneo.

Proprio gli organi territoriali della Fipav erano stati i primi a lanciare l’allarme, intuendo dove si sarebbe andato a parare quando la Scuola iniziò a parlare di doppi turni e di utilizzo delle palestre per la normale attività scolastica. E’ stata ripresa la dichiarazione del presidente della Federazione Medici Sportivi, Casasco, che ha ricordato il grave rischio che si corre se si elimina la possibilità di fare attività motoria negli spazi scolastici. “Un futuro con aumento dell’obesità giovanile e aggravio delle spese della Sanità”.
Tutte cose che si ascoltano da anni. Paradossale che in un Paese che lamenta già la cronica mancanza di impianti per fare attività sportiva, si pensi ora di negando perfino quella che era una soluzione tampone, la concessione appunto delle palestre scolastiche. Senza parole.
Il guaio è che non si è mai risolto il conflitto culturale tra scuola e sport, tra una scuola retrograda e miope che non vuole capire che la formazione degli studenti non si può limitare ai libri e alle materia tradizionali.
Una scuola peraltro che ha palesemente fallito perfino l’insegnamento della lingua italiana, stando agli strafalcioni imbarazzanti che troppe persone scrivono sui social, esponendosi senza pudore all’ammissione della propria ignoranza. I ministri si sono alternati nei decenni senza portare concrete novità, inutili tavole rotonde, promesse da marinaio, anzi da politico, mai mantenute. Non si capisce come poi si possa lasciare discrezionalità, da regione a regione, da comune a comune, su un argomento così importante. Non emanare un provvedimento unico significa porre le condizioni del caos, non voler risolvere il problema.
Qualunque ministro pensante capirebbe immediatamente cosa c’è da fare per non affossare ulteriormente la pratica sportiva. Ma il problema è proprio questo scontro di culture, destinato sempre a veder soccombere i pensieri maggiori. E se non si decide in fretta, per lo sport di base svolto localmente sarà una tragedia, la fine. E innescherà un meccanismo che coinvolgerà nel tempo l’intero sport italiano.

Il credito d’imposta

Riguardo il Credito d’imposta, qualora si decida di applicarlo, tutti concordi nel definirlo fondamentale (“Sarebbe un grosso aiuto”), a patto che sia applicato con criteri di estrema semplicità.

Suggerimenti per il futuro

Al presidente Cattaneo mi permetto garbatamente di inviare due suggerimenti per il futuro.
1) se si organizza una conferenza stampa congiunta e si ha accanto il presidente della Federazione Handball, come minimo per cortesia di ospitalità sarebbe il caso di sapere che la federazione pallamano ha anche da tempo una sezione dedicata al beach. L’handball beach appunto.
2) Sempre per cortesia e opportunità, sarebbe il caso di non farsi riprendere con un quotidiano aperto sulla scrivania, facilmente riconoscibile. Non è un gesto pubblico carino nei confronti di tutte le altre testate ed è cosa che può nuocere alla pallavolo.
3) al presidente del basket Gianni Petrucci, che conosco da circa quarant’anni e che avrei salutato volentieri se il collegamento lo avesse consentito prima che lasciasse la sala, vorrei far sapere che non tutti i siti dispensano insulti. Specialmente quando ospitano le opinioni di quei giornalisti che per tanti anni lo hanno seguito con correttezza e reciproco apprezzamento. Spesso chi insulta, non è nemmeno un vero giornalista,

Leandro De Sanctis

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