SOCIETA’ Il referendum di oggi: quello che non vi hanno detto per non farvi votare (SI)

Mi sono reso conto di quanto la disinformazione influirà anche su questo referendum. Anche menti aperte, gente che legge, ragiona, si è arenata sull’inconsapevolezza e la mancanza di certezze. In poche parole si ignora come stiano veramente le cose riguardo il Referendum per cui si vota oggi. Soprattutto chi pensa di informarsi ascoltando i tg, ignorando quanto siano di parte e mai dalla parte dei cittadini. Anche se ormai si sta votando, penso sia utile rilanciare il breve riassunto, tuttavia illuminante per chi è ancora al buio, di Roberto Gaeta, ospite frequente di Visto dal basso, opinionista su questioni economiche e politiche, italiane, europee e e mondiali (e autore delle puntate sulle tecniche di disinformazione) con le sue analisi ancorate ai fatti, esposte con sintetica efficacia. Non amo condividere le mie opinioni riguardo il teatrino della politica e mi dà fastidio essere scambiabile per ciò che non sono, ma se anche una persona in più si renderà conto di quanto l’Italia continui ad essere presa in giro dai politici, in questo caso da uno che nemmeno è stato mai votato, non avrò sprecato tempo.

Per non parlare dell’ingiustizia del quorum. La percentuale dovrebbe valere tra chi vota, non considerando chi sceglie di non votare.

di Roberto Gaeta
Motivi per votare si al referendum del 17 aprile 2016:
1) Se vince il
no, vuol dire che le concessioni non hanno alcun limite temporale, ma
rimangono attive finchè non verrá estratto tutto il petrolio o gas. Ciò
significa che le multinazionali, avranno tutto l’interesse di non
superare la quota di estrazione per trivella di 50000 tonnellate l’anno,
in quanto in questo modo non pagano la tassa del 7% prevista. In
pratica avremo queste piattaforme petrolifere per decenni senza che lo
stato ci guadagni un bel niente. Inoltre
le multinazionali hanno la convenienza economica di dilatare al massimo
il tempo esaurimento di estrazione di una piattaforma, per evitare i
pesanti costi di dismissione della piattaforma.

2) Se vince il si, le piattaforme continueranno ad estrarre gas e
petrolio, fino a termine concessione (vanno dal 2018 al 2034), dopo
dovranno fermarsi e dismettere la piattaforma. Quello che non vi dicono
che i tempi di concessione, sono normalmente i tempi stimati per lo
sfruttamento completo della risorsa, ed in questo caso la multinazionale
non ha più la convenienza della dilazione, e per trivella si
supereranno le 50000 tonnellate anno, con obbligo del pagamento tassa
del 7%, e gli oneri per la dismissione della piattaforma in un tempo ben
definito.
3) Renzi e Napolitano sono per l’astensione, che
corrisponde ad un no vigliacco ed incivile, sopratutto se propagandato
dal premier e dal ex presidente della repubblica
4) Su questo referendum, spicca l’assenza di informazione, e quando ne parlano é per la maggior parte disinformazione palese

5) I referendum proposti dalle regioni erano 6. Quando sono state
superate le firme per i sei quesiti, il governo Renzi è corso a
modificare le leggi in modo da evitare i referendum, per evitare una
sconfitta politica. La Consulta, ha dunque detto che per 5 quesiti
abrogativi referendari, non vi era più necessitá di andare al voto in
quanto le modifiche di legge hanno accolto le richieste di abrogazione.
Ma per il sesto al governo gli deve essere sfuggito qualcosa, perchè la
Consulta ha detto che rimaneva valido. Dunque chi ha proposto i
referendum ha giá vinto, rimane l’ultimo quesito per dare quello
schiaffo politico che Renzi ha cercato di evitate a tutti i costi.

Leandro De Sanctis

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