Cuadrado, Lukaku e i tifosi che non vogliono capire

Cuadrado, Lukaku e i tifosi che non vogliono capire.
Quest’ennesima estate di folle calcio mercato, inquinata irrimediabilmente dall’oceano di soldi con cui sceicchi vari stanno sottomettendo il calcio europeo, ha riservato episodi sorprendenti, soprattutto per chi non accetta di comprendere. La nuova pietra miliare di un calcio che non va oltre la stagione, è il doppio approdo di Cuadrado e Lukaku. Uno già assodato, l’altro pare in divenire. Ovvio che dispiacerà anche a me vedere il colombiano in nerazzurro, così come faticherò inizialmente a digerire Lukaku in bianconero (se effettivamente arriverà). Ironia o perfidia della sorte, i due furono protagonisti della semifinale di Coppa Italia che vide tramontare il trofeo realisticamente più abbordabile per la Juventus massacrata dalle inettitudini strumentali della presunta giustizia sportiva.
Ora, che Lukaku andasse alla Juventus dopo quella partita era l’ultima cosa che si poteva prevedere: allora non fu espulso per un fallaccio e poi realizzò il rigore regalato dallo svagato Bremer che si fece cadere il pallone sul braccio. Dopo di che insulti dalla curva, risposta plateale del belga interista. Nervosismo alle stelle e a fine partita Cuadrado e Handanovic, che erano stati compagni di squadra all’Udinese, invece di spiegarsi, finirono per venire alle mani. Il bello è che la seconda delle due giornate di squalifica, Cuadrado ora finirà per scontarla nell’Inter. Trovo imbarazzante che non si commenti e condanni, se la notizia è vera, il fatto che a Cuadrado si voglia imporre un incontro con la tifoseria nerazzurra per “spiegargli” i valori dell’Inter. “Ma ce stai serio?” avrebbe commentato un amico giornalista del volley che non c’è più.

Ma quali bandiere? Sono le società che non le vogliono!

Sinceramente faccio davvero fatica a provare a capire il senso di quello che leggo riguardo il malcontento delle tifoserie, in questo caso di quella juventina. Cuadrado sarebbe un traditore? Come lo era stato Dybala e come lo sarà magari Morata se davvero tornerà in Serie A, nella Roma o addirittura nell’Inter? Non dimentico che con Morata si vide una delle Juventus più belle (Alvaro accanto a Tevez) e che l’ho sempre apprezzato, ogni volta dispiacendomi che lo si lasciava partire.
E’ colpa dei giocatori se il club li ha sbolognati? Se la Juventus non ha creduto più in loro e se n’è liberata? Tutti pronti ad osannare Giuntoli solo perché ha contribuito a creare il miracolo dello scudetto a Napoli. Sarà che ai miti non credo, ma a me bastava che ci fosse stato ancora Marotta, l’uomo che ha cambiato il corso di quella Juventus tornata in Serie A dopo la retrocessione in B del 2006. Ah già, anche Marotta è un traditore?
A chi parla e giudica in questo modo chiedo: un giocatore o un professionista scartato dalla Juventus dovrebbe smettere di giocare o lavorare? Se in amore una coppia si sfascia, chi è lasciato deve scegliere o sindacare sul nuovo amore del soggetto ripudiato?
Finché un calciatore gioca deve essere libero di andare dove gli pare, nella squadra che lo vuole, che crede in lui e che lo paga come lui ritiene giusto. Pensiamo a cosa sarebbe stata la Roma senza Dybala nella scorsa stagione (e non sto chiedendomi, esercizio inutile e doloroso, come sarebbe stata la Juventus se lo avesse tenuto).
Quei tifosi che sputano veleno su un giocatore come Cuadrado, che per otto anni ha dato tantissimo alla Juventus e che pur con i suoi momenti difficili, anche nelle ultime due stagioni ha saputo ispirare la squadra e risolvere problemi con i suoi guizzi e la sua fantasia, dovrebbero ricordare che è stata la Juventus ha dire basta. Non so come finirà questo calcio mercato, se oltre a Vlahovic sarà sacrificato (assurdamente) anche Chiesa, oltre magari a rinunciare al desaparecido Pogba, che ha giocato solo la manciata di minuti necessari a far rimpiangere si ciò che non è stato.
Nelle ultime stagioni a Cuadrado e Chiesa sono legati i momenti di maggior divertimento offerti dalla Juventus: gli unici due capaci di saltare l’uomo. Cuadrado non c’è più, Chiesa forse nemmeno (ma spero che almeno lui resti). Faticherei a definire un colpo l’arrivo di Lukaku, anche se la disamina del collega e amico Alberto Polverosi sul Corriere dello SportStadio assicura che l’attaccante belga è funzionale al gioco juventino e sa sfruttare al meglio i lanci lunghi. Inevitabilmente mi chiedo anche io perchè allora si è cacciato anche Bonucci (il cui ingaggio reale è la metà di quanto sbandierato ad arte per giustificare la sua “espulsione”) che incarna l’identikit ideale per accendere le qualità di Lukaku? Siamo sicuri che alle spalle degli attuali difensori Bonucci non sarebbe servito. E qui torniamo all’ipocrisia delle bandiere. Chi vuole restare è mandato via: successe anche a Del Piero, giudicato scomodo e ingombrante, anche se era stato lui a tenere a galla la Juventus dei settimi posti oltre che prima in Serie B con gli altri veri juventini, di fatto e non solo per convenienza.
Sono piuttosto preoccupato, da tifoso, della Juventus che si sta delineando. Sono sempre stato dalla parte di Allegri nella recente sciagurata stagione: non è stato facile il suo lavoro. Spero che abbia ragione lui ma non dimentico ciò che si diceva di un Lukaku forte con le deboli e debole con le grandi squadre nelle sfide cruciali. Va attesa la fine del mercato per un giudizio, perché quel che è accaduto (o non accaduto) finora, non autorizza né sentenze, né ottimismo.

I soldi degli emiri sulla pelle dei diritti umani

Gli sportivi, i campioni del calcio, non andrebbero presi ad esempio solo per quanto fanno sul terreno di gioco. C’è chi guadagna un ingaggio faraonico ma non decide di fare lo sconto al club che lo ha ingaggiato se per un intera stagione non ha mai giocato. C’è chi accetta di andare a lucidare l’orgoglio di sceicchi, immoralmente arricchiti calpestando i diritti umani e dei lavoratori. E non parlo di chi gioca in Premier, nelle squadre acquisite dai nababbi, ma di chi sceglie (da Cristiano Ronaldo in giù) di sottrarsi al calcio della qualità e delle passioni, andando a far bello il giardino di quei Paesi orientali che tanto piacciono alla Fifa (Federazione Internazionale Fare Affari?) e chissenefrega se non c’è uguaglianza, se la dittatura incarcera per un tweet, se la povertà è per sempre e se i diritti umani negati sono solo una fastidiosa appendice da rimuovere, nel nome degli affari e dei soldi. Nel mondo dello sport. Nel mondo in generale.

Leandro De Sanctis

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