La vita davanti a sè | Recensione

La vita davanti a sè è indubbiamente un evento, e come tale avrebbe dovuto essere proiettato nei cinema per tre giornate, poi la chiusura delle sale causa Covid-19 ha dirottato immediatamente su Netflix il film che Edoardo Ponti ha tratto dal romanzo omonimo dello scrittore francese Romain Gary, ambientandolo a Bari (ma le riprese sono avvenute anche a Trani e Ostuni). Un film evento perché ha riportato sullo schermo Sofia Loren, 86 anni, la più internazionalmente iconica delle attrici del cinema italiano. Con il figlio Edoardo aveva lavorato sette anni fa nel mediometraggio Voce umana.
Un ritorno che lascia il segno di una classe artistica intramontabile, uno stile che avrebbe dovuto fare scuola e che dà un senso ad un film più che dignitoso. E portatore di valori che il cinema ha spesso cavalcato, ma che mantengono intatto il loro significato.
Sofia Loren è Madame Rosa, una ex prostituta che vive ospitando e crescendo figli di altre prostitute. Scopriremo senza enfasi che è sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti e che soffre di “assenze”, amnesie che rivelano il male del presente, che ha radici nel tremendo passato. Ferite che non si sono mai completamente rimarginate. Quando l’amico medico (il sempre eccellente Renato Carpentieri) gli affida Momo (Ibrahima Gueye) che ha preso una brutta strada (spaccia droga nei vicoli), nasce il cuore pulsante del film.
Il rapporto tra la “vecchia” e il mascalzoncello orfano insolente attraversa i passaggi classici: il rifiuto, il conflitto, l’ammorbidimento, il cambiamento, l’accoglienza e l’amore come tra madre e figlio. Perfino più profondo perché inatteso. Un mutuo soccorso per rendere da un lato più dolce l’ultimo viaggio e dall’altro per iniziare una vita migliore e onesta.
Buoni sentimenti, ma non smielati. Personaggi positivi: Hamil, il negoziante che assumerà un ruolo paterno (interpretato con sensibilità e dolcezza da Babak Karimi, attore italo-iraniano che ha studiato a Roma, Orso d’argento nel 2011 per il film Una separazione, di Asghar Fahradi), la trans Lola (Abril Zamora, spagnola). Una storia raccontata e cucita con lo stile di Sofia Loren: senza strafare, con genuinità a tratti sfacciata, come il linguaggio di Ibrahima Gueye, il bambino senegalese Momo.

La canzone di Laura Pausini

I titoli di coda scorrono sulla canzone del film intitolata Si (Seen nella versione inglese). Composta da Diane Warren, è cantata da Laura Pausini.

La vita davanti a sè, la scheda

LA VITA DAVANTI A SE’ – Italia, 2020. Durata 94 minuti. Tratto dal romanzo omonimo di Romain Gary, scritto con lo pseudonimo di Emile Ajar.
Regia: Edoardo Ponti
Interpreti: Sofia Loren, Renato Carpentieri, Ibrahima Gueye, Abril Zamora, Massimiliano Rossi, Diego Josif Pirvu, Babak Karimi.

Ibrahima Gueye e Sofia Loren, La vita davanti a sè
Ibrahima Gueye e Sofia Loren, La vita davanti a sè

Leandro De Sanctis

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